LASINIO, Fausto
Rita Peca
Nacque a Firenze il 1° dic. 1831 da Giovanni Paolo, noto incisore, e da Enrichetta Spedolo, in un'antica e nobile famiglia di origine trevigiana.
Alunno del collegio Cicognini [...] XXVI (1913-14), pp. 317-320; F. L., in Riv. degli studi orientali, VI (1914-15), pp. 1420 s.; F. D'Ovidio, Inaugurazione dell'a.a. 1914-15. Discorso, in Atti della R. Accademia dei Lincei. Rendiconti, cl. di scienze morali, storiche e filosofiche, s ...
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Per secoli l’italiano, fuori di Toscana, è stato imparato sui libri: per questo si è sottratto ai processi di trasformazione caratteristici delle lingue che si sono sviluppate dall’alto medioevo a oggi [...] ˈmːe] «a me», [kə ˈdːiːtʃə] «che dici?»), mentre è inefficace l’accento ([tu ˈkandə] «tu canti»).
D’Ovidio, Francesco (18953), Le correzioni ai Promessi Sposi e la questione della lingua, Napoli, Luigi Pierro.
Castellani, Arrigo (1952), Nuovi testi ...
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La tecnica della stampa a caratteri mobili, nata a Magonza prima dell’agosto 1456 (la data non compare nella Bibbia di Gutenberg, ma si ricava da un’indicazione manoscritta su di un esemplare dei quarantasei [...] due terzine di Dante (Inf. XXIV, 106-111) introdotte a raffronto della mitica Fenice, dopo una citazione dalle Metamorfosi di Ovidio che segue il Phoenix, in un’edizione romana di Lattanzio del 1468, terzine già segnalate da Migliorini (1960; tav. X ...
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(XV, p. 338)
Filologia classica. - Nell'ultimo sessantennio la f. classica − intesa come disciplina rivolta allo studio dei testi greci e latini antichi con particolare attenzione alla loro trasmissione, [...] 'Orazio di F. Klingner (1939), il Teocrito di C. Gallavotti (1946), il Plotino di P. Henry e H. R. Schwyzer (1951-73), l'Ovidio amatorio di E.J. Kenney (1961), la Poetica e la Retorica aristoteliche di R. Kassel (1965, 1976), le Epistole e i Dialoghi ...
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La definizione di lingua pedantesca si basa sul fatto che proprio la lingua presiede alla costituzione della figura del Pedante in diverse commedie (e di differente area regionale) del Cinquecento (➔ Umanesimo [...] , da Gellio a Paolo Diacono (e dai più ‘classici’ Catullo, Lucano, con una preferenza per vocaboli creati o usati solo da Ovidio), da Roccabonella al Jacopo Caviceo del De exilio Cupidinis e della Lupa, che, con il Peregrino, e insieme al Delfilo di ...
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storica, scuola Nel campo di varie discipline, indirizzi di studi, che, ripudiando ogni concezione aprioristica, astratta, dogmatica, affermano di volersi avvicinare all’oggetto delle loro ricerche con [...] nella filologia romanza e nella letteratura italiana, accanto a G. Carducci e allo stesso Comparetti, A. D’Ancona, F. D’Ovidio, Rajna, A. Bartoli, B. Zumbini, E. Monaci, R. Renier, A. Mussafia, F. Novati ecc. Contro le esagerazioni del metodo storico ...
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Traduzione
Sergio Marroni
(App. V, v, p. 533)
La traduzione letteraria
Se si sottopone a un approfondito esame l'idea, per molto tempo assai diffusa, che il tradurre consista nel 'trasporto' del significato [...] uno schema tripartito, come quello offerto dal celebre traduttore inglese J. Dryden, che nella prefazione alle sue Epistles di Ovidio (1680) propose il modello di un'aurea mediocritas, denominata parafrasi, situata fra la metafrasi, o t. letterale, e ...
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Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474 - Ferrara 1533) trascorse quasi tutta la vita a Ferrara. Frequentò la società letteraria della corte estense, che stimolò i suoi primi esperimenti letterari in latino [...] attraverso il raffinato innesto delle storie e dei personaggi dell’epopea romanza con i classici latini (Virgilio, Ovidio, Catullo, ecc.) e volgari (Dante, Petrarca, Boccaccio), immettendo così la tradizione canterina, radicata nei gusti e nelle ...
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SCUOLA POETICA SICILIANA, LINGUA
RRosario Coluccia
Ogni valutazione concernente la lingua usata dai rimatori della Scuola poetica siciliana deve tener conto in primo luogo delle particolari modalità [...] variabili, argomentazioni di questo genere rimontano già a studiosi delle passate generazioni quali Bartoli, D'Ancona, D'Ovidio. Al contrario, la polimorfia non andrebbe attribuita al processo di trasmissione ma sarebbe originaria, secondo una tesi ...
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Grammatica
GGiuseppina Brunetti
Secondo il vulgato precetto di Quintiliano ("recte loquendi scientia", Inst. orat., II, 1, 4) e di Cassiodoro ("officium [...] est sine vitio dictionem prosalem metricamque [...] del raffinato prologo l'opera lascia trasparire un ben alto numero di letture di classici (Orazio, Seneca, Prisciano, Ovidio, tutte espresse) e di moderni (l'Anticlaudianus di Alano di Lilla, esplicitamente citato, Gregorio Magno, forse Bene da ...
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moralizzazione
moraliżżazióne s. f. [der. di moralizzare]. – 1. L’azione e l’effetto del moralizzare: intensa, efficace m.; m. della vita pubblica. 2. Procedimento ermeneutico – praticato soprattutto nella cultura medievale – attraverso il...
anguipede
anguìpede agg. e s. m. [dal lat. anguĭpes -ĕdis, comp. di anguis «serpe» e pes pedis «piede»]. – Propr., che ha serpenti per piedi; epiteto dato già da Ovidio ai giganti che tentarono la scalata al cielo, immaginati con i piedi tortuosi...