Scrittore ungherese, nato il 23 ottobre 1894 a Budapest da una ricca famiglia borghese. Durante la Repubblica dei Consigli del 1919 fu membro del direttorio letterario, poi per molti anni visse all'estero. Cominciò a scrivere a Vienna nel 1933 la trilogia Befejezetlen mondat ("Frase incompiuta") che narra le esperienze di un giovane borghese il quale approda al ceto operaio. Tornato in Ungheria nel ...
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Scrittore, nato a Mineo (Catania) l'11 luglio 1924. Laureato in medicina e specializzato in cardiologia, dal 1956 ha esercitato la professione a Frosinone. Fu scoperto da E. Vittorini che gli pubblicò nei "Gettoni" Il sarto della stradalunga (1954), romanzo che, ambientato nel paese natale e con protagonista il padre dello scrittore, ancora parzialmente si lega a una rappresentazione del mondo siciliano ...
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Poeta e critico d'arte francese, nato a Tours il 24 giugno 1923. Compiuti studi di matematica e filosofia, frequenta fino al 1947 a Parigi il gruppo dei Surrealisti. Nel 1953 pubblica la sua prima opera, Du mouvement et de l'immobilité de Douve, seguita da Hier régnant désert (1958), Pierre écrite (1965), Dans le leurre du seuil (1975). Nel 1959 ottiene il Prix de la Nouvelle Vague per L'Improbable, ...
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Scrittore e scienziato, nato a Torino il 16 febbraio 1891, morto a Ivrea il 25 gennaio 1948. Nel 1914 si laureò in ingegneria nel Politecnico torinese. Per varî anni insegnò balistica all'Accademia di artiglieria, e frutto delle sue ricerche tecniche sono i due volumi di Scritti scientifici (Roma 1927,1934). Quale moralista e scrittore politico esordì su La Ronda, rivelando poi, in Ginevra, Vita nuova ...
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Scrittore e critico svizzero, nato a La Chaux-de-Fonds il 17 luglio 1901, morto a Roma il 3 maggio 1957. Studiò alla facoltà di lettere di Ginevra; alla Sorbona conseguì la licenza e il dottorato in lettere. Lettore di francese all'università di Halle-Wittemberg (1929-34), si dedicò alla germanistica, traducendo diverse opere letterarie dell'Ottocento. Dal 1942 diresse Les Cahiers du Rhône, rivista ...
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Scrittore francese, nato ad Antibes il 25 marzo 1899; trascorse l'infanzia nel Sud. Nel 1926 divenne redattore del Petit Parisien; collaborò alle maggiori riviste letterarie, fra cui La Nouvelle Revue Française.
L'opera che lo affermò come poeta è L'empire et la frappe (1930). Dall'originaria poetica d'imitazione mallarmeana, carica peraltro di una violenza del tutto assente nel Mallarmé, A. si è rivolto, ...
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Scrittore inglese, nato il 6 agosto 1914. Ha compiuto gli studî a Cambridge; vive in una sua terra che si dedica a coltivare. A tale sua attività si riferiscono libri quali Journal of a husbandman (1944), Home-made home (1947), Tobacco growing in England (1950). Dal 1938 al 1946 ha diretto The Townsman; ha fondato (1953) il Devon Festival of the Arts e (1955) The English Stage Company.
Come poeta, ...
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Scrittore francese, nato ad Amiens nel 1886. Dal 1929 fa parte dell'Académie Goncourt.
Dopo aver pubblicato un primo libro sulla guerra (La machine à finir la guerre, 1917), pubblicò nel 1919 Le cabaret de la belle femme e Les croix de bois, nei quali con un realismo vigoroso e sobrio è data una delle rappresentazioni più imparziali, potenti ed efficaci che della guerra mondiale siano state scritte. ...
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Scrittrice statunitense (n. Lockport 1938). Nei numerosi interventi critici e nei saggi, O. sviluppa, sperimentandola peraltro nelle opere creative, una sua concezione complessa dell'arte che, partendo da un'accentuazione «morale», riequilibra poi con l'affermazione di segno contrario dell'autonomia dell'arte. Argomento dei romanzi di O. − spesso inficiati da fragile struttura e da eccessivo accumulo ...
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Scrittore, nato a Roma il 17 marzo 1917; ha dimorato a lungo nel Volterrano, dove prese parte alla Resistenza; è professore di liceo a Grosseto.
La sua narrativa, fin dalle stringate "moralità" o "caratteri" dell'esordio (La visita, Firenze 1942; Alla periferia, ivi 1942), appare dominata dal motivo della solitudine dell'individuo e della pena di vivere, cui è unico conforto il senso della solidarietà ...
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eco-centrale
s. f. Centrale per la produzione di energia le cui emissioni risultano poco inquinanti per l’ambiente. ◆ Secondo gli 007 dell’ambiente, la eco-centrale creava «un alto tasso di inquinamento prodotto dall’emissione di ceneri, polveri...
megawatt
‹-vàt› s. m. [comp. di mega- e watt]. – Unità di misura della potenza, pari a 106 watt, usata soprattutto per misurare la potenza prodotta, su grande scala, utilizzando le diverse fonti di energia; simbolo: MW.