CASTRO, Scipio di
Roberto Zapperi
Nacque da un Pietro, del quale non si ha alcuna notizia, intorno al 1521 probabilmente in Policastro, la cittadina sul golfo omonimo, che era una antica sede vescovile [...] )e una in traduzione latina (1555). In questo breve compendio di storia universale nel quale aveva avuto parte determinante Melantone, il punto di vista protestante era camuffato infatti con tanta abilità da permettergli la più ampia circolazione nei ...
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DE VIO, Tommaso (Tommaso Gaetano, Caetano)
Eckehart Stöve
Nacque intorno al 20 febbr. 1469 a Gaeta (prov. di Latina), quarto e ultimo figlio di Francesco e Isabella de Sieri. Al battesimo ricevette il [...] fede cristiana. Le affermazioni dottrinali presentate dai protestanti ad Augusta (Confessio Augustana) e l'apologia scritta da Melantone (1531) furono per lui una nuova occasione di confronto con i punti fondamentali della critica e della dottrina ...
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ALESSANDRO VII, papa
Mario Rosa
Nacque Fabio Chigi a Siena il 13 febbr. 1599, da Flavio, discendente del "magnifico" Agostino, e da Laura Marsili. Trascorsi a Siena in un fecondo fervore intellettuale [...] suo maestro, e Federico Ubaldini; e altri codici acquistò in Germania, come forse gli importanti originali delle epistole del Melantone, e in Francia, o ricevette in dono. Molto resta da studiare, mancando ancora una ricerca precisa sulla formazione ...
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CARNESECCHI, Pietro
Antonio Rotondò
Nacque a Firenze il 24 dic. 1508, da Andrea e da Ginevra Tani.
Entrambi, prima della loro unione, erano vedovi con figli: vedovo di Caterina Capponi Andrea, vedova [...] gli indizi d'un persistente interesse ad approfondire le sue posizioni religiose già maturate in Italia: lettura di Melantone, lettura e diffusione di scritti del Valdés. Motivi di solidarietà religiosa probabilmente non furono estranei all'amicizia ...
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FALCO, Giorgio
Girolamo Arnaldi
Nato a Torino il 6 febbr. 1888 da Achille e Annetta Pavia, si laureò nel 1911 a Torino con una tesi in storia medievale su Alfano di Salerno. All'università aveva incontrato [...] storiografia aveva per titolo "La scelta e il periodizzamento"). Così si spiega che, accanto ai più o meno attesi F. Melantone, G. Sleidano, C. Cellario, Voltaire, Condorcet, W. Robertson, E. Gibbon, trovi posto un autore poco noto come il luterano ...
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DELLA CASA, Giovanni
Claudio Mutini
Nacque il 28 giugno 1503 da Pandolfo e Lisabetta di Giovanfrancesco Tornabuoni, probabilmente in Mugello, dove la famiglia possedeva beni ("Monsignor Della Casa - [...] mentre il Vergerio, a Padova, noncurante delle imputazioni, legge pubblicamente le epistole di s. Paolo col commento di Melantone suscitando con ciò le preoccupazioni del governo veneziano che non si sente più disposto a coprime le iniziative nei ...
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BONUCCI (Bonuccio), Agostino
Boris Ulianich
Nacque probabilmente a Monte San Savino (Arezzo) nel 1506. Nulla sappiamo dei genitori. Ancora fanciullo, quasi certamente nel 1514, fu accettato nel convento [...] XXVII è comminata la scomunica per i frati che avessero tenuto presso di sé qualsiasi libro di Lutero, oppure di Melantone, Brent, Calvino, Bullinger, Martin Buzer e altri (in questo ordine vengono citati). Il sospettato di eresia non avrebbe potuto ...
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criptocalvinista
s. m. e f. [comp. di cripto- e calvinista] (pl. m. -i). – Nome con cui furono designati polemicamente (in ted. Kryptokalvinisten) i seguaci del riformista Filippo Melantone (1497-1560), accusati dai luterani di coperta adesione...
adiaforista
s. m. e f. [der. di adiaforia, adiaforo] (pl. m. -i). – 1. Seguace dell’ideale etico dell’adiaforia. 2. Al plur., adiaforisti, i sostenitori della concezione teologica degli adiaphora enunciata da Melantone (v. adiaforo).