Fisico teorico austriaco naturalizzato statunitense (Vienna 1900 - Zurigo 1958), figlio di Wolfgang Joseph. Ha compiuto fondamentali ricerche di meccanica quantistica e di relatività. Ha ricevuto il premio [...] interpretò la struttura iperfine delle righe spettrali ipotizzando l'esistenza del momento angolare intrinseco, o di spin, associato ai nucleiatomici. L'anno dopo enunciò il principio di esclusione che porta il suo nome e che gli valse il premio ...
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Processo in virtù del quale un atomo o un gruppo atomico acquistano una carica elettrica pari a una o più cariche elementari, passando dal primitivo stato di neutralità elettrica allo stato di ione, positivo [...] a quella dovuta alla solvatazione (➔) nei comuni processi elettrolitici, figurano l’interazione con radiazioni elettromagnetiche (luminose, ultraviolette, X, γ), l’urto con particelle cariche (elettroni, ioni, nucleiatomici), l’agitazione termica. ...
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Fisico (Leeds 1905 - Milton Keynes, Buckinghamshire, 1996). Dal 1933 prof. di fisica teorica all'univ. di Bristol; dal 1954 al 1971 direttore del Cavendish Laboratory a Cambridge. Svolse rilevanti studî [...] in svariati campi della fisica teorica, applicando la meccanica quantistica ai processi di collisione tra particelle cariche e nucleiatomici, contribuendo alla nascita e allo sviluppo della fisica dei metalli e dei cristalli ionici, ponendo le basi ...
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Fisico statunitense (n. Washington 1941). Dopo la laurea conseguita nel 1966 presso l'università della California, ha insegnato all'università di Harvard (1966) e in quella di Princeton (1969-1997). È [...] California. Grazie al lavoro svolto sulle particelle elementari (quark) e sulla teoria che definisce l'energia necessaria a formare i nucleiatomici, nel 2004 ha ricevuto il premio Nobel per la fisica con H. D. Politzer e F. Wilczek. G. è considerato ...
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Nel linguaggio scientifico, progressivo ridursi nel tempo del valore di una determinata grandezza. Con significato specifico, in fisica, progressivo diminuire nel tempo del numero di particelle (nuclei [...] atomici, mesoni ecc.) che si trasformano in altre attraverso processi radioattivi o di altro genere. È chiamato d. anche il processo stesso per il quale le particelle in questione decadono (v. fig.): così, si parla di d. alfa e di d. beta per ...
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Fisico (Nelson, Nuova Zelanda, 1871 - Cambridge 1937). Prof. di fisica (1898-1907) alla McGill University di Montreal, poi (1907) nell'univ. di Manchester e (1919) di Cambridge; a tale ultima [...] presto affermato come il più vicino alla reale struttura atomica. Nel 1919 R. evidenziò gli effetti della disintegrazione artificiale dei nucleiatomici, identificando i protoni emessi da atomi investiti da particelle α. Nello stesso anno si trasferì ...
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Strumento che serve a misurare la direzione e l’intensità di un campo magnetico e in particolare del campo magnetico terrestre. La parte della fisica che si occupa delle misurazioni attinenti a campi magnetici [...] così essere misurata.
M. a precessione nucleare. - Sono basati sul paramagnetismo nucleare, e cioè sul fatto che i nucleiatomici sono dotati di un momento magnetico proprio, il quale tende ad allinearsi con un campo magnetico esterno. In pratica ...
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In fisica, si dice genericamente di fenomeno, di ente, di condizione, cui possono corrispondere, per una certa grandezza, soltanto certi valori discreti, multipli del quanto (➔) elementare della grandezza [...] dall’energia relativa a rotazioni della molecola intorno a un asse ortogonale alla congiungente i centri dei due nucleiatomici; b) dall’energia di oscillazione di questi ultimi lungo la congiungente anzidetta; c) dall’energia degli elettroni; poiché ...
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Fisico (Ostrava, Moravia, 1895 - Klosterneuburg 1976). Professore (1937) all'univ. di Vienna, poi (1940) all'univ. di Berlino. Nel 1943 fu nominato direttore dell'Istituto Max Planck per la chimica; poi [...] prof. a Magonza, dove diresse (1947-65) l'istituto di chimica. Si è occupato della sistematica dei nucleiatomici e della tecnica degli spettrografi di massa, costruendo, in collaborazione con R. Herzog, un particolare tipo di spettrografo a ...
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Fisica
In elettrologia, elettricità p. (o vetrosa), quella caratteristica del vetro strofinato con panno di lana e, su scala microscopica, caratteristica dei nucleiatomici; cariche p., quelle cui è dovuta [...] l’elettricità p.; polo p. di una pila, di un generatore, quello a potenziale elettrico maggiore rispetto all’altro ecc. Per i raggi p. (o raggi canale) ➔ raggio.
In ottica, lente p., lo stesso che lente ...
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nucleo
nùcleo s. m. [dal lat. nucleus, der. di nux nucis «noce»; propr. «gheriglio della noce, nòcciolo di un frutto»]. – 1. Genericam., la parte centrale di qualche cosa, in quanto appaia più compatta, e spesso anche differenziata strutturalmente,...
atomo
àtomo s. m. [dal lat. atŏmus, gr. ἄτομος «indivisibile», comp. di ἀ- priv. e tema di τέμνω «tagliare»]. – 1. a. Nella filosofia naturale dell’antichità, nell’àmbito delle dottrine della limitata divisibilità della materia, ciascuna delle...