Piccolomini, Francesco di Niccolo
Piccolomini, Francesco di Niccolò
Filosofo aristotelico (Siena 1520 - ivi 1604). Studiò a Padova, dove fu discepolo di Zimara, e insegnò nelle univv. di Siena, Macerata, [...] aristotelici alla luce di una radicale revisione in senso cristiano e spiritualistico, accogliendo inoltre alcune istanze del neoplatonismo ficiniano. In questo contesto si inserisce la Universa philosophia de moribus (1583), nella quale, in polemica ...
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platonismo
Marta Cristiani
Con questo termine si è soliti indicare quel complesso di temi e dottrine, legato all'influsso delle teorie platoniche e alla rielaborazione di esse operato dalla scuola neoplatonica.
Da [...] ; Massimo di Tiro e Numenio alla fine del secolo stesso) in cui già si delineano i caratteri fondamentali del neoplatonismo, come l'affermazione di una radicale trascendenza del principio di tutte le cose, l'importanza crescente degl'intermediari, l ...
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Poeta, saggista e drammaturgo polacco (Leopoli 1924 - Varsavia 1998). Una delle maggiori figure della poesia del secondo Novecento, cosciente dell'impossibilità di riproporre meccanicamente temi che si [...] rinuncia a proclamare l'esistenza e il valore del bello coniugato al vero, fedele a una scala di valori ispirati al neoplatonismo professato dal suo maestro Elzenberg. Il suo classicismo è una concezione del mondo, che non si oppone formalmente all ...
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Filosofo neoplatonico della seconda metà del V secolo d. C., molto stimato dai suoi contemporanei e soprannominato "il grande" (anche, forse, per distinguerlo dall'altro e più giovane Asclepiodoto, pure [...] ad altri campi. Questo suo temperamento di ricercatore gl'impedì di abbandonarsi alle esagerazioni mistiche e metafisiche del neoplatonismo del suo tempo, da cui perciò (e specialmente da Damascio) gli viene rimproverata una scarsa comprensione della ...
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simpatia Sentimento di inclinazione e attrazione istintiva verso persone, cose e idee. filosofia Il greco συμπάϑεια designa la comunanza che si manifesta tra più esseri in quanto sono soggetti delle medesime [...] allo stato d’animo di un’altra. Nel primo senso si affermò nello stoicismo, e passò poi al neoplatonismo plotiniano, e al neoplatonismo e naturalismo del Rinascimento italiano (G. Pico, F. Patrizi, G. Cardano, T. Campanella). Nel secondo senso (che ...
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Tra le dottrine di Origene, poi ripudiate come errori dalla Chiesa, una delle più notevoli è questa della restaurazione finale, cioè del perdono per tutti indistintamente i peccatori. Essa si ricollega [...] a tutto il sistema filosofico-teologico origeniano, derivato da correnti ben note del pensiero ellenico, soprattutto dal neoplatonismo (v. origene). Dalla nozione che Dio è, prima e più di tutto, bontà (la quale si manifesta già nell'Incarnazione); ...
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VITTORINO, Mario (Caius Marius Victorinus) detto anche l'Africano o il Retore
Mario Niccoli
Scrittore cristiano. Originario dell'Africa proconsolare, nato probabilmente agl'inizî del sec. IV, Vittorino, [...] de generatione divini Verbi; Adversus Arium; De Homousio recipiendo; 3 inni De Trinitate) interessanti sia per i presupposti neoplatonici che V. porta nella polemica contro Ario e nella difesa dell'Homousio sia perché, attraverso la coniazione di ...
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La civilta islamica: antiche e nuove tradizioni in matematica. Filosofia della matematica
Roshdi Rashed
Filosofia della matematica
Gli storici della filosofia islamica dimostrano un interesse molto [...] , mostrano come al-Kindī collegasse i principî, gli strumenti matematici e la filosofia all'interno della tradizione aristotelica del neoplatonismo. Si osservi, però, che il filosofo al-Kindī era al tempo stesso un matematico, come attestano le sue ...
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Filosofo e teologo (Roccasecca 1225 o 1226 - Fossanova 1274). Fanciullo, oblato nel monastero di Montecassino, studiò poi a Napoli ove ebbe maestri (la notizia è di G. Tocco) Martino di Dacia e Pietro [...] concezione cristiana del mondo (influiscono e convergono nella sua posizione l'aristotelismo arabo e certe tesi del neoplatonismo filtrate attraverso Agostino, Boezio, Dionigi, il Liber de causis e Avicenna), è tuttavia evidente che l'aristotelismo ...
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cagione
Alfonso Maierù
. Nell'uso filosofico il termine ‛ causa ' (ma la forma prevalente in D. è c.) designa i principi operatori e giustificativi della vita, del movimento e di tutto ciò che accade [...] diverse nature; i cieli perciò sono ‛ secondarie c. '.
Ancora il Nardi rileva che il punto di partenza di questa dottrina è neoplatonico, ricavato da Avicenna: " a stabili in quantum stabile non est nisi stabile " (D. e Pietro d'Abano, p. 44); per ...
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neoplatonismo
s. m. [comp. di neo- e platonismo]. – Movimento di pensiero che, estendendosi all’incirca dalla metà del sec. 2° d. C. fino alla metà del 6° (e in Alessandria anche alla metà del 7°), è caratterizzato dalla tendenza a rinnovare...
neoplatonico
neoplatònico agg. e s. m. [comp. di neo- e platonico1] (pl. m. -ci). – Relativo al neoplatonismo: movimento n., corrente n., teorie neoplatoniche. Seguace del neoplatonismo: un filosofo n., e, come sost., un n., i neoplatonici.