Spettacolo teatrale musicale di argomento leggero, oscillante tra il comico e il sentimentale, che prevede l’alternanza di brani cantati, danze e scene interamente recitate in prosa.
L’o. nasce nell’Ottocento, dietro influsso tanto del Singspiel quanto dello spettacolo à vaudeville, e ha in Parigi e Vienna i maggiori centri di produzione. Più comica e brillante la tendenza dell’o. francese (Hervé, ...
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zarzuela Operetta spagnola, seria o giocosa, di musica, prosa e danza, di argomento e ambiente locale. I primi esempi di z. risalgono alla prima metà del Seicento, benché il genere si riallacci a precedenti [...] tipologie di teatro musicale spagnolo. Il genere giunse alla sua maturità solo nel 19° sec. quando divenne espressione spagnola dell’operetta europea. Uno degli esempi più celebri e significativi è La gran vía (1886) di F. Chueca e J. Valverde. Altri ...
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shōkageki Operetta giapponese direttamente ispirata alle riviste europee e americane. La presentazione è grandiosamente spettacolare e le compagnie sono formate esclusivamente da ragazze anche per le parti [...] maschili ...
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(La vedova allegra) Operetta (1905) del musicista ungherese F. Lehár (1870-1948), con libretto di libretto di Victor Leon e Leo Stein.
Tra i numerosi adattamenti si ricorda il film The Merry Widow del [...] regista austriaco E. von Stroheim (1885-1957) ...
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(gr. ᾿Αϑηναίων πολιτεία) Operetta politica, di tendenza oligarchica, erroneamente attribuita nei manoscritti a Senofonte, scritta poco prima o poco dopo lo scoppio della guerra del Peloponneso (431 a.C.). [...] È una requisitoria contro le istituzioni democratiche ateniesi ...
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Personaggio dell'operetta Die lustige Witwe (1905; La vedova allegra) del musicista ungherese F. Lehár (1870-1948); è il conte Danilo Danilovich che solo alla fine della storia riuscirà a sposare la donna [...] che da tempo ama, Anna Glavari, divenuta nel frattempo vedova e ricchissima ...
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Nome attribuito a un’operetta della giurisprudenza romana postclassica da I. Cuiacio, che nel 1577 la pubblicò sulla base di un codice oggi perduto. Essenzialmente consta di un parere rilasciato nel 5° [...] sec. da un giurisperito proveniente dalla Gallia meridionale, che suffraga le sue opinioni avvalendosi di testi elementari, giuridici e legislativi, d’uso nelle scuole di quella parte dell’Impero (Pauli ...
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Operetta della giurisprudenza postclassica romano-occidentale, nella quale era riassunto il manuale delle Institutiones, senza dubbio lo scritto di maggior successo del giurista Gaio, vissuto nel 2° sec. [...] d.C. L’E., che ci è pervenuta attraverso le leggi romano-barbariche (e in particolare la Lex Romana Visigothorum), riprende in realtà, nei due libri di cui è composta, soltanto la materia gaiana delle ...
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Operetta della giurisprudenza romana postclassica, composta da un ignoto autore legato alla scuola di diritto della città gallica di Augustodunum (od. Autun). La composizione, che semplifica in maniera [...] elementare le Institutiones redatte secoli prima dal giurista Gaio, dovette rivelarsi particolarmente utile nella pratica, visto il quadro di grave decadenza in cui erano caduti gli studi giuridici nel ...
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operetta
operétta s. f. [dim. di opera]. – 1. In genere (ma poco com.), breve opera, cioè scritto letterario o componimento poetico di piccola mole: compose in un volumetto, il quale egli intitolò «Vita Nuova», certe o., siccome sonetti e...