Nato a Vicenza il 10 agosto 1485, educò l'ingegno e l'animo, tra il 1503 e il 1505, nella corte d'Urbino. Poi, quando nella guerra dei collegati di Cambrai la sua città fu tolta agl'Imperiali e ricuperata [...] di guerra, seguiti alla lega di Cambrai: raccolta essenzialmente letteraria, ma tuttavia non priva di valore storico. Peccato che l'ampio disegno sia stato interrotto dalla morte, poiché ci rimangono soltanto sessantanove lettere e la trattazione si ...
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GIOVINIANO (Iovinianus)
Francesco Valli
Monaco vissuto nel IV secolo, protagonista delle prime controversie sul monachismo in Occidente. Condannato da papa Siricio nel 392-3 fuggì da Roma, e poco dopo [...] stato di grazia, hanno lo stesso merito; coloro che ricevettero il battesimo con pieno sentimento di fede non possono essere tratti in peccato dal demonio; il digiuno non è piu̇ gradito a Dio del mangiare con rendimento di grazie; unico in cielo è il ...
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Settarî russi il cui nome significa "lottatori dello spirito". Si fa risalire la loro origine a un prigioniero tedesco luterano, di cui si ha traccia nell'Ucraina verso il 1740. Un russo, certo Kolesnikov, [...] interna per ogni cristiano. Così interpretano a modo loro e simbolicamente quasi tutti i dogmi della fede ortodossa. Negano il peccato originale, credono alla preesistenza delle anime e talvolta identificano Dio con l'uomo. Non ammettono l'al di là ...
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ZOLLI, Eugenio (propr. Israel Zoller)
Giovanni GARBINI
Ebraista ed esegeta biblico, nato a Brody (nella Polonia già austriaca) il 7 settembre 1881, morto a Roma il 2 marzo 1956. Mutò il cognome Zoller [...] successivi: Mi encuentro con Cristo, Madrid 1952 e Before the dawn, New York 1954); Antisemitismo, Roma 1945; Il peccato, Roma 1948; Il Salterio, Milano 1951 (versione); L'educazione presso gli Ebrei, Milano 1952; Il salterio, documento di ...
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I testi agiografici: religione e politica nella Venezia del Mille
Giorgio Gracco
Premessa
Una testimonianza letteraria ben nota, la Translatio sancti Marci, che la critica colloca di solito oltre la [...] anche per riabilitare i Venetici dalle accuse del duca, come per far capire al duca che no, i Venetici non potevano aver peccato, erano anzi ricolmi di ogni virtù, tant'è vero che solo da essi egli aveva potuto ricevere il dono più ambito, quello ...
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Amore
Emilio Pasquini
Guido Favati
. Per eccellenza il termine-chiave dello Stilnovo, fin dagli esordi al centro del lessico di D., anche perché la possibilità di considerarlo quasi costantemente personificato [...] 130-132).
In modo più legato all'ethos cristiano, Dio è l'a. che si era spento per l'uomo a causa del peccato originale, e si è poi racceso nel ventre di Maria (XXXIII 7) per assumervi natura umana accanto a quella divina, a operare la redenzione ...
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Leone I, santo
Elena Cavalcanti
La scarna notizia del Liber pontificalis ne assegna le origini alla Tuscia e dice chiamarsi Quinziano il padre. Null'altro si sa della famiglia e del luogo di nascita; [...] tutta la debolezza umana "non de necessitate sed de voluntate", di modo che dal di dentro dell'umanità, laddove c'era il peccato, egli operò con il prezzo della gratuità e dell'amore; egli cura ciò che è infermo facendolo proprio, riveste di forza ...
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Venezia e le campagne
Giuseppe Gullino
Il rapporto psicologico dei Veneziani con la terra
I Veneziani che hanno potuto conservare qualche ricordo della loro città prima che lo spartiacque degli anni [...] o ristrutturarono significativamente le loro ville; eccolo, con la premessa che ai fini del nostro discorso l’inventario che segue pecca per difetto, dal momento che: 1) concerne solo il patriziato e non tutti gli abitanti della Dominante (per la ...
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Ciacco
André Pézard
Eugenio Ragni
. Questo nome, per i lettori dell'Inferno, è proprio del personaggio centrale del canto VI, il solo che fra i golosi del terzo cerchio si faccia vivo con Dante. Senza [...] Ciacco). Si vedano inoltre T. Pisanti, Idea, stile e poesia nel c. VI dell'Inf., in " Palestra " III (1964) 3-9; A. Piromalli, Il peccato di gola e l'episodio di C., in " Ausonia " XX 4-5 (1965) 50-57; A. Pézard, Ce qui gronde en l'eternel (Inf. VI ...
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Bizantina, Civiltà
Agostino Pertusi
Il primo problema che ci dobbiamo porre è se D. ebbe una conoscenza concreta e precisa della cultura greco-bizantina. La risposta è in gran parte negativa: D. non [...] erano stati ridotti nella loro radice a tre: all'oblio (colpevole), all'ignavia e all'ignoranza, e ricataloga parte dei peccati già enumerati come derivati tutti dall'intemperanza, che a sua volta è generata dalla philautia', cioè dall'amor di sé. La ...
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peccato
s. m. [lat. peccatum, der. di peccare «peccare»]. – 1. a. In generale, trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini: il concetto di peccato si colloca sempre in ambito...
pecca
pècca s. f. [der. di peccare]. – 1. Vizio, difetto: una giovine la quale aveva potuto promettersi a un poco di buono ... qualche magagna, qualche p. nascosta la doveva avere (Manzoni); anche riferito a cosa: un vino senza pecche (o senza...