Uomo politico e scrittore spagnolo (Motril, Granada, 1778 - Madrid 1849); a Parigi nel 1812, tradusse in versi le opere di Orazio (1820): tornato in patria, divennne membro della Reale Accademia Spagnola, [...] segretario di Stato e ministro. Scrisse: Anales del reinado de doña Isabel II (postumi, 1850-51), poesie, commedie (Los tres iguales, 1827; El baile de máscaras, 1932; El optimista y el pesimista, 1833), ...
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COPPOLA, Filippo
Alessandra Ascarelli
Nacque a Napoli il 9 ag. 1628 e non ancora decenne fu indirizzato dal padre Orazio allo studio della musica ed affidato a don Giovanni Maria Sabino a quel tempo [...] primo organista della chiesa dell'Annunziata. Sembra che il C. possedesse un notevole talento che gli permise in pochi anni di divenire uno stretto collaboratore del Sabino. Alla morte del maestro, avvenuta ...
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Dotto romano (1º sec. a. C.) che aveva studiato alla scuola epicurea di Filodemo e Sirone, amico di Virgilio e di Orazio; dopo la morte di Virgilio ebbe da Augusto, insieme con Vario Rufo, l'incarico di [...] rivedere e pubblicare l'Eneide ...
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Verseggiatore romano del sec. 1º a. C., detrattore, con Bavio, di Virgilio, che lo punzecchia nell'egloga 3a, e assalito da Orazio con l'epodo 10º. Il suo nome è talora usato per antonomasia a indicare [...] un pessimo poeta o un critico maligno ...
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Termine (lett. «che accompagna») usato specialmente in storia delle letterature classiche per indicare composizioni poetiche (ce ne sono di Saffo, Callimaco, Orazio, Tibullo, Properzio e altri) destinate [...] ad accompagnare persona cara che si allontana, augurandole felice viaggio, venti propizi ecc ...
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Poeta inglese (n. in Irlanda 1633 circa - m. Londra 1685), autore di una traduzione in versi sciolti dell'Ars poetica di Orazio (1680) e di un Essay on translated verse (1684), che espone per la prima [...] volta la teoria della poetic diction. R. fu il primo critico che lodò pubblicamente il Paradise lost di J. Milton ...
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Umanista spagnolo (n. Fortuna, Murcia, 1564 - m. 1642). Scrisse una poetica d'ispirazione aristotelica, Tablas poéticas (1617), e tradusse quella di Orazio. Nelle Cartas filológicas (1634) discusse con [...] i suoi varî corrispondenti d'erudizione, di critica, d'arte e si rivelò aspro censore di Góngora. Compose anche opere storiche: Discurso de la ciudad de Cartagena (1598) e Discursos históricos de la muy ...
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AREZZO, Tommaso
Mario Barsali
Nacque il 16 dic. 1756 a Orbetello in Toscana, da nobile famiglia siciliana, secondogenito del marchese Orazio, che allora comandava la guamigione dello Stato dei Presidi, [...] e da Marianna Fitzgerald e Browne, di antico patriziato irlandese, nata a Dublino da Tommaso dei duchi di Leinster, gran scudiero del regno d'Irlanda. A otto anni fu mandato a Roma a studiare, prima al ...
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Critico italiano (Voghera 1889 - Trieste 1961); prof. universitario dal 1942, insegnò letteratura latina all'univ. di Trieste. Studiò particolarmente la poesia di Orazio e quella di Virgilio. ...
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oraziano
agg. – Di Quinto Orazio Flacco, poeta latino (65-8 a. C.), o che è proprio, tipico di Orazio e della sua poesia: la lirica o.; lo stile o.; la metrica o.; l’ideale di vita o., quello che si ispira all’opera di Orazio e in partic....
venosino
(meno com. venusino) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Venusinus]. – Di Venosa, cittadina lucana in prov. di Potenza; come sost., abitante o nativo di Venosa. Per antonomasia, il poeta v. o assol. il V., Orazio, nativo appunto di Venusia,...