CODRONCHI, Antonio
Giuseppe Pignatelli
Nacque a Imola l'8 ag. 1748 dal conte Innocenzo e da Giulia Stivivi di famiglia riminese. Compì i suoi studi nel locale collegio retto dai gesuiti, ma anche nell'ambiente [...] miravano ad attaccare gli stessi dogmi cattolici. Nelle "conclusioni", in mezzo a disposizioni improntate a un rigido moralismo, trova posto la raccomandazione ai parroci di vigilare contro la diffusione dei libri proibiti (in particolar modo presso ...
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VERRI, Alessandro
Pierre Musitelli
– Nacque a Milano il 9 giugno 1741 dal conte Gabriele (1695-1782; v. la voce in questo Dizionario), membro del Senato dal 1749, poi reggente al Consiglio d’Italia [...] uomini è la storia de’ loro delitti», Pensieri scritti da un buon uomo, in Il Caffè, cit., p. 191). Solo una morale capace di inibirne le pulsioni omicide era in grado di garantire il rispetto degli «argini» a tutela del fragile equilibrio della ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Francesco Stella
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Per la sua visione del mondo Baudelaire viene considerato il “Dante di un’epoca decaduta”, [...] interesse per la politica. Non è un rivoluzionario, ma un individualista in rivolta permanente contro le “belve feroci della proprietà”, il moralismo, il progresso, tutti i valori di “un mondo in cui l’azione non è sorella al sogno”, bensì il braccio ...
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Carlo Emilio Gadda, primogenito di tre fratelli, nacque a Milano nel 1893 da famiglia borghese (padre imprenditore tessile, madre docente nelle scuole magistrali). Certe ristrettezze economiche, denunciate [...] : vieppiù, il credo sublime, laboravi fidenter. L’ironia feroce del narratore prende in contropiede il perbenismo o moralismo dei milanesi ricchi, sia attraverso forme fonetiche e sintattiche desuete e libresche (gitta, officio, discettatore, il di ...
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FORLOSIA, Nicola
Dario Busolini
Nacque a Napoli tra gli anni Ottanta e Novanta del sec. XVII in una famiglia appartenente al ceto legale attivo in provincia. Dei fratelli del F. Carmine esercitò l'avvocatura, [...] contesto, Federico II rappresentava per lui il legittimo difensore dello Stato contro le pretese del Papato.
Un certo moralismo, seppur provocato da un'autentica tensione etica verso questi problemi, faceva dimenticare al F. la lezione del Giannone ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Giorgio Monari
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Con Mozart, e in parte con Molière, il personaggio di Don Giovanni trova la sua rappresentazione [...] commedie e commedie dell’arte; drammi, operine di edificazione morale, balletti, melodrammi, (...).
G. Macchia, Vita, il morto invitandolo al rituale banchetto; sarà poi il moralismo del teatro gesuitico e la cultura controriformistica a spingere ...
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Europa orientale e Grecia
Roberto Valle
Konstantin Koftis
La complessa e intricata vicenda della fortuna del pensiero politico di M. nell’Europa centro-orientale si inserisce, secondo lo storico ceco [...] a Machiavelli. Il tempo, la vita, l’uomo), Zagreb 1985; J. Križanić, Politika, Moskva 1997; P. Carta, Politica e morale nel Machiavelli di Josef Macek, in Machiavelli nella storiografia e nel pensiero politico del XX secolo, Atti del Convegno, Milano ...
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BARUFFALDI, Girolamo
Raffaele Amaturo
Nacque a Ferrara il 17 luglio 1675 da Niccolò e da Caterina dei Campi. Compiuti i primi studi di grammatica e di retorica presso i gesuiti nel seminario vescovile [...] in prosa in dialetto ferrarese La lum dal maneg (1719), in cui il B. rivela doti di garbata ironia e di fine moralismo. Prima, del 1723 fu composta la prima, delle sue tragedie, l'Ezzelino, che svolge una tradizione diversa da quella accolta nella ...
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SALVIATI, Jacopo
Marcello Simonetta
– Nacque a Firenze il 15 settembre 1461 da Giovanni di Alemanno e da Elena Gondi, e frequentò lo Studio fiorentino.
Angelo Poliziano gli dedicò il suo Rusticus (1483), [...] per prendere le sue contorte decisioni, e tenere a bada i suoi ambiziosi parenti. Un fondo di moralismo nell’atteggiamento di Salviati venne denunciato anche da Francesco Guicciardini, allora governatore di Bologna e suo regolare corrispondente ...
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MANGANELLA, Renato Eduardo (Lucio D'Ambra)
Massimiliano Manganelli
Nacque a Roma il 1 sett. 1880 da Domenico, direttore generale del ministero dei Lavori pubblici, e da Luigia Villa; la famiglia, benestante, [...] fatto di vendite e per cui progettò sette trilogie romanzesche, di cui ben cinque condotte a termine.
Venata di moralismo e di romanticismo, la sua narrativa, che non appare all'altezza dello stile cinematografico, oscilla tra frivolezza mondana ed ...
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moralismo
s. m. [der. di morale1]. – 1. Tendenza a dare prevalente o esclusiva importanza a considerazioni morali, spesso astratte e preconcette, nel giudizio su persone e fatti della vita, della storia, dell’arte; atteggiamento di rigida...
morale1
morale1 agg. e s. f. e m. [dal lat. moralis, der. di mos moris «costume», coniato da Cicerone per calco del gr. ἠϑικός, der. di ἦϑος: v. ethos, etico1, etica]. – 1. agg. a. Relativo ai costumi, cioè al vivere pratico, in quanto comporta...