LĒWĪ ben Gērĕshōn (Léon de Bagnols, Gersonide; secondo l'uso ebraico di raccogliere in una sigla i varî elementi del nome, Ralbag, [Rabbi L. b. G.])
Umberto Cassuto
Filosofo e matematico, nato nel 1288 [...] Ădōnāy (Le guerre del Signore), vasta opera filosofico-religiosa, con la quale non soltanto integrò il sistema di Maimonide e cercò d'inserire la dottrina giudaica entro le linee dell'aristotelismo averroistico, ma anche prese parte attiva al ...
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Tibbonidi Famiglia spagnola (ibn Ṭibbōn), originaria di Granada, di rabbini, traduttori e intellettuali ebrei, rifugiatisi in Provenza verso la metà del sec. 12°. L’iniziatore dell’attività di traduzione [...] dall’arabo in ebraico di Aristotele, al-Fārā ́bī, Avicenna e Averroè (utilizzate fra l’altro da Gersonide), nonché di Maimonide, Galeno, al-Batalyūṣī, Ḥunayna e altri). Tra le sue opere si segnalano un Commento al Cantico dei cantici e uno al ...
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Le ricerche per sapere quando fu sostituito il nome di filosofo e quindi filosofia al termine sofo (o sofista) e sofia, hanno un interesse puramente filologico, poiché quel che importa alla filosofia è [...] , dalla materia sottile dell'intelligenza a quella grossolana dei corpi. Nella stessa Cordova di Averroè nacque Mosè Maimonide (1135-1204) che ripone in primo piano Aristotele. Ricostruendo aristotelicamente la scala ascendente della natura egli ...
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perfezione
Nozione ricorrente nelle fonti ebraiche e nelle fonti filosofiche greche: per es., in Esodo, 33 la p. divina, espressa come tuvo (lett. «il Suo bene»), coincide con tredici attributi morali, [...] 11, 44): l’uomo perfetto (tamim) è colui che imita l’agire divino. Nel pensiero ebraico medievale (Yehudah Ha-Lewi, Maimonide) e moderno (Cohen, Buber, Lévinas) è ripreso tale concetto di perfezione. Nella Repubblica (➔) di Platone il bene è il punto ...
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TOMMASO di York
Delio Cantimori
Francescano inglese, rappresentante della corrente francescano-agostiniana a Oxford intorno alla metà del sec. XIII, scolaro e terzo successore di Adamo di Marsh; ebbe [...] la "teologia razionale"; il secondo tratta dell'origine dell'essere e del problema del principio del mondo (riferendosi a Mosè Maimonide) e poi dei principî dell'essere, della forma e della materia; il terzo tratta della philosophia prima e della ...
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Orientalista (Budapest 1908 - Parigi 1981). Dopo aver frequentato il Seminario rabbinico di Budapest, si trasferì a Parigi (1928), dove si laureò e conseguì il diploma dell'École pratique des hautes études. [...] all'interno della tradizione giudaica, V. ha approfondito inoltre aspetti poco noti della speculazione teologica giudaica medievale (Maimonide, Ezra di Gerona, Isaac Albalag), mettendone in evidenza i rapporti con il pensiero arabo. Di rilievo anche ...
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GEIGER, Abraham
Yoseph Colombo
Rabbino ed ebraista, nato a Francoforte sul Meno il 24 maggio 1810, morto a Berlino il 23 ottobre 1874. Storico ed erudito, rappresenta nella moderna scienza dell'ebraismo [...] der Bibel (Breslavia 1857); Das Judenthum u. seine Geschichte (Francoforte 1864); Lehriu. Lesebuch zur Sprache der Mischna (Breslavia 1845); monografie su Maimonide, Giuda Levita, ecc.
Bibl.: L. Geiger, A. G., Leben und Lebenswerk, Berino 1910. ...
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Tanhum ben Yosef ha-Yerushalmi
Tanḥūm ben Yosef ha-Yĕrūshalmī
Pensatore e grammatico ebreo, attivo probabilmente in Egitto e in Palestina (n. al-Fusṭā′t, Il Cairo, forse 1220 - m. 1291). Grande filologo [...] di Giona è, per es., letta come un’allegoria dell’anima). La sua «Guida sufficiente» o «adeguata» (al-Murshid al-kāfī), in giudeo-arabo (arabo con caratteri ebraici), è un lessico ebraico-arabo del «Commento alla Torah» (Mishnēh Tōrāh) di Maimonide. ...
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Rabbino spagnuolo, nato a Barcellona verso il 1235-40, morto verso il 1310. Capo del rabbinato della sua città, fu uno dei più celebrati e dei più autorevoli rabbini del suo tempo, e a lui si rivolgevano [...] compiuta, per corrispondere al desiderio espresso dalla comunità ebraica di Roma, la traduzione ebraica del commento arabo di Maimonide alla Mishnāh, di cui prima solo una parte era stata tradotta. Quando sorse nelle comunità ebraiche della Francia ...
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BRAGADIN, Alvise
Alfredo Cioni
Figlio di Pietro, della nobile famiglia veneziana, nacque nei primi anni del sec. XVI, e fu il primo della famiglia ad impiantare nella città natale, dopo che un altro [...] l'inizio della attività tipografica del B.; comunemente la si fa iniziare nel 1550 con la pubblicazione della Mishnāh Tōrāh di Maimonide, con le note di Mē'īr da Padova, ma il British Museum, di Londra possiede un esemplare della Birkath Abrāhām di ...
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