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Le parole-bauli, nel modo in cui Carroll le utilizza e Deleuze le analizza, prendono forma attraverso espedienti morfologici (in questo caso dell’inglese) raramente giustificabili [...] bianco che sta di fronte al sole ed è illuminato dal sole, la cui luce riflette”.
Il caso del māori, interessante per le sue implicazioni morfosemantiche, mostra tuttavia la tipica situazione di una lingua naturale in cui tali costruzioni trovano ...
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maori
maòri (o màori) agg. e s. m. e f. – Che appartiene o si riferisce ai Maori, popolazione polinesiana della Nuova Zelanda, abitante in maggioranza nell’Isola del Nord: le tribù, i clan m.; i caratteristici tatuaggi m.; lingua m. (o, come...
caca2
caca2 s. m. [dall’ingl. kaka, voce maori], invar. – Pappagallo (Nestor meridionalis), meglio noto come caca dei Maori, che vive nella Nuova Zelanda; ha grande varietà di colore (bruno-oliva, giallo, scarlatto), occhi piccoli, scuri e...
Popolazione aborigena della Nuova Zelanda. La loro lingua appartiene al vasto gruppo delle lingue austronesiane: la Nuova Zelanda, insieme alle Hawaii nell’emisfero settentrionale, fu l’ultima terra colonizzata dagli austronesiani, che vi approdarono...
Nella mitologia dei Maori, il protagonista della grande narrazione cosmogonica in cui appare come Cielo legato a Papa-Terra (➔ Papa) da un amplesso incessante, tale da impedire libertà di movimento alla loro progenie divina; perciò le divinità...