Pittore (Pistoia 1917 - Livorno 1992). Cubista prima, astratto-concreto poi, è giunto dopo il 1948 ad esiti neoplastici suprematisti. La sua opera, caratterizzata dalla serialità delle immagini e dall'individuazione [...] di linee di forza che si costituiscono in strutture, si presenta come un'indagine coerente sui concetti di spazio e tempo intesi come realtà concrete dell'esperienza e tradotti in tracciati o in progressioni ...
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Scultore e pittore (Anversa 1886 - Parigi 1965). Studiò all'Accademia di Anversa; durante la prima guerra mondiale, internato in Olanda, conobbe T. van Doesburg. Nel 1917 sottoscrisse il manifesto di De [...] Stijl, collaborò alla rivista del movimento e produsse una serie di pitture e sculture secondo i principî neoplastici che, pur con l'introduzione dell'intero spettro cromatico, continueranno a segnare le sue opere. Nel 1921 si stabilì a Mentone ...
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STIRLING, James
Sergio Polano
Architetto inglese, nato a Glasgow il 22 aprile 1926; una delle figure catalizzatrici nel panorama della cultura inglese degli anni Cinquanta, che ricopre un ruolo fondamentale [...] analisi del linguaggio della tradizione moderna. Tra suggestioni costruttiviste e futuriste, violenze tecnologiche, innesti lecorbusieriani e neoplastici, la progettazione è per S. il prodotto dell'architettura in quanto manifestarsi di linguaggi. È ...
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Architetto tedesco (Aquisgrana 1886 - Chicago 1969). Presidente del Novembergruppe (1923), vicepresidente del Deutscher Werkbund (1926-31) e direttore artistico del programma per l'allestimento del quartiere [...] ) e la villa Tugendhat a Brno (1928-30). L'esigenza di uno spazio cubista, già auspicato dagli architetti neoplastici, fu risolta attraverso una formulazione del tutto personale: all'interno della scansione modulare della pilastratura in acciaio, M ...
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(XIII, p. 9; App. V, i, p. 843)
Nell'articolata analisi del d. - procedimento ed espressione artistica autonoma o funzionale alla realizzazione di un'opera di pittura, scultura o architettura - svolta [...] iniziò come pittore (fu discepolo di V. Kandinskij ed ebbe rapporti con P. Mondrian dal 1915); il suo periodo propriamente neoplastico è databile dal 1917: è il momento in cui il metodo assonometrico fu visto come l'unico in grado di consentire la ...
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PANNAGGI, Ivo
Fabio Ionni
PANNAGGI, Ivo. – Nacque a Macerata il 28 agosto 1901. Fu registrato come figlio di Amedeo Umberto, tipografo e assicuratore, e di Maria Caramico, ma era figlio naturale di [...] quattro ambienti differenziati nella concezione sulla base della funzione, lavorando sui principi dell’arte meccanica con accenti neoplastici e costruttivisti. Due camere sono ancora in situ; la stanza delle radioaudizioni fu smontata nel dopoguerra ...
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Architettura
Leonardo Benevolo
di Leonardo Benevolo
Architettura
sommario: 1. Le origini della nuova architettura. 2. La formazione di un movimento unitario. 3. Le esperienze dal primo dopoguerra ad [...] oppure: ‛questa è la mia idea'. L'arte vera, come la vita, prende un'unica via" (ibid., p. 143).
Gli artisti neoplastici parlano di leggi del loro lavoro, fisse e collegate a quelle già individuate in altri campi.
Mondrian: ‟Vi sono leggi fisse che ...
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neoplastico
neoplàstico agg. [der. di neoplasia, secondo l’agg. plastico] (pl. m. -ci). – Di neoplasia, che presenta neoplasia, che costituisce neoplasia, sia in medicina (sinon. di tumorale), sia in fitopatologia: tessuti n.; formazioni,...
oncofetale
agg. [comp. di onco- e fetale]. – In medicina, relativo a tessuto neoplastico embrionale o fetale: antigeni o., sostanze contenute nei tessuti embrionali o fetali (e assenti nell’adulto in condizioni normali) che, per essere prodotte...