Musicista (Budapest 1814 - Parigi 1888). Studiò a Vienna; stabilitosi dal 1838 a Parigi, vi acquistò gran fama di concertista e di insegnante di pianoforte. La sua produzione comprende circa 150 numeri [...] d'opera: sonate, sonatine, notturni, scherzi, variazioni, valzer, mazurche, ballate e alcuni quaderni di studî. Senza aver grande genialità, H. riesce a ottenere creazioni apprezzabili per la loro semplice e dolce poesia: Nuits blanches, Promenades d ...
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(o Grillacridi) Famiglia di Insetti Ortotteri Ensiferi, quasi esclusivamente tropicali. Hanno corpo grosso e tozzo, antenne lunghe, tibie lunghe e spinose; spesso sono privi di apparati stridulatori e [...] di ali; si nutrono di organismi morti, soprattutto vegetali; notturni. ...
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Famiglia di Roditori Istricomorfi della regione neotropica, suddivisa nelle sottofamiglie Echimini e Dattilomini. Simili a ratti, misurano da 10 a 50 cm, esclusa la coda. Nella sottofamiglia Echimini [...] sono presenti setole spiniformi. Erbivori e frugivori; spesso gregari; prevalentemente notturni, preferiscono le zone umide. ...
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Pittore italiano (Verona 1909 - Roma 1987). È stato a lungo a Parigi e, dal 1945, si è stabilito a Roma; la sua pittura risente, nell'impostazione cromatica e nella tematica, della "scuola romana" pur [...] con accenti inconfondibilmente veneti; ha prediletto effetti notturni. ...
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DEGOLA, Giocondo
Danilo Prefumo
Nato a Genova nel 1803 dal compositore e musicista Andrea Luigi, studiò inizialmente col padre e col polacco Francesco Mirecki.
Dopo essersi fatto apprezzare come autore [...] di alcune garbate romanze da camera e di notturni che ottennero un buon successo nei salotti genovesi, si dedicò al melodramma. L'opera d'esordio, Isabella Spinola - rappresentata col titolo di Adelisa al teatro Carlo Felice di Genova nella primavera ...
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Pittore e decoratore (Drottningholm 1865 - Valdemarsudde 1947), figlio di re Oscar II. Studiò a Parigi (1887-89) presso F.-J.-Fl. Bonnat e H. Gervex, esordì nel 1889 all'Esposizione di Parigi, dipinse [...] quasi esclusivamente paesaggi, con predilezione per effetti crepuscolari e notturni e con tendenza ad accentuarne il lirismo e a stilizzarli decorativamente. Eseguì anche pitture murali (nel Teatro di prosa a Stoccolma, nella scuola di Östermalm) e ...
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Direttore d'orchestra, nato a Roman (Romania) il 26 luglio 1912. Ebbe la prima educazione musicale a Bucarest e poi per vario tempo alternò gli studî di musica, di filosofia e di matematica con il lavoro [...] in locali notturni e scuole di danza di Parigi. Dal 1939 al 1945 studiò al conservatorio di Berlino, dove fu allievo di Hans Thiessen e Fritz Stein, seguendo contemporaneamente i corsi di musicologia tenuti all'università da Arnold Schering e Georg ...
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Ordine della classe degli Uccelli, che comprende i Rapaci diurni, riconoscibili esternamente dal becco uncinato, fornito di cera, nella quale si aprono le narici. Unghie forti e potenti, come quelle degli [...] Striges o Rapaci notturni. Forniti più o meno abbondantemente di piumino. Abitudini diurne. Uova rossicce con macchie, in alcuni casi immacolate. È un ordine cosmopolita che in Europa è rappresentato da due famiglie: Falconidae e Aquilidae. ...
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Te lucis ante
Dante Balboni
Dal tempo di s. Benedetto (m. 540) l'inno Te lucis ante terminum era cantato dai monaci al termine della giornata come invocazione di presidio e di difesa da parte di Dio [...] perché i sogni notturni e le suggestioni diaboliche non contaminassero i corpi durante il riposo. La robustezza dei concetti e la scioltezza del ritmo hanno suggerito s. Ambrogio come autore, il cui stile l'inno certamente riflette.
Dopo il canto ...
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Genere di Mammiferi Artiodattili Bovidi Antilopini, detti dik-dik, con 4 specie dell’Africa orientale e meridionale. Alti al garrese 35-40 cm, hanno muso allungato, corna rivolte indietro e con in mezzo [...] un ciuffo di peli, coda corta, zoccoli piuttosto lunghi. Schivi, prevalentemente notturni, vivono in coppie territoriali nella boscaglia. ...
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notturno
agg. e s. m. [dal lat. nocturnus, der. di nox noctis «notte»]. – 1. agg. a. Della notte, che è proprio della notte: le ore n.; quiete, silenzio n.; le tenebre n.; Quali fioretti dal n. gelo Chinati e chiusi (Dante). b. Di cose, che...
segnale
s. m. [lat. tardo signale, neutro sostantivato dell’agg. signalis, der. di signum «segno»]. – 1. a. Indicazione di tipo ottico o acustico, per lo più stabilita d’intesa o convenzionale, con cui si dà una comunicazione, un avvertimento,...