Il complesso delle dottrine e il movimento ereticale che fanno capo al monaco Pelagio (ca. 354 - ca. 427). La dottrina di Pelagio è improntata a un moralismo ascetico-stoico: l'uomo può con le sue forze [...] osservare i comandamenti di Dio e salvarsi; la grazia gli è data solo per facilitare l'azione. Ne consegue la negazione del peccato originale e della necessità del battesimo e della penitenza. Dopo la ...
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Diacono (principio del 5º sec.), sostenitore di Pelagio con scritti polemici (contro s. Girolamo) e nel sinodo di Diospoli; è verosimilmente l'autore della traduzione latina di varie omelie di s. Giovanni [...] Crisostomo precedute da lettere dedicatorie; forse aiutò Pelagio nel redigere i suoi scritti, che presentano affinità stilistiche con quelli di Aniano. ...
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Greco (m. 418), successore di Innocenzo I (417). Favorì dapprima Pelagio e Celestio, nonostante l'opposizione dei vescovi africani, salvo poi mutare atteggiamento. Provocò rimostranze da parte dei vescovi [...] della Gallia col concedere favori inusati alla sede di Arles retta dal suo amico Patroclo, e anche in Roma non fu ben visto. Il suo culto è attestato a partire dal sec. 9º. Festa, 26 dicembre ...
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Teologo (m. 431 circa); avvocato in Roma, aderì alle idee di Pelagio; profugo durante l'invasione gotica a Siracusa, quindi a Cartagine, cercò di esservi ordinato sacerdote, ma vi fu invece condannato [...] dall'imperatore e condannato dal papa (418), visse in esilio, riapparendo anche a Roma (423) e a Costantinopoli (429). Restano di lui pochi scritti e il giudizio dei contemporanei, che gli attribuisce un posto importante nel movimento pelagiano. ...
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Figlio (n. 693 - m. Cangas 756) di Pietro duca di Cantabria e genero del re Pelagio, fu eletto re dai nobili (739) alla morte di Favila, fratello di Pelagio; estese il regno, che alla sua morte comprendeva [...] la Galizia settentr., le Asturie, parte delle odierne provincie di Santander e di Burgos, la Vasconia e la città di León ...
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GIOVANNI III papa
Giovanni Battista Picotti
Romano, figlio di Anastasio vir inluster, eletto a succedere a Pelagio I, fu consacrato solo dopo circa quattro mesi, il 18 luglio 560, avendo dovuto attendere [...] la conferma dall'imperatore bizantino. Sembra che abbia tentato di pacificare i Romani con Narsete e ne abbia guadagnato impopolarità. Sotto di lui, avvenne l'invasione dei Longobardi (568); ma nulla sappiamo ...
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Le guerre combattute dai Regni cristiani della Penisola Iberica contro gli Arabi: iniziate con la vittoria di Pelagio, re delle Asturie, a Covadonga (718 ca.), proseguirono fino alla presa di Granada (1492). [...] Il termine corrisponde a un concetto storiografico sorto dopo il 16° sec., che interpretò tutta la storia dei Regni iberici come una ininterrotta crociata contro gli infedeli, sottovalutando gli apporti ...
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Successore (m. Grado 569) di Macedonio nel 557 circa, esponente dello scisma dei Tre Capitoli, resisté ai tentativi di Pelagio I che avrebbe voluto che l'autorità imperiale lo rimovesse dalla sua sede; [...] abbandonò però questa nel 568 per sfuggire agli invasori longobardi, rifugiandosi, con i tesori della sua chiesa, a Grado ...
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Successore (m. Roma 440) di Celestino I. Prete romano, ebbe per un certo tempo fama di essere favorevole a Pelagio; fu destinatario di una lettera di s. Agostino sulla grazia preveniente e sul libero arbitrio; [...] fu eletto papa nel 432. Rimase neutrale nella disputa pelagiana e semipelagiana, e svolse opera conciliativa nella vertenza nestoriana. Fece edificare sull'Esquilino la basilica da lui dedicata alla Vergine, ...
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VIGILIO
Claire Sotinel
V. nacque a Roma, senz'altro nell'ultimo decennio del V secolo, avendo raggiunto l'età per diventare vescovo nel 531. Apparteneva ad una famiglia cristiana che era al servizio [...] Duchesne, La succession du pape Félix IV, "Mélanges de l'École Française de Rome", 3, 1883, pp. 239-66; Id., Vigile et Pélage. Étude sur l'histoire de l'Église romaine au milieu du VIe siècle, "Revue des Questions Historiques", 36, 1884, pp. 369-440 ...
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pelagia
pelàgia s. f. [lat. scient. Pelagia, dal gr. πελάγιος «marino»] (pl. -gie). – Genere di celenterati scifozoi della famiglia pelagidi, a cui appartiene la specie Pelagia noctiluca, una medusa comune nel Mediterraneo, con ombrello piccolo,...
pelagiano
agg. e s. m. (f. -a). – Di Pelagio, conforme alle dottrine di Pelagio (v. la voce prec.). Come sost., seguace di Pelagio e del movimento ereticale che a lui fa capo.