Abbasidi
J. Bloom
La dinastia dei califfi A. fu la più duratura del mondo medievale islamico; governò infatti dal 750, quando gli A. strapparono il potere agli Omayyadi, fino al 1258, quando Baghdad [...] Mentre due di essi mantengono la distinzione figura-sfondo e il rapporto tra il bordo e il campo già presente nella decorazione omayyade, il più 'evoluto' fra i tre stili di Samarra è quello che sfrutta intagli obliqui praticati nello stucco, il c.d ...
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Uomo di stato arabo (Ṭā'if 661 - Wāsiṭ 714 d. C.). Iniziò la sua carriera reprimendo alla Mecca la rivolta di ‛Abd Allāh ibn az-Zubair (692 d. C.). Passato poi al governo dell'Iraq, che conservò sino alla [...] morte, combatté lungamente contro i Kharigiti e i separatisti iracheni (famosa la rivolta di ‛Abd ar-Raḥmān ibn al-Ash‛ath). Fu uno dei più abili governatori del califfato omayyade. ...
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Governo di un califfo e territorio sotto il suo dominio. Istituito dopo la morte di Maometto (8 giugno 632), il califfato ha avuto termine nel 1258, con la conquista di Baghdad da parte dei mongoli.
I [...] un califfato dinastico rimasto in vigore fino al 750 e che spostò da Medina a Damasco la capitale. L'Impero omayyade intanto si ampliava: in Occidente arrivava in Spagna (711), in Oriente giungeva via terra in Transoxiana (attuale Uzbekistan) e via ...
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Califfo arabo, fondatore della dinastia degli Omayyadi; regnò dal 661 al 680 d. C. Governatore della Siria (641), si ribellò al califfo ῾Alī per vendicare l'uccisione del predecessore di quest'ultimo, [...] della storia degli Arabi dell'Islam: attraverso un'intensa attività di organizzazione militare e amministrativa, gettò le basi dello stato omayyade e stabilì le modalità di successione al califfato, carica che da elettiva divenne ereditaria. ...
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Storico dell'islamismo (Gand 1862 - Beirut 1937), gesuita. Insegnò arabo nell'univ. St. Joseph di Beirut dal 1882 fino alla morte, salvo il periodo 1908-19 (nel 1911-14 insegnò arabo al Pontificio istituto [...] e tendenzioso di Maometto e dei suoi primi compagni e successori, rivalutando per converso i califfi omayyadi. Opere principali: Études sur le règne du calife omayyade Mo'awia I, 1906-08; Fatima et les filles de Mahomet, 1912; Le berceau de l ...
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(o Mossul; ar. al-Mouṣil) Città dell’Iraq settentrionale (1.400.000 ab. ca. nel 2007), posta sulla destra del Tigri, circa 350 km a NO di Baghdad; capoluogo della provincia di Ninive. Circondata da una [...] le rovine dell’antica Ninive.
M. fu fondata dagli Arabi alla metà del 7° sec. e, sotto Marwān II, ultimo califfo omayyade (744-750), divenne la capitale della provincia di al-Giazīra. Passò sotto il dominio abbaside e nel 9° sec. sotto gli Hamdanidi ...
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islamismo
Termine usato, in contesto religioso, quando si vuole indicare la religione fondata in Arabia nel 7° sec. da Maometto (Muhammad), e in contesto sociopolitico quando si fa riferimento al sistema [...] distinti.
Diffusione
La prima conquista arabo-islamica, che va dalla morte di Maometto (632) alla fine del califfato omayyade (661-750), permise l’espansione dell’i. fino all’Asia centrale e all’Atlantico, inclusa la Penisola Iberica sottratta ...
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(sp. Sevilla) Città della Spagna sud-occidentale (699.759 ab. nel 2008; 1.500.000 ab. considerando l’intera agglomerazione urbana); capoluogo della comunità autonoma dell’Andalusia. È situata sulla sinistra [...] cui morte (716) la sede fu trasferita a Cordova. Fortificata dal califfo ‛Abd ar-Raḥmān II, S. prosperò nel periodo omayyade. Con l’avvento della dinastia indipendente degli Abbadidi, divenne dal 1023 la loro capitale; nel 1091 le truppe berbere dell ...
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(sp. Andalucía) Vasta regione (87.598 km2 con 8.059.461 ab. nel 2007) della Spagna meridionale, comunità autonoma dal 1983, la seconda per dimensioni territoriali, dopo quella di Castiglia e Léon, e la [...] che dagli Arabi fu usato per indicare l’intera Spagna. Gli Arabi l’occuparono nel 711, facendo di Cordova con la dinastia omayyade il massimo centro della Spagna. Con la riconquista cristiana del regno di Granata (1492), l’A. entrò a far parte della ...
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Storico e filologo (Hameln 1844 - Gottinga 1918), professore a Greifswald, Halle, Marburgo, Gottinga. La sua opera abbracciò insieme gli studî biblici (Antico e Nuovo Testamento) e arabistici. Nel campo [...] zur ältesten Geschichte des Islam, 1899; Das arabische Reich und sein Sturz, 1902, ricostruzione magistrale del periodo omayyade). Nell'indagine neo-testamentaria, W. considerò Marco come il Vangelo più antico, ma segnalò l'esistenza di stadî ...
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omayyade
omàyyade ‹omàia-› (o omàiade o ommìade) agg. [der. del nome arabo dei Banū Umayya «discendenti di Umayya»]. – Che si riferisce agli Omayyadi, dinastia di califfi arabi che governarono l’impero musulmano dal 661 al 750 d. C.: epoca...
sciita
scïita agg. e s. m. e f. [der. dell’arabo shī῾ī «che è del partito (der. di shī῾a «partito») di Alì e dei suoi discendenti»] (pl. m. -i). – Relativo a sette musulmane la cui origine risale alle guerre civili del primo secolo dell’egira...