Critico d'arte italiano (n. Caggiano, Salerno, 1939). Dopo gli studi giuridici si è laureato in lettere, partecipando attivamente alla temperie culturale legata al Gruppo 63. Dal 1968 insegna storia dell'arte [...] 80, 1980; Minimalia, 1997, ecc.). Tra i saggi: Il territorio magico (1971); L'ideologia del traditore: arte, maniera, manierismo (1976); L'arte fino al 2000 (1991); Le nuove generazioni (2002); Autocritico/automobile (2002); Lezione di boxe. Dieci ...
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Pittore (Firenze 1532 circa - ivi 1571), discepolo di Pier Francesco di Iacopo di Domenico e di Carlo Portalli, svolse la sua attività a Firenze dove si conserva la maggior parte delle sue opere (le migliori [...] sono i due pannelli: la Miniera di diamanti e Dedalo e Icaro nello studiolo di Palazzo Vecchio). M., che appartiene alla corrente del manierismo toscano, ha una sua spiccata individualità, venata di inflessioni melanconiche e appassionate. ...
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Scultore francese (n. circa 1505 - m. 1568). Lavorò a Fontainebleau (1536-50) con il Primaticcio; eseguì poi molte delle sculture e dei rilievi per il sepolcro di Francesco I a Saint-Denis di Parigi (1551-52). [...] Nell'urna per il cuore di Francesco I (ivi), opera di raffinata eleganza, dà uno dei più begli esempî della scultura francese del manierismo. ...
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Arte e architettura
Composizione inconsueta, fantasiosa, bizzarra. Sottraendosi all’imitazione naturalistica e a regole compositive canoniche, si configura per la sua contrapposizione alle poetiche del [...] 16° sec. (con riferimento al gotico e, soprattutto, alle grottesche), si può parlare propriamente di c. solo nel manierismo, nel barocco e nel rococò, sia per decorazioni fitomorfiche e zoomorfiche, sia per la creazione di architetture fantastiche ...
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Pittore e incisore (Bologna 1557 - Parma 1602). Fratello maggiore di Annibale, fu dapprima alla scuola di P. Fontana, poi di B. Passarotti; per l'incisione gli furono guida D. Tibaldi e il fiammingo C. [...] Parma, poi a Venezia dove incise opere di P. Veronese. Dopo questo soggiorno si precisa la sua totale opposizione al manierismo. Dal 1582 al 1594 circa collaborò con Annibale e Ludovico alla decorazione dei palazzi Fava, Magnani e Sampieri in Bologna ...
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CRESTI, Domenico, detto il Passignano
Simonetta Prosperi Valenti Rodinò
Figlio di Michele, nacque a Passignano fraz. di Tavarnelle Val di Pesa, presso Firenze nel gennaio 1559 (Nissman, Disegni..., [...] venne inviato a fare il suo tirocinio, G. Macchietti e G. B. Naldini esponenti della cultura vasariana dell'ultimo manierismo, presso la bottega dei quali egli dovette apprendere il fondamento della tecnica disegnativa tipicamente toscana. L'arrivo a ...
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Incisore di gemme e di cristalli, e medaglista (Vicenza 1468 - ivi 1546), massimo rappresentante della glittica italiana del Rinascimento. Lavorò specialmente per i Medici e i Farnese. Dopo un lungo soggiorno [...] di amicizia con Michelangelo e Raffaello, e Clemente VII gli commissionò le sue opere maggiori, tutte caratterizzate da un raffinato manierismo di origine raffaellesca: una croce e tre ovali con Storie di Cristo, in cristallo di rocca (1524; Bibl ...
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Pittore e scrittore d'arte (Milano 1538 - ivi 1600). Allievo di G. Ferrari, lavorò a Milano (affreschi in S. Lorenzo, in S. Marco, in S. Maurizio e l'autoritratto a Brera); fu costretto dalla cecità a [...] La sua opera più importante è il Trattato dell'arte della pittura (1584), che è il più ampio trattato del manierismo, per la cui conoscenza è fondamentale, specialmente in quanto costituisce una esposizione analitica del "meccanismo" di quello stile ...
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LIGUSTRI, Tarquinio
Maria Barbara Guerrieri Borsoi
Nacque a Viterbo, dove fu battezzato l'8 ag. 1564, da Giovan Pietro e Faustina Laziosi (Angeli). Non si hanno notizie sulla sua formazione artistica [...] Percorso di T. L. pittore viterbese, in Studi romani, XLIX (2001), 3-4, pp. 376-390; L.P. Bonelli, Tra paesaggio manierista e visione naturalistica: il soffitto della sala Regia, in La sala Regia. La storia, il restauro. Atti della Giornata di studio ...
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Pittore (Bassano 1510 circa - ivi 1592), figlio di Francesco il Vecchio. Completò la sua educazione a Venezia presso Bonifacio de' Pitati, il cui influsso è presente, accanto già a suggestioni tizianesche, [...] tuttavia sempre delle più significative novità pittoriche. Le opere tra il 1538 e il 1545 mostrano la conoscenza del manierismo toscano e emiliano e la personale elaborazione datane dal Pordenone (Cena in Emmaus, 1539, Cittadella, parrocchiale) e la ...
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manierismo
s. m. [der. di maniera]. – 1. a. Nella critica d’arte, termine con cui a partire dal sec. 17°, si è indicato, generalm. con intenzioni limitative o spregiative, l’insieme delle manifestazioni artistiche (cioè le diverse maniere)...
maniera
manièra (ant. manèra) s. f. [dal fr. ant. maniere, uso sostantivato dell’agg. manier, propr. «che si fa con le mani»]. – 1. a. Modo particolare di operare, di comportarsi: non tutte le operazioni si svolgeranno alla (o nella) stessa...