unità s. f. [dal lat. unĭtas -atis, der. di unus "uno"]. - 1. a. [condizione dell'essere solo e non più di uno: l'u. del genere umano] ≈ unicità. b. [il costituire un insieme che, pur formato o derivato [...] , convergenza, unione, unitarietà. ↔ contrasto, discordanza, discordia. 2. (matem.) [numero 1, fondamento della numerazione: una decina è costituita da 10 u.] ↔ decimale. □ unità didattica ≈ lezione, modulo. □ unità lessicale ≈ lessema. ‖ parola. ...
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fedele /fe'dele/ [dal lat. fĭdēlis, der. di fides "fede"]. - ■ agg. 1. a. [che rispetta gli impegni presi, anche con la prep. a: f. a un giuramento] ≈ leale (verso), [con uso assol.] di parola. ↔ sleale [...] (verso), (lett.) fedifrago, (lett.) fellone. b. [che osserva la fede data, con la prep. a: f. a un ideale] ≈ devoto, votato. ↔ traditore (di). c. [assol., che è costante nei rapporti di amicizia: amico ...
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policlinico /poli'kliniko/ s. m. [dal fr. policlinique, comp. del gr. pólis "città" e clinique "clinica"; propr., dunque, "clinica cittadina", ma la parola è stata sentita come composta con il gr. polýs [...] "molto", donde l'attuale sign.]. - (med.) [istituto ospedaliero per la cura di malattie relative a più specialità mediche] ≈ nosocomio, ospedale. ‖ casa di cura, poliambulatorio ...
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felice agg. [lat. felix -īcis, dalla stessa radice di fecundus, quindi propr. "fertile"]. - 1. a. [che si sente pienamente soddisfatto nei propri desideri: vivere f.] ≈ appagato, contento, lieto. ↑ beato. [...] ); aspetto la prima occasione opportuna e prendo congedo (G. D’Annunzio); le opere più riuscite di Manolo ci dicono una parola di alto significato (C. Carrà). Ciò che rende felici (o che pertiene alla felicità) è detto anche allegro,lieto,roseo ...
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polisillabico /polisi'l:abiko/ agg. [der. di polisillabo] (pl. m. -ci). - (gramm.) [formato di più sillabe: parola p.] ≈ plurisillabo, polisillabo. ⇓ bisillabico, bisillabo, quadrisillabico, quadrisillabo, [...] trisillabico, trisillabo. ↔ monosillabico, monosillabo ...
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uscire (ant. escire) v. intr. [lat. exīre, comp. di ex "fuori" e ire "andare", raccostato a uscio] (nella coniug., si ha il tema usc- quando l'accento cade sulla desinenza, esc- quando cade sul tema; quindi: [...] che esce sul porto] ≈ dare, sboccare, [di strada e sim.] sbucare, [di corso d'acqua] sfociare. f. (ling.) [di parola e sim., avere come terminazione, spec. con la prep. in: sostantivo che esce in consonante] ≈ finire, terminare. ↔ iniziare (con, per ...
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uscita (ant. escita) s. f. [part. pass. femm. di uscire]. - 1. a. [l'andare o il venire fuori da un luogo chiuso, con la prep. di del primo arg. e da del secondo arg.: l'u. del treno dalla stazione] ≈ [...] stampe un libro e sim.: l'u. del volume è prevista per fine anno] ≈ pubblicazione. 5. (gramm.) [parte terminale di una parola e sim., dotata di particolare significato, anche con la prep. in: verbi con l'u. in "-are"] ≈ desinenza, terminazione. 6 ...
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uso² s. m. [lat. usus -us, der. di uti "usare", part. pass. usus]. - 1. a. [il servirsi di una cosa in modi e per scopi particolari: si consiglia l'u. delle catene; oggetto che serve a più usi] ≈ impiego, [...] , formatasi per una lunga e ininterrotta tradizione: u. contrattuali] ≈ consuetudine, norma, prassi. 5. (ling.) [ciò che una parola e sim. significa in un determinato contesto: l'u. figurato di un termine] ≈ senso, significato, valore. □ mettere ...
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loquela /lo'kwɛla/ s. f. [dal lat. loquela, der. di loqui "parlare"], lett. - 1. [facoltà di parlare: perdere la l.] ≈ (lett.) favella, linguaggio, parola. 2. (estens.) [modo di parlare tipico di un popolo, [...] di un gruppo e sim.: La tua l. ti fa manifesto Di quella nobil patria natio A la qual forse fui troppo molesto (Dante)] ≈ dialetto, (lett.) favella, idioma, lingua, linguaggio, parlata ...
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figliolo /fi'ʎɔlo/ (lett. figliuolo) s. m. [lat. filiŏlus, dim. di filius] (f. -a). - 1. (fam.) [chi è generato rispetto ai genitori: la mia f.] ≈ e ↔ [→ FIGLIO (1)]. 2. (estens.) [appellativo affettuoso [...] usato per parlare di una persona giovane: quel benedetto f.!; è una bella f.] ≈ giovane, ragazzo. ◉ La parola ha una sfumatura affettiva più marcata rispetto a figlio e, per taluni, una forte caratterizzazione region. (spec. tosc.). ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...