INFIDO O INFIDO?
La pronuncia corretta è infìdo, con accentazione ➔piana, come nella parola latina da cui deriva (infìdus).
La accentazione ➔sdrucciola è scorretta e deriva probabilmente dal modello [...] di aggettivi come ìnfimo, ìntimo.
VEDI ANCHE accent ...
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PUDICO O PUDICO?
La pronuncia corretta è pudìco, con accentazione ➔piana, come nella parola latina da cui deriva, pudìcum ‘che prova vergogna’.
La pronuncia con accentazione ➔sdrucciola pùdico è dunque [...] scorretta, anche se si tratta di un errore abbastanza comune dovuto a una errata ➔ritrazione dell’accento, forse sul modello di lùdico ...
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CONOSCENZA O CONOSCIENZA?
La grafia corretta è conoscenza senza la i, come la parola tardo-latina da cui deriva, cognoscèntiam, a sua volta derivata dal verbo cognòscere. La i, infatti, non viene pronunciata [...] e risulta superflua anche per la pronuncia del gruppo -sc-.
VEDI ANCHE coscienza o coscenza ...
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Onomatopea
Domenico Russo
Parole come suoni
Il termine onomatopea, dal greco onomatopoiìa («fare, costruire una parola»), si applica a quell’insieme di espressioni linguistiche che imitano quasi alla [...] la stessa ‘lingua’ di rane e rospi: fanno tutti cra cra. Su tutti spicca il cane, che, certo non per caso, conosce diverse ‘parole’: fa normalmente bau o bau bau, ma dice anche harf harf e se si fa male guaisce cai cai. Resta il coccodrillo. Sono in ...
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Elemento accessorio che, in unione con la denotazione, contribuisce a costituire il valore di una parola. Per denotazione si intende il rapporto tra una parola e la cosa o il concetto denotato; per c. [...] le sfumature d’ordine soggettivo accompagnanti l’uso della parola. Per es., piccino, bambino, pupo, fanciullo, bimbo hanno eguale denotazione, ma diversa c., in quanto, pur indicando la stessa classe d’oggetti, evocano risonanze affettive e ...
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L’accento melodico (o accento musicale) è un accento di parola (➔ accento) in grado di dare rilievo alla sillaba prominente per mezzo di una particolare configurazione melodica, cioè una variazione di [...] di lunghezza in lingue come il giapponese o il croato si riflette sui dubbi accentuali che si pongono nella pronuncia di parole provenienti da queste lingue. Il parlante di una lingua come l’italiano, in cui l’accento melodico è una conseguenza ...
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In linguistica, in contrapposizione a tipo, inteso come unità di lingua (un fonema, una parola, una costruzione), la sua realizzazione concreta, la sua effettiva occorrenza in un particolare atto di linguaggio. ...
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Nella terminologia della grammatica araba, le lettere che indicano consonanti le quali, se iniziali di parola, non causano assimilazione regressiva della consonante l dell’articolo; esse sono: ’, b, ǵ, [...] ḥ, kh, ‛, gh, f, q, k, m, h, w, y. Traggono il loro nome dal significato della parola presa abitualmente come esempio: al-qamaru «la luna». ...
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Col termine abbreviazione (o, più anticamente, abbreviatura) si indica l’accorciamento (o compendio) di una parola. Come si legge nel Vocabolario della Crusca (1612), l’abbreviazione è una «parola abbreviata [...] e la spesa dell’incisione. Si pensi all’iscrizione sulla facciata del Pantheon a Roma del 27 a.C., in cui quattro parole su sette, tutte separate da interpuncta, sono abbreviate (M∙ per Marcus, L∙ per Lucii, F∙ per filius, cos∙ per consul). Fin dall ...
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Il raddoppiamento sintattico è un fenomeno di ➔ sandhi esterno (o di ➔ fonetica sintattica), di natura assimilatoria (almeno in origine: cfr. § 3; ➔ assimilazione), che si verifica nell’➔italiano standard [...] come sembrò [bː]rutto, mangiò [tː]utto come mangiò [tː]roppo, da [gː]rande, è [fː]resco.
Se invece la seconda parola inizia con un nesso consonantico costituito da s + C, il raddoppiamento sintattico non si produce, il che conferma l’eterosillabicità ...
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parola
paròla s. f. [lat. tardo parabŏla (v. parabola1), lat. pop. *paraula; l’evoluzione di sign. da «parabola» a «discorso, parola» si ha già nella Vulgata, in quanto le parabole di Gesù sono le parole divine per eccellenza]. – 1. Complesso...
parole
‹paròl› s. f., fr. [lo stesso etimo dell’ital. parola]. – 1. Nel gioco del poker (per ellissi da je passe parole «passo parola»: v. parola, nel sign. 7 b), espressione interiettiva con cui un giocatore, non avendo buone carte o volendo...