Filosofia
In generale, conoscenza diretta, personalmente acquisita, di una sfera particolare della realtà.
J. Locke e l’empirismo distinguono l’ e. esterna, o percezione dei fatti a noi esterni (sensazioni), [...] e l’ e. interna, o percezione dei moti interni alla coscienza (riflessione). E. esterna ed e. interna costituiscono il presupposto di quell’ulteriore riflessione intellettuale che ne elabora i dati.
I. ...
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Obbligo politico
Lorenzo Ornaghi
Introduzione
Qualunque forma storica di convivenza politica sembra potersi costituire solo in forza di un originario 'legame' fra tutti coloro che sono membri a pieno [...] ed è quando il legislativo o il principe o l'uno e l'altro agiscono contrariamente alla fiducia in essi riposta [their trust]" (v. Locke, 1690, ed. 1988, p. 412; tr. it., p. 414). Come se fosse vincolato da un pactum fiduciae, il governo si obbliga a ...
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opinióne pùbblica Giudizio e modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini, o anche questa maggioranza stessa. Il concetto di opinione pubblica, intesa anche come sistema di credenze sulla [...] , comincia da quel momento ad assumere un ruolo centrale. Una delle prime riflessioni risale al filosofo inglese J. Locke che, nel Saggio sulla intelligenza umana, attribuì all'opinione pubblica una funzione di controllo nella società, stabilendo una ...
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Potere
Steven Lukes
Introduzione
Il significato più generale del concetto di 'potere' si ritrova nel Sofista di Platone, in cui si afferma che il potere è "la definizione dell'essere", il tratto distintivo [...] , a una persona o a una collettività non significa ascrivere una qualità - né di tipo sensoriale (come aveva intuito Locke), né misteriosa e occulta (come affermava Molière allorché metteva in ridicolo l'idea che l'oppio possieda una virtus dormitiva ...
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Sovranità
Maurizio Fioravanti
La sovranità tra Medioevo ed età moderna
Tra i caratteri che contrassegnano gli ultimi quattro secoli, quelli che comunemente, anche se sempre più problematicamente, sono [...] del sovrano, che dunque non può strutturalmente dirsi un suo mero atto di volontà.
Non è un caso che in Locke permanga la problematica medievale del diritto di resistenza, ovvero la possibilità di opporre la costituzione al sovrano che l'ha tradita ...
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SOCIETÀ CIVILE
Giuseppe Bedeschi e Salvador Giner
Storia del concetto
di Giuseppe Bedeschi
Il concetto di società civile nel giusnaturalismo moderno
Nel pensiero giusnaturalistico del Seicento 'società [...] di natura di abbandonare questa condizione e di dar vita, appunto, a una "società civile o politica". Questa definizione di Locke è tanto più rimarchevole, in quanto per lui lo stato naturale non ha affatto quella connotazione asociale che ha per ...
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uguaglianza
Entrata nella cultura occidentale con lo stoicismo e soprattutto con il cristianesimo – che considera tutti gli uomini dotati della stessa dignità, in quanto figli di un medesimo Padre – [...] sociali e politiche soltanto a partire dal Seicento. I principali pensatori politici del 17° e 18° sec. – da ;Hobbes a Locke, da Rousseau a Kant – partono dall’ipotesi che gli uomini, nello stato di natura, siano liberi ed eguali e di conseguenza ...
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Concezione filosofico-politica secondo la quale lo Stato nasce da un contratto tra i singoli individui. Il c. moderno si afferma nel 17° e 18° sec. per opera della scuola del diritto naturale. Attraverso [...] agli uomini, che sono dominati da passioni antisociali (brama di potere, ricchezza, gloria), di convivere in pace. Per J. Locke, che ha una visione meno pessimistica della natura umana, è possibile conservare quasi tutti i diritti naturali: nasce in ...
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L'Eta dei Lumi: le scienze della vita. I modelli epistemologici della morfogenesi, dell'organizzazione e della finalita
Catherine Wilson
I modelli epistemologici della morfogenesi, dell'organizzazione [...] sentimenti e comportamenti alle piante; tali conclusioni, tuttavia, correggevano la tendenza cartesiana a ignorare il mondo vegetale.
John Locke aveva in precedenza affermato che la differenza fra una quercia e una massa di materia inanimata, le cui ...
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Tolleranza
Carlo Augusto Viano
1. La fine della tolleranza
Nel 1791 Thomas Paine sosteneva in The rights of man che la Costituzione francese "aveva abolito la tolleranza, o rinunciato a essa, ma aveva [...] Ma in Germania c'era anche chi, come Lessing, aveva ripreso l'idea umanistica della parità tra le diverse religioni. Mentre Locke e coloro che facevano della tolleranza un fine in sé, dotato di un proprio valore religioso, evitavano di ridurre sia la ...
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lock
‹lòk› s. ingl. [propr. «blocco, chiusura», der. di (to) lock «chiudere, bloccare»], usato in ital. al masch. – In informatica, operazione automatica di bloccaggio di zone di memoria o di dischi interi (in quest’ultimo caso il comando...
lockiano
‹lokià-› (o lochiano) agg. – Che si riferisce al filosofo ingl. John Locke (1632-1704), al suo pensiero e alla sua opera: l’empirismo l.; le idee semplici e le idee complesse del pensiero lockiano.