Il primo poeta romano di cui abbiamo frammenti; fu portato a Roma da Taranto ancor fanciullo, dopo la guerra Tarentina (272 a. C.), schiavo di un Livio Salinatore, dal quale fu poi affrancato e preposto [...] all'educazione dei suoi figli. Abbiamo pochi frammenti della sua Odyssia, versione latina in versi saturnî dell'Odissea di Omero, che fu letta poi nelle scuole fino al 1º sec. a. C. Nel 240 a. C., secondo la data più probabile, diede la sua prima ...
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Grecista (Oakland, California, 1902 - Los Angeles 1935), prof. nella Harvard University dal 1929 alla morte. Contribuì al rinnovamento degli studî omerici con L'épithète traditionnelle dans Homère: essai [...] di P. verso le possibili analogie tra i modi della diffusione della poesia epica orale presso gli Slavi meridionali e il processo di formazione dei poemi omerici. Gli scritti minori di P. sono stati raccolti in The making of Homeric verse (1970). ...
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Poeta greco (circa 295 - circa 215 a. C.) di Alessandria; egli stesso volle chiamarsi Rodio a causa del suo lungo soggiorno a Rodi, dove, secondo la tradizione, si sarebbe recato in seguito alla polemica [...] delle Argonautiche, col maestro Callimaco, avverso ai poemi di lungo respiro. Le sue opere di erudizione e filologia (su Omero, Esiodo, Archiloco, Antimaco) sono perdute, e così i poemetti celebranti le fondazioni (κτίσεις) d'alcune città. Ci restano ...
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Archeologo (Riverstown, Meath, 1717 circa - Putney 1771). Compì viaggi ed esplorazioni scientifiche insieme con J. Bouverie e J. Dawkins in Grecia e in Asia Minore, specialmente nei luoghi omerici, pubblicando [...] volumi sulle rovine di Palmira (1753), di Baalbek (1757) e studî sul problema omerico in relazione alla topografia della Troade (1769, 1775), sostenendo per primo la tesi che ai tempi di Omero non si conoscesse la scrittura. ...
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Umanista (Atene 1423 - Milano 1511). Lasciata la patria nel 1449, insegnò greco a Perugia, a Padova, a Firenze (chiamatovi dal Magnifico); infine, dal 1491, a Milano. Ebbe discepoli A. Poliziano, G. G. [...] Trissino, J. Reuchlin. La sua produzione si riduce agli Erotemata, grammatica greca per domanda e risposta (1494), e al suo carteggio. Curò poi edizioni di classici greci (edizione principe di Omero, 1488) e lasciò traduzioni dal greco in latino. ...
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Nome di vari personaggi dell'antichità, tra i quali:
1. Archelao, antico poeta greco (3º sec. a. C.), del Chersoneso egiziano, presso Alessandria; raccolse sotto il titolo Mostri (᾿Ιδιοϕυῆ) un libro di [...] Archelao, scultore (forse 2º sec. a. C.), figlio di Apollonio da Priene; autore di un rilievo detto dell'Apoteosi di Omero, trovato nel sec. 17º presso Boville, oggi al British Museum; il rilievo è notevole per l'allegoria, per gli accenni paesistici ...
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Toreuta greco, forse di Mileto, ma attivo ad Atene in età imprecisata. Lavorò anche in avorio. Più che un vero artista sembra essere stato un prodigioso tecnico per la minuzia. Si ricordano di lui delle [...] formiche perfette, una nave più piccola di un, una quadriga che si poteva coprire con una mosca; riuscì a scrivere su granelli di sesamo dei versi di Omero, gareggiando in ciò con Callicrate di Sparta. ...
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CESAROTTI, Melchiorre
Giorgio Patrizi
Nacque a Padova il 15 maggio 1730, da una famiglia nobile di origine, ma oramai borghese (il padre era un funzionario statale) e non molto agiata. Fin da giovane [...] inseriva a suo criterio i canti meno importanti, mantenendo fisse sempre solo le parti essenziali. La conclusione del C. è pertanto che Omero concepì l'idea di tutti e due i suoi poemi, e ciò è provato anche dal fatto che l'azione più che intrecciata ...
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Filosofo greco (sec. 2º a. C.); come Numenio di Apamea, al quale è spesso avvicinato dalle fonti, fece parte della corrente filosofica che preparò il neoplatonismo fondendo platonismo e pitagorismo. I [...] suoi ῾Υπομνήματα "Memorie" (o "Note" o "Commentarî") pare fossero letti da Plotino nella sua scuola. Si occupò del problema della metempsicosi, commentò la Repubblica e il Timeo di Platone, e diede interpretazioni allegoriche di Omero. ...
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Scrittore (745 circa - 814) della corte carolingia. Di nobile famiglia della Neustria, verso il 790 fu nominato abate, sebbene laico, di Saint-Riquier. Consigliere e amico di Carlo Magno, fu suo ambasciatore [...] quattro testimoni al suo testamento (811). Avviato alle lettere da Alcuino e Paolino d'Aquileia, poeta (fu chiamato Omero nell'Accademia palatina), gli è stata attribuita, pare a torto, la paternità del notevole frammento epico in esametri Karolus ...
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omero
òmero s. m. [lat. ŭmĕrus o hŭmĕrus]. – 1. Nell’anatomia dei vertebrati, osso lungo, pari, che da solo costituisce lo scheletro dell’arto anteriore dei tetrapodi e degli uccelli; nell’uomo ha corpo irregolarmente cilindrico, un’estremità...
omerico
omèrico agg. [dal lat. Homerĭcus, gr. ῾Ομηρικός] (pl. m. -ci). – 1. Di Omèro (gr. ῎Ομηρος, lat. Homērus), il più grande poeta epico dell’antica Grecia: poemi o., l’Iliade e l’Odissea, attribuiti dalla tradizione a Omero; gli dèi, gli...