Termine, introdotto da H. Frei e ripreso poi da A. Martinet, per designare le più semplici unità linguistiche dotate di significato: nella sequenza prendi la palla i m. saranno prend-, -i ‘seconda persona [...] presente’, l- ‘articolo determinativo’, -a (di la) e -a (di palla) ‘femminile, singolare’ (si tratta in questo caso di un m. discontinuo), pall-. Nella terminologia della linguistica strutturale statunitense a m. corrisponde il termine morfema. ...
Leggi Tutto
In linguistica, si dicono a. i morfemi adoperati nella formazione delle parole, distinti in prefissi, infissi e suffissi, secondo che compaiano dinanzi, nell’interno o dopo la radice o il tema; per es.: [...] s- in sbattere; -n- nel lat. linquo (perf. liqui); -sc- in pulisco (inf. pulire) ...
Leggi Tutto
In linguistica, ulteriore determinazione morfologica ottenuta mediante l’uso di più morfemi della stessa classe funzionale: cumulo di desinenze, coesistenza di desinenza e preposizione, preposizioni derivate [...] ecc. Raramente si parla di r. nel caso di cumulo di più morfemi di differente classe funzionale.
In sede di lessicologia, s’intende per r. la modificazione semantica di un vocabolo operata mediante un richiamo a un valore etimologicamente più antico ...
Leggi Tutto
In linguistica, studio sistematico delle regole che presiedono alla formazione di un enunciato linguistico (parole, sintagmi, frasi) mediante la combinazione di morfemi. La m. si occupa dei rapporti reciproci [...] delle parole nella frase, come per es. nella concordanza fra nome e aggettivo (libro rosso, e non rossi o rosse), nome e verbo (il cane gioca e non il cane giocano) ...
Leggi Tutto
In linguistica, elemento formativo che conferisce aspetto e funzionalità alle parole e alle radici, definendone la categoria grammaticale e la funzione sintattica. I m. possono essere isolati, come le [...] prima pers. sing.).
Nella terminologia della linguistica statunitense morpheme è qualunque segmento di enunciato dotato di significato. Morfemica è il settore della linguistica strutturale che studia i m. sia in quanto unità minime significative sia ...
Leggi Tutto
In linguistica si dice: a) in sede storica, di fase linguistica caratterizzata da assenza di paradigmi oppure da uno stato embrionale degli stessi, rispetto a una fase successiva grammaticalizzata che [...] elementi lessicali o stilistici considerati in una fase anteriore a quella in cui si osserva la loro utilizzazione come morfemi; c) in sede di analisi testuale, di ogni aspetto dell’espressione concreta nel quale l’attività intuitiva del parlante ...
Leggi Tutto
Filosofia
G.W. Leibniz chiamò arte c. quella che R. Lullo aveva battezzato ars magna, e cioè il simboleggiamento dei vari concetti in segni geometrici o algebrici, tale che permettesse di combinarli reciprocamente [...] hanno di associarsi tra loro per dar luogo a unità di livello superiore (combinazione di fonemi per dar luogo a morfemi, di morfemi per dar luogo a parole o locuzioni ecc.).
Metodo combinatorio
Metodo filologico che consiste nell’accertare l’esatta ...
Leggi Tutto
In linguistica, unità minima non ulteriormente analizzabile del significante. Il termine si è affermato con J. Baudouin de Courtenay e F. de Saussure. Dopo N.S. Trubeckoj, in opposizione a suono, denota [...] ) di unità d’ordine più complesso dei f. (e cioè i monemi, con il termine di H. Frei e A. Martinet, morfemi nella terminologia della linguistica americana), i cui termini si distinguono commutando ‹p› e ‹b›. Se tale coppia non vi fosse, si dovrebbe ...
Leggi Tutto
Il termine analogia designa il processo diacronico attraverso cui una parola cambia forma fonologica e morfologica per diventare più somigliante a un’altra parola già esistente nella lingua. Tale processo [...] anche a fatti di carattere morfologico, sia pure di un tipo molto specifico, come i confini morfologici tra morfemi (➔ morfologia). Per es., in italiano settentrionale una regola di sonorizzazione colpisce tutte le ➔ sibilanti intervocaliche: ca[z]a ...
Leggi Tutto
Linguistica
Leonardo Savoia
Alberto Mancini
M. Rita Manzini
(XXI, p. 207; App. II, ii, p. 210; IV, ii, p. 344; V, iii, p. 229)
I temi legati all'evoluzione della l. e delle discipline a essa collegate [...] cartvelico o caucasico meridionale (utilizzazione morfologica dell'apofonia /E/-/O/-Ø) e forse con il semitico.
A livello morfemico, si è notato che l'indoeuropeo, fusivo nelle più antiche attestazioni (come il cartvelico e il semitico), ha rivelato ...
Leggi Tutto
morfema
morfèma s. m. [der. del gr. μορϕή «forma», sul modello di fonema] (pl. -i). – In linguistica, elemento formale che conferisce aspetto e funzionalità alle parole e alle radici, definendone la categoria grammaticale e la funzione sintattica....
morfemica
morfèmica s. f. [dall’ingl. morphemics, der. di morpheme «morfema»]. – Settore della linguistica strutturale che studia i morfemi sia in quanto elementi lessicali, unità minime significative (m. lessicale, corrispondente approssimativamente...