Scrittore statunitense (Chicago 1888 - La Jolla, Calif., 1959). Dopo aver fatto il giornalista e il dirigente d'industria, si dedicò alla letteratura poliziesca, dando vita al popolare personaggio dell'investigatore [...] privato Philip Marlowe, originale mescolanza di spregiudicatezza e moralismo, di cinismo e umanità (ne fu efficace interprete sullo schermo, tra gli altri, l'attore H. Bogart): The big sleep (1939); Farewell, my lovely (1940); The high window (1942); ...
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Scrittore (castello di Florian, Gard, 1755 - Sceaux 1794). Lontano parente di Voltaire, fu gentiluomo presso il duca di Ponthièvre, nel castello di Anet. Compose in questo periodo la maggior parte delle [...] sue opere, tutte impregnate di sentimentalismo e del moralismo allora di moda. Ma non tutto è falso "décor" nelle sue commedie scritte per il Théâtre-Italien, vere arlecchinate sentimentali (Le bon ménage, Le bon père, Les Jumeaux de Bergame, 1782), ...
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Scrittore egiziano (Manfalūṭ 1876 - Il Cairo 1924), discepolo del grande riformatore Muḥammad ῾Abduh, le cui dottrine riformiste non gli impedirono di provare una forte ammirazione per la letteratura romantica [...] occidentale, soprattutto francese. Tra le sue opere, spesso permeate da un forte moralismo religioso, ricordiamo: an-Naẓarāt ("Le riflessioni", 3 voll., 1910, 1912, 1920) e al-῾Abarāt ("Le lacrime", 1915) raccolta di poesie, molte delle quali ...
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Drammaturgo inglese (Salisbury 1583 - Londra 1640). Scrittore fecondissimo, compose tuttavia la maggior parte delle sue opere in collaborazione con altri (J. Fletcher, Th. Dekker, ecc.). Solo dal 1623 [...] sembra accentuarsi una manifestazione più indipendente della sua personalità, orientata verso un moralismo meccanico e convenzionale. M. si distingue fra i contemporanei per la vivacità del linguaggio (in cui peraltro l'impeto dà spesso nel retorico ...
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Teorico della letteratura e critico (Częstochowa 1906 - Auschwitz 1942). È stato tra i pionieri dell'applicazione del metodo strutturale allo studio delle opere letterarie. Tra le sue opere: Rozprawa o [...] krytyce literackiej ("Discorso sulla critica letteraria", 1931); Od formizma do moralizma ("Dal formismo al moralismo", 1935); Elementy form literarckich ("Elementi delle forme letterarie", 1936). Prigioniero dei nazisti, morì in campo di ...
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Filosofo (Parigi 1839 - ivi 1898). Insegnò a Versailles, quindi a Parigi, prima al liceo Henri IV e poi alla scuola normale (1875), dove ebbe come scolaro M. Blondel. Motivo fondamentale dei suoi scritti [...] per suo precipuo termine polemico il razionalismo positivistico. Opere principali: De la certitude morale (1870); La philosophie de Malebranche (1870); Essai sur la morale d'Aristote (1881); La philosophie et le temps présent (1890); Les sources de ...
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Saggista e critico olandese (Delft 1887 - ivi 1956). Fondatore e direttore della rivista De Stem ("La Voce", 1921-1940), la quale rappresentò nel primo dopoguerra la corrente idealista e umanitaria. I [...] suoi saggi di letteratura ebbero vasta risonanza, anche se C. fu spesso attaccato per il suo moralismo e la sua religiosità alquanto vaghi. Pubblicò un'antologia di poesia del dopoguerra con una interessante introduzione: Nieuwe Geluiden ("Nuovi ...
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SKOLIMOWSKI, Jerzy
Francesco Bolzoni
Regista cinematografico polacco, nato a Varsavia il 5 maggio 1938. Un'infanzia durissima − il padre morì in campo di concentramento, la madre partecipò alla resistenza [...] − favorì il sorgere di sentimenti di rivolta e di rivalsa che lo spinsero a respingere il plumbeo moralismo imperante nella Polonia comunista. Camuffato da teppista (''huligano''), propagandava musica jazz e recitava in teatrini versi irrispettosi ...
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Scrittore inglese (Eastwood, Nottinghamshire, 1885 - Vence, Varo, 1930). In polemica con il puritanesimo, il cristianesimo, gli ideali democratici e la psicanalisi (sebbene abbia saputo valersene non [...] ideale di mistica comunione con l'universo, un impossibile ritorno alla semplicità primitiva, finendo col cadere in un moralismo di tipo particolare, avverso alle varie forme di decadentismo di fine secolo. Convinto del valore del proprio messaggio ...
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Denina, Carlo
Franco Arato
Nato a Revello nel 1731 e morto a Parigi nel 1813, il poligrafo piemontese, viaggiatore e cosmopolita (visse alla corte di Federico II di Prussia e fu poi bibliotecario di [...] Napoleone), cita spesso M., plagiandone anche gli scritti, ma esprimendo sovente giudizi in linea con un convenzionale moralismo. Nella sua opera più fortunata, Le rivoluzioni d’Italia (1769-1770), tracciata, quanto al metodo, sulle orme dell’ ...
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moralismo
s. m. [der. di morale1]. – 1. Tendenza a dare prevalente o esclusiva importanza a considerazioni morali, spesso astratte e preconcette, nel giudizio su persone e fatti della vita, della storia, dell’arte; atteggiamento di rigida...
morale1
morale1 agg. e s. f. e m. [dal lat. moralis, der. di mos moris «costume», coniato da Cicerone per calco del gr. ἠϑικός, der. di ἦϑος: v. ethos, etico1, etica]. – 1. agg. a. Relativo ai costumi, cioè al vivere pratico, in quanto comporta...