simbolismo
Eugenia Querci
L’immaginazione e il sogno al servizio dell’arte
Il termine simbolismo indica in primo luogo un movimento letterario e artistico sviluppatosi in Francia e in Europa verso la [...] un modello architettonico e decorativo.
Si comincia ad apprezzare anche ciò che spaventa o addirittura terrorizza, come gli incubi notturni o un paesaggio grandioso dominato da un crepaccio oscuro e senza fondo: è il concetto del sublime, qualcosa ...
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BONICHI, Gino (più noto con lo pseudonimo di Scipione, usato per la prima volta nel 1927 in occasione di una esposizione all'Opera cardinal Ferrari a Milano)
Giuseppe Marchiori
Nacque a Macerata il 25 [...] degli scrittori e degli artisti del caffè Aragno o dei giovani pittori e poeti, compagni d'interminabili vagabondaggi notturni, che gli leggevano Góngora e Mallarmé.
Nella primavera del 1931 il B. ricadde malato, consumato dalla frenetica attività ...
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PAGNI, Ferruccio
Eugenia Querci
– Nacque a Livorno l’11 settembre 1866 da Domenico e da Regina Bini.
Seguì i corsi di Natale Betti presso la Scuola comunale di disegno, dove ebbe compagni Plinio Nomellini [...] , in Maremma, lungo il Serchio, nella campagna pisana, in un sereno ripetersi di motivi tratti dal vero, con effetti di pioggia, notturni, albe e tramonti.
Morì a Torre del Lago il 20 novembre 1935.
Fonti e Bibl.: Mostra personale del pittore F. P ...
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Stato e periodo di riposo fisico-psichico caratterizzato dalla sospensione totale o parziale della coscienza e della volontà.
Fisiologia del sonno
Il s. è una condizione temporanea e periodica di sospensione [...] il percorso ecc.); di tali azioni il sonnambulo al risveglio non conserva ricordo; l’enuresi; il sonniloquio; gli incubi notturni; il bruxismo (o digrignamento dei denti) e altri ancora. Nella maggioranza dei casi questi disturbi, la cui componente ...
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LUCIANI (De Lucianis), Sebastiano, detto Sebastiano del Piombo
Michele Di Monte
Nacque probabilmente a Venezia da Luciano nel 1485.
Se non c'è motivo di nutrire seri dubbi circa il luogo di origine [...] : Marcello Venusti e le copie da S. del Piombo, in Studi di storia dell'arte, 2003, n. 14, pp. 241-248; Notturno sublime. S. e Michelangelo nella "Pietà" di Viterbo (catal.), a cura di C. Barbieri, Viterbo 2004; C. Barbieri, The competition between ...
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GADDI, Taddeo
Ada Labriola
Figlio del pittore Gaddo di Zanobi, nacque probabilmente tra la fine del Duecento e i primi anni del secolo successivo. Fu operoso come pittore a Firenze e in Toscana tra [...] in città di scultori senesi e pisani quali Tino di Camaino e Giovanni di Balduccio, la raffigurazione di notturni (Smart, 1977) e di complesse architetture testimoniano l'inedito arricchimento figurativo, operato nell'impaginazione delle storie sacre ...
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Vedi ISTHMIA dell'anno: 1961 - 1973
ISTHMIA
L. Guerrini
(῎Ισϑμια). − Località della Grecia, situata nei pressi dell'istmo che separa il Mar Ionio (Golfo di Corinto) dall'Egeo (Golfo Saronico). Il nome [...] e di forma circolare. Trovamenti di lampade di insolito tipo nelle vicinanze, indicherebbero che ivi si svolgevano i riti notturni dell'eroe, anticamente forse venerato all'aperto, sullo stadio stesso. Il tempio, orientato come quello di Posidone, è ...
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CONCONI, Luigi
Anna Cambedda
Nacque a MiIano il 30 maggio 1852, figlio di Pietro, di famiglia patrizia, originaria di Malnate nel Varesotto, e di Amelia Gamba, e nipote del pittore Mauro Conconi. Terminati [...] visione che si espressero a volte in una deformazione lirica e fantastica, come nella Casa del mago o nei Notturni, ancora decisamente legati alla tradizione romantica e alla prima scapigliatura.
Le ricerche cromatiche e l'interesse per una resa ...
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CLARISSE
M.L. de Sanctis
Ordine monastico che, traendo origine da s. Chiara (v.), rappresentò una delle componenti più vitali del vasto movimento religioso femminile sviluppatosi soprattutto nell'Italia [...] della centralità della devozione eucaristica nella vita della comunità, doveva essere utilizzato dalle C. per gli uffici notturni e per la devozione privata.Sono inoltre di rilevante interesse, in un complesso che concretizzava l'idea di ...
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FANOLI (Fanolli), Michele
Clelia Alberici
Nacque a Cittadella (Padova) il 9 luglio 1807 (Cittadella, Arch. parrocchiale, Libro dei battesimi, anni 1799-1818) da Lorenzo e Marianna Venzo. Il padre era [...] il Caimi (Commemorazione, 1876, p. 144) cita Les willis come il capolavoro del Fanoli, che per meglio ottenere gli effetti notturni del dipinto usò per la prima volta la tecnica della "tinta perduta", per cui occorreva usare una seconda pietra (una ...
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notturno
agg. e s. m. [dal lat. nocturnus, der. di nox noctis «notte»]. – 1. agg. a. Della notte, che è proprio della notte: le ore n.; quiete, silenzio n.; le tenebre n.; Quali fioretti dal n. gelo Chinati e chiusi (Dante). b. Di cose, che...
segnale
s. m. [lat. tardo signale, neutro sostantivato dell’agg. signalis, der. di signum «segno»]. – 1. a. Indicazione di tipo ottico o acustico, per lo più stabilita d’intesa o convenzionale, con cui si dà una comunicazione, un avvertimento,...