. Questo termine è usato, sia per designare l'organizzazione corporativa dello stato, qual è attuata in Italia e si viene attuando, sull'esempio italiano, in altri paesi, sia il complesso di quelle correnti di pensiero, che affermano la necessità di costituire l'organizzazione statale sulla base di corporazioni e secondo uno spirito corporativo. Tale movimento, promosso dalle idealità della rivoluzione ...
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La disciplina del fallimento, contenuta nel r. decr. 16 marzo 1942, n. 267, conserva all'istituto, pur accentuandone l'impronta pubblicistica, i lineamenti essenziali che già aveva nel sistema del cod. di comm. e cioè di "processo a carattere prevalentemente esecutivo promosso allo scopo del soddisfacimento egualitario dei creditori". Tuttavia sono state apportate modificazioni più o meno profonde. ...
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Origini ed evoluzione negli Stati Uniti
Il trust è un antico istituto giuridico della common law inglese, che consente di attribuire fiduciariamente ad altri l'esercizio dei propri diritti. A esso pensarono di ricorrere negli Stati Uniti di fine Ottocento le grandi imprese, che erano uscite vincitrici dalle sanguinose guerre concorrenziali degli anni precedenti e che volevano gestire per il futuro ...
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Diritto romano. - Il rapporto di comproprietà o condominio è nel diritto romano indicato dall'espressione rem communem habere o rem plurium esse, come il rapporto di proprietà, nel quale vien posta in evidenza l'appartenenza della cosa al soggetto, è indicato dall'espressione res mea est o in bonis meis est, onde i diritti altrui che gravano sopra la cosa nostra si chiamano iura in re, e non ancora ...
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. È una delle forme di difesa del convenuto in un processo civile, talvolta anche dell'accusato in un processo penale: suo carattere distintivo è di non negare il diritto vantato dall'attore né l'obiettività del fatto illecito, ma di far valere una circostanza che esonera dall'obbligo o dalla responsabilità.
Nel processo civile romano, dove è nata, l'exceptio aveva lo scopo di far applicare, in confronto ...
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Erudito spagnolo, nato verso il 1425, forse a Cordova, e morto a Roma al principio del 1485. A 20 anni era già dottore in diritto civile e canonico, e maestro di teologia e arti liberali. Aveva conoscenza della poesia, componeva musica, parlava e scriveva il latino, il greco, il caldeo e l'arabo. Nel 1443 venne in Italia, e l'anno seguente era nella corte aragonese, confessore regio. Alla fine del ...
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Umanista e giureconsulto, nato a Napoli alla fine del sec. XV, morto ivi l'8 dicembre 1551. Fu professore d'istituzioni di diritto civile nel 1518, indi di diritto civile nel 1534 e ultimo presidente dell'Accademia Pontaniana, che, dopo la morte del Sannazzaro (1530), trasferì in sua casa. L'avere aderito alle dottrine religiose di Giovanni Valdés e Bernardino Ochino gli valse nel 1543 la destituzione ...
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Giurista francese, nato a Saverne il 20 giugno 1803, morto a Strasburgo il 12 marzo 1883. Avvocato dal 1824, fu professore di diritto civile all'università di Strasburgo dal 1830, e dal 1851 al 1870 decano autorevole e rispettatissimo di quella facoltà giuridica: negli ultimi anni fu consigliere alla Corte di cassazione.
Il Cours de droit civil français da lui pubblicato in collaborazione col collega ...
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Giureconsulto italiano, così detto dal suo luogo di origine, della famiglia fiorentina dei Rossoni. Fu nel 1279 professore di diritto civile a Pistoia, non appena addottoratosi nell'università bolognese; lesse a Bologna nel 1284 e più tardi forse a Siena; nel 1297 Bonifacio VIII lo chiamò a Roma forse per collaborare alla compilazione del Sesto o, più probabilmente, del solo titolo De regulis iuris; ...
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Patriota americano nato il 14 settembre 1737 ad Annapolis (Maryland), morto il 14 novembre 1832. Studiò diritto civile a Bourges e Parigi e diritto comune a Londra e tornò in America nel 1765. Acquistò fama politica come autore di lettere firmate "Primo cittadino", nelle quali si dava molto peso all'illegalità delle imposte ideate dagli ufficiali esecutivi del Maryland, senza l'assenso dell'assemblea ...
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eco-centrale
s. f. Centrale per la produzione di energia le cui emissioni risultano poco inquinanti per l’ambiente. ◆ Secondo gli 007 dell’ambiente, la eco-centrale creava «un alto tasso di inquinamento prodotto dall’emissione di ceneri, polveri...
megawatt
‹-vàt› s. m. [comp. di mega- e watt]. – Unità di misura della potenza, pari a 106 watt, usata soprattutto per misurare la potenza prodotta, su grande scala, utilizzando le diverse fonti di energia; simbolo: MW.