ROMA - Scultura
A. Melucco Vaccaro
A.M. D'Achille
Dal 6° secolo alla prima metà del 12°. - La produzione superstite del periodo compreso tra il sec. 6° e la metà del 12° si limita, quasi senza eccezioni, [...] Lorenzo in Lucina, S. Maria Maggiore (1145-1153) e Ss. Giovanni e Paolo (1154-1159); con S. Giorgio al Velabro, S. Giovanni a Porta Latina e forse commissionato da Francesco Caetani, ordinato cardinale diacono della chiesa nel 1295, e infine il ...
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UTENSILI LITURGICI
M. Di Berardo
Ampia categoria di suppellettili mobili connesse, in senso lato, allo svolgimento di un rito liturgico - intendendo per questo l'insieme delle cerimonie, dei gesti, [...] 1961, II, p. 91), e riguardava il momento in cui il diacono, dopo aver versato il vino recato dai fedeli in simili recipienti entro amula del sec. 5° con le effigi dei Ss. Pietro e Paolo, in argento dorato e di manifattura aulica (Roma, Mus. Vaticani ...
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L'Europa tardoantica e medievale. I territori entro i confini dell'Impero. L'Italia: Roma
Letizia Pani Ermini
Roma
Nel mese di agosto del 410 un doloroso avvenimento segnava la fine della lunga pace [...] oggi di confermare la visione tradita dal diacono Ferrando e di cogliere una sostanziale tenuta degli si aggiungono ulteriori istituzioni religiose cioè le chiese dei Ss. Pietro e Paolo, ubicata in via Sacra iuxta templum Romae, di S. Abacuc nel ...
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L'archeologia delle pratiche cultuali. Periodo tardoantico e medievale e mondo bizantino
Francesca Romana Stasolla
I luoghi, gli oggetti del culto e i materiali votivi
La definizione di una disciplina [...] aveva richiesto la testa o un'altra parte del corpo di s. Paolo per la nuova cappella palatina. In Oriente, invece, la traslazione di i falsari, le fonti riportano il caso del diacono Deusdona, che presso le più importanti catacombe romane ...
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male parta male dilabuntur
(lat. «le cose malamente acquistate svaniscono malamente»). – Frase che Paolo Diacono cita come di Nevio, ma in realtà riferita da Cicerone (Philipp. II, 27, 65) come proverbiale, senza nome d’autore.
terzo
tèrzo agg. num. ord. e s. m. [lat. tertius, der. di tres «tre»]. – 1. agg. a. Che, in una sequenza ordinata, occupa il posto corrispondente al numero tre, viene cioè dopo altri due (in cifre arabe 3°; in numeri romani III): il mio t....