Burchiello e la poesia licenziosa del Quattrocento
Giuseppe Crimi
La poesia di Domenico di Giovanni, detto il Burchiello (Firenze 1404 - Roma 1499), grazie a una diffusa tradizione manoscritta e a stampa, [...] erpice» (Mandr. III vi, su cui Speroni 1953, pp. 18-19). Nella successiva scena Nicia dichiara: «e’ bisognava m’impeciassi gli orecchi come el Danese a volere che io non avessi udite le pazzie ch’egli ha dette», evocando i versi burchielleschi «et al ...
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COLTELLINI, Marco
Anna Maria Loreto Tozzi
Nacque a Livorno il 13 ott. 1719 (come risulta da un atto di nascita citato da F. Pera, Appendice ai ricordi e alle biografie livornesi, Livorno 1877, p. 19) [...] legge tra l'altro: "in un paese dove non è intesa bastevolmente la lingua, cercar bisogna di favellar più agli occhi che agli orecchi, e di interessare più con lo spettacolo e co' i colpi di teatro, anzi che co' fiori dell'eloquenza". Ed il pubblico ...
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Considerata la ‘regina’ delle figure retoriche, la metafora (dal gr. metaphorá «trasferimento», in lat. translatio) è un tropo, cioè un sovvertimento di significato, rispetto al significato proprio, di [...] dalla considerazione greco-classica per cui (come voleva Eraclito, tra gli altri) «gli occhi sono più fedeli testimoni degli orecchi», si pone la metafora a fondamento del pensiero, in quanto essa cerca di rendere visibile l’invisibile e effabile l ...
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Vedi POGGIO CIVITATE dell'anno: 1973 - 1996
POGGIO CIVITATE
K. M. Phillips Jr.
Località su uno dei colli che costituiscono la Catena Metallifera, circa 20 chilometri a S di Siena vicino al punto dove [...] Un foro, forse per un attacco metallico, si nota sulla sommità della testa, e dei fori traversano il centro degli orecchi fino all'interno della terracotta. Questa testa trova stretti confronti con le teste funerarie dei canòpi di Chiusi.
Altri pezzi ...
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STARACE (Storace), Giovan Vincenzo
Luca Addante
STARACE (Storace), Giovan Vincenzo. – Nacque forse nella prima metà del Cinquecento, a Napoli o a Piano di Sorrento, «da famiglia honorata». Era figlio [...] 437). «Lo sbranarono in molti pezzi, tagliandogli chi una mano, e chi un pie’, chi un pezzo di gamba o di braccio, chi gli orecchi, chi il naso, chi un membro e chi un altro. Poi gli cavaron le budella, il cuore, e l’altre interiora, le quali ridotte ...
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FERLINI, Giuseppe
Guido Fagioli Vercellone
Nato a Bologna il 24 apr. 1797, da Carlo e da Anna Sabattini, appena diciottenne fuggì di casa per dissapori con la matrigna, recandosi a Venezia da dove passò [...] di occhi di smalto legati in oro; sedici scarabei in oro massiccio con occhi di smalto; una vacca accovacciata, due orecchi, due sciacalli, quattro leoni, quattordici croci ansate, tutto dello stesso metallo; due noci di diaspro; dieci grossi e ...
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volta
Alessandro Niccoli
Lo spettro di azione di questo sostantivo, documentato da oltre 180 occorrenze, è riconducibile a due significati fondamentali; in appena 14 esempi, tutti appartenenti alle [...] di locuzioni congiuntive non sono molto numerosi: Vn III 2 quella fu la prima volta che le sue parole si mossero per venire a li miei orecchi, e Pd XVI 144; Cv III III 7 tutte volte che lo gigante era stanco, e Vn XII 8 (tutte le volte); Rime XCI 71 ...
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LEBBRA (lat. lepra; fr. lèpre, ladrerie; sp. mal de San Lázaro; ted. Aussatz; ingl. leprosy)
Jader CAPPELLI
Cesare SIBILLA
Malattia infettiva, trasmissibile, a decorso cronico con esito generalmente [...] ) che rende ogni paziente simile all'altro. Neoformazioni nodulari possono localizzarsi, di preferenza sui padiglioni degli orecchi, specialmente ai lobuli, agli arti con predilezione delle parti estensorie (gomiti, ginocchi) e delle estremità, dove ...
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Nato il 27 luglio 1835 a Val di Castello, in quel di Pietrasanta, da Michele, medico di sentimenti liberali, e da Ildegonda Celli, crebbe nella Maremma pisana, a Bolgheri e a Castagneto, educato fortemente [...] italiana i metri greco-latini quali ritmicamente ("barbaricamente", donde il titolo delle Odi barbare) sogliono sonare agli orecchi mal preparati e incapaci di percepire la lunghezza o brevità delle sillabe; introducendo nella lingua, trattata con ...
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fare
Carlo Delcorno
. Dal latino facĕre, da cui già nel sec. VI deriva la forma contratta fare per analogia con dare. Usatissimo in D., copre pressoché tutta l'area semantica che il vocabolo domina [...] caso che sarebbe convenuto al verbo sostituito " (Vidossich). In D. spesso il complemento si trova in un caso diretto: If XXV 132 li orecchi ritira per la testa / come face le corna la lumaccia; Vn XXXI 10 19, If XI 104, XVIII 13, XXXII 132, Pg XXX ...
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orecchia
orécchia s. f. [lat. aurĭcŭla, dim. di auris «orecchio»]. – 1. Lo stesso che orecchio, l’organo dell’udito; è forma meno usata nel linguaggio com. e scient., ma viva nell’uso region. e ben documentata nei testi: come viene ad orecchia...
orecchiabile
orecchiàbile agg. [der. di orecchio, col suff. -abile degli agg. deverbali]. – Di musica o motivo musicale che, per la semplicità del tessuto melodico, si può facilmente imparare e ripetere a orecchio; si dice anche di versi e...