L’espressione articolazioni nasali si riferisce a un modo di articolazione (di ➔ vocali così come di ➔ consonanti) in cui, essendo il velo palatino (o palato molle) abbassato, il passaggio rinofaringale [...] il velo.
L’estrema diffusione e il carattere allofonico del fenomeno fanno sì che raramente questo raggiunga il livello ortografico (il grafema per la nasale precosonantica è il medesimo in mancano e in mandato), con l’unica eccezione rappresentata ...
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Per alfabeto fonetico si intende l’insieme dei simboli impiegati per la rappresentazione grafica dei suoni di una lingua. La sua prerogativa essenziale è quella di associare in modo univoco un solo segno [...] fonetica stretta (➔ trascrizione fonetica).
La trascrizione fonetica segue regole proprie, diverse da quelle in uso nella pratica ortografica; la sequenza fonetica è racchiusa tra parentesi quadre, non si usano le maiuscole, non si pongono spazi tra ...
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Linguistica
L’a. è il rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà a una sillaba maggior rilievo rispetto ad altre della stessa parola (a. di parola), della stessa [...] (΄) per le vocali e ed o chiuse, grave (`) per e ed o aperte e anche per le vocali a, i ed u. Nell’ortografia ordinaria, è obbligatorio segnare l’a.:
a) sulle parole tronche in vocale (carità, virtù);
b) su alcuni monosillabi per lo più capaci di ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] bisillabi /ˈkwaːdro/ e /ˈpjaːno/ possono realizzarsi come trisillabi [kuˈaːdro], [piˈaːno].
I ➔ grafemi che indicano le semivocali (➔ ortografia) sono omografi a quelli che indicano le vocali chiuse: p‹i›eno come ‹i›rto, g‹u›anto come ‹u›nto. In più ...
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Undicesima lettera dell’alfabeto latino.
linguistica Il nome italiano elle e quello latino el sono costituiti dal suono stesso della lettera con una vocale d’appoggio; il nome greco λάμβδα deriva invece [...] . Wigle). La distinzione tra i suoni l’ e ġl è nettissima, non esistendo parole che ammettano doppia pronuncia; ma l’ortografia italiana non dà modo di riconoscere quale suono sia rappresentato nelle singole parole dal nesso gli. In generale, si può ...
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Il termine graffiti si riferisce tanto a immagini quanto a parole, dato che fa riferimento piuttosto alla tecnica che sta alla base della realizzazione del risultato (si ‘graffia’ la parete o la pietra [...] tanto tanto tanto bene»; «10/100/1000 occupazioni»), nonché di tratti locali («Daje lupi») e di macroscopici errori d’ortografia («Dio cè»).
Benché accomunati dal bisogno di concretare i valori di una cultura ‘altra’ rispetto a quella canonica, gli ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] , nelle aree geografiche e nei singoli scrittori. Per rilevare qualche tratto generico, comune al l. medievale, si ricorderà: nell’ortografia, la riduzione dei dittonghi ae e oe a e e la presenza invece di dittonghi irrazionali (praemo per premo ecc ...
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La fonetica linguistica è lo studio dei suoni (o foni; ➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di) prodotti dai parlanti nell’atto di pronunciare una lingua. Ciò non esaurisce la totalità dei suoni [...] l’insorgere di occasionali coppie minime, come vizi (con [ʦ]) ~ vizzi (con [tːs]). Si tratta di un tipico caso in cui l’➔ortografia sembra ispirare la pronuncia, come è proprio delle zone della penisola in cui l’italiano è stato per lungo tempo una ...
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Il digramma (dal gr. di «doppio» + grámma «lettera») è una combinazione di due grafemi che serve a rappresentare, in determinati contesti, un unico suono della lingua. L’italiano ha i seguenti digrammi: [...] di parole terminanti in -cia e -gia; solo a metà Novecento, Migliorini (1941 e 1949) stabilì la regola puramente ortografica per la quale la i va mantenuta nel plurale quando -cia e -gia sono preceduti da vocale (camicia → camicie), allontanandosi ...
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Lo studio dell’italiano a scuola si affermò tra la fine del Cinquecento e il Settecento (Manacorda 1980; Marazzini 1985; De Blasi 1993; Matarrese 1993: 21-40) con un processo che modificò l’iter della [...] «buona lingua», ma figurano numerosi riferimenti alla tecnica didattica, che privilegia, come poi nei programmi del 1867, l’ortografia e il dettato, con la raccomandazione per il maestro «di pronunziar rettamente le parole». L’attenzione per la buona ...
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ortografia
ortografìa s. f. [dal gr. ὀρϑογραϕία, comp. di οῤϑός «retto, corretto», e -γραϕία «-grafia»]. – 1. In grammatica, il modo corretto di scrivere, ossia l’impiego corretto dei segni grafici e d’interpunzione in una determinata lingua...
ortografico1
ortogràfico1 agg. [der. di ortografia] (pl. m. -ci). – Che riguarda l’ortografia, il modo corretto di scrivere: segni o.; errori o.; il sistema o. di una lingua; proposte per una riforma ortografica. ◆ Avv. ortograficaménte, per...