(gr. Στύξ) Fiume dell’oltretomba greco e latino. In Omero ed Esiodo è il fiume dell’oltretomba per eccellenza, e appare come «acqua di S.», considerata una dea infernale (Oceanina, o figlia della Notte [...] fiume; poi, nella tradizione posteriore, la figura della divinità tende a scomparire e prevale un’antichissima tradizione (già peraltro omerica) che fa derivare dallo S. fiumi terrestri, o addirittura lo identifica in corsi d’acqua o paludi presso le ...
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Erudito e uomo politico (Lucca 1756 - ivi 1832). Di tendenze conservatrici, fece parte della missione a Parigi (1798) che tentò di salvare dalle armi francesi la Repubblica di Lucca; esule volontario durante [...] . Scrisse di tutto (apologetica cristiana, studî di ebraico e di lingue orientali, traduzioni dal greco, contributi di critica omerica, ecc.); le sue Opere edite ed inedite (1934) comprendono 21 volumi; il suo miglior lavoro è una Storia letteraria ...
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Erudito e filosofo (Liestal, Basilea, 1723 - Berlino 1807). Fu dal 1797 segretario dell'Accademia delle scienze di Berlino. Nel Parallèle historique de nos deux philosophies nationales (1797) contrappose, [...] leibniz-wolffiana e quella kantiana. Si occupò di Omero (De subsidiis quae requirurunt ad intelligendum Homerum, 1744); nel 1789 sostenne che la scrittura era ignota ai tempi di Omero: fatto che ebbe grande importanza nell'impostazione della ...
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(gr. Τάνταλος) Protagonista di uno dei miti greci più diffusi, rappresentato spesso nell’arte classica con molte varianti e spiegazioni. Nella versione più comune del mito, T., figlio di Zeus e di Plutide [...] e il nettare, rapì Ganimede e si macchiò di altre colpe. Anche le pene attribuitegli sono varie: secondo la nèkyia omerica, T. nell’oltretomba è un vecchio che sta dentro un laghetto presso alberi protendenti rami carichi di frutta, ma è sempre ...
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Letterato e filosofo neoplatonico (sec. 3º d. C.), oriundo della regione di Palmira. Da Atene, dove diresse l'Accademia, tenne scuola di retorica e di filosofia ed ebbe per un certo tempo come discepolo [...] la quale la regina aveva rifiutato di arrendersi. Delle sue opere, di contenuto filosofico, grammaticale e di critica letteraria, specialmente omerica, si hanno solo frammenti; l'unica opera di cui si conservino intere parti è la Retorica. A lui fu ...
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Scrittore (Parigi 1604 - Nemours 1676), autore di tragedie e di un romanzo (Macarise, ou la reine des Îles fortunées, 2 voll., 1664), ma più noto per le sue opere critiche: La pratique du théâtre (1657), [...] Anciens et des Modernes" per la recisa negazione dell'esistenza storica di Omero e l'asserito carattere composito dell'Iliade. Le teorie del d'A. sulla "questione omerica" precorsero quelle simili ma più profonde di Giambattista Vico (nel 3º libro ...
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Grammatico alessandrino (prima metà sec. 3º a. C.); allievo di Filita di Coo, fu il primo bibliotecario di Alessandria (fra il 290 e il 270 a. C.). Diede l'edizione critica dell'Iliade e dell'Odissea e [...] per l'Odissea. Inventò il più antico segno critico, l'obelo (ὀβελός "spiedo"). Inaugurò nell'edizione di Omero il metodo scientifico basato sulla collazione dei manoscritti, sulla ricerca delle interpolazioni e delle corruttele, sull'osservazione ...
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Grammatico alessandrino (216-144 a. C.), allievo di Aristofane di Bisanzio e suo successore nella direzione della Biblioteca di Alessandria. Combatté la scuola pergamena di Cratete di Mallo e fondò una [...] noi conosciamo dagli scolî e attraverso le opere di Aristonico, Didimo ed Erodiano. Ma soprattutto si dedicò ai poemi omerici, di cui diede due edizioni critiche, emendandoli in base ai manoscritti di cui disponeva e corredandoli di segni diacritici ...
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Letterato (Padova 1730 - Selvazzano, Padova, 1808). Spirito irrequieto, iniziò ma non proseguì la carriera ecclesiastica, pago del solo titolo di abate. Professore nel seminario di Padova, ove era stato [...] un proprio vocabolario, sotto il solo "governo legittimo della ragione e del gusto". Sagaci pagine scrisse pure sulla questione omerica, combattendo in parte le teorie di F. A. Wolf. Da ricordare anche il Saggio sulla filosofia del gusto, inviato ...
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Letterato greco (n. Prusa, Bitinia, 40 - m. dopo il 114), una delle figure più notevoli della seconda Sofistica, detto Crisostomo (bocca d'oro) per la sua eloquenza.
Vita
Venuto a Roma in giovane età, [...] argomenti di puro interesse dialettico, come nell'orazione Troiana, in cui si dimostra la falsità della tradizione omerica sulla presa di Troia; altre orazioni, di accurata elaborazione letteraria, trattano problemi politici e morali, come le ...
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omerico
omèrico agg. [dal lat. Homerĭcus, gr. ῾Ομηρικός] (pl. m. -ci). – 1. Di Omèro (gr. ῎Ομηρος, lat. Homērus), il più grande poeta epico dell’antica Grecia: poemi o., l’Iliade e l’Odissea, attribuiti dalla tradizione a Omero; gli dèi, gli...
omerismo
s. m. [der. del nome di Omero]. – Parola, locuzione, forma grammaticale, costruzione sintattica o stilema proprî dei poemi omerici. Meno com., in senso più astratto, il carattere, il tono, la solennità e la sonorità che sono tipici...