In italiano standard la congiunzione che è propria di alcune frasi subordinate: le oggettive (vedo che ti stai comportando bene; ➔ oggettive, frasi), le soggettive (è possibile che io sia in ritardo domani; [...] Vedi che dolcemente i piedi e gli occhi move
per questa di bei colli ombrosa chiostra (Petrarca, Canz. CXCII, 7)
Pietro ➔ Bembo, nelle Prose della volgar lingua (1525: III, liv), commentando gli usi del che polivalente, li condannò a vantaggio delle ...
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Il punto e virgola è un segno di interpunzione (➔ punteggiatura) costituito dalla combinazione di un punto in alto e di una virgola ‹;›, che ha due funzioni principali:
(a) demarcativa, intesa come «capacità [...] a stampa italiani, in particolare – per quanto riguarda le opere in latino – nel De Aetna, dialogo giovanile di ➔ PietroBembo che Aldo Manuzio (➔ editoria e lingua) diede alle stampe nel febbraio 1496 (1495 stile veneto), e – per quanto riguarda ...
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I cultismi sono parole, forme o costrutti di tradizione colta, cioè elementi rari o poco ricorrenti rispetto alla media statistica della lingua comune. In quest’accezione essi rappresentano un elemento [...] del complemento oggetto o del complemento d’agente nella prosa latineggiante del primo Cinquecento, per es. negli Asolani di ➔ PietroBembo (1505): «e io bene le tue parole non appresi», «ora dalla turba delle passioni soffiato», ecc. (Tesi 2007: 235 ...
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L’accento grave è un tipo di ➔ accento grafico, cioè un segno diacritico che, in forma di barretta obliqua orientata in alto verso sinistra (‵), si pone sulle vocali per segnalarne la messa in evidenza [...] a inizio Cinquecento, come si nota dalla sistematicità con cui ricorre nelle edizioni di Dante e di Petrarca curate da ➔ PietroBembo (1501-1502).
Migliorini spiega che «per l’accento acuto o grave, gli stampatori del Cinquecento avevano seguito una ...
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Gli arcaismi sono forme o parole avvertite come desuete sul piano sincronico della lingua d’uso, ma non, per es., nell’ambito di particolari tradizioni e generi. Il ricorso a parole del passato è un ingrediente [...] fondazione della lingua letteraria nel corso del Cinquecento (Tesi 2007: 203-209): emerge su tutti l’opera di ➔ PietroBembo, editore del Petrarca aldino (1501) e teorizzatore della lingua di ➔ Petrarca e ➔ Boccaccio nelle Prose della volgar lingua ...
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Si chiamano segni paragrafematici (espressione coniata da Arrigo Castellani: cfr. Castellani 1985) tutti i tratti e gli accorgimenti grafici che si combinano con una o più lettere dell’alfabeto, oppure [...] (cfr. Buzzoni 2008: 441). Opera tra le più importanti per la storia dei segni paragrafematici è il De Aetna di ➔ PietroBembo, pubblicato da Aldo Manuzio nel 1496 (1495 more veneto), dove compaiono, per la prima volta in un testo a caratteri latini ...
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FORTUNIO, Giovanni Francesco
Gino Pistilli
Nacque probabilmente a Pordenone nel decennio 1460-70.
Il luogo di nascita non è sicuro, perché se in documenti d'archivio di area triestina è chiaramente [...] coscienza, nel F., che una grammatica si deve basare sulla norma e non sull'uso raro.
Sull'accusa di plagio fatta da PietroBembo al F. si è concordemente affermata la sostanziale diversità dei due testi. In una lettera a B. Tasso del 27 maggio 1529 ...
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FARAONE (Faragonio), Francesco
Massimo Ceresa
Scarse le notizie biografiche che lo riguardano. Nacque a Messina, probabilmente poco dopo il 1460. Dalle sue umili origini, indicate dall'allievo e biografo [...] che l'erudito greco svolse nella città dello Stretto, dove aveva attirato studenti provenienti da tutta Europa (il giovane PietroBembo, fra l'altro, che strinse amicizia con il Faraone). In seguito, insieme con Carlo Curro, il F. diede nuovo ...
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GABRIEL (Gabriele, Cabriele), Jacopo
Elena Del Gallo
Nacque a Venezia nel 1510 dal patrizio Jacopo, figlio del cavaliere Bertucci, fratello di Trifone.
Il padre ricoprì cariche nell'amministrazione [...] e, nel settembre del 1501, fu eletto savio agli ordini. Inoltre frequentava l'ambiente colto e aristocratico che ruotava intorno a PietroBembo. Nell'aprile del 1510 il padre Jacopo morì, forse di peste (cfr. M. Sanuto, I diarii, X, p. 168).
Non si ...
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FALSI ALTERATI
I cosiddetti falsi alterati (o alterati lessicalizzati) sono parole che presentano i suffissi tipici dell’➔alterazione, ma hanno un significato proprio, del tutto autonomo e diverso da [...] , non bucata, simile a tutti gli effetti allo spago;
– meno immediato il caso di tinello, parola già presente in PietroBembo: da tino ‘botte di vino’, probabilmente perché era la stanza dei servitori in cui si conservavano appunto i tini (senza ...
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bembesco
bembésco agg. (pl. m. -chi). – Del letterato veneziano Pietro Bembo (1470-1547) e della sua opera: la poesia b., il platonismo b.; le teorie b. sulla fiorentinità della lingua italiana. ◆ Oggi, con lo stesso sign. e gli stessi usi,...
prova
pròva (ant. pruòva) s. f. [deverbale di provare; ma un lat. proba è già documentato in età tarda e medievale]. – 1. Atto, o serie di atti, operazione, procedimento, aventi lo scopo di conoscere, verificare, dimostrare le qualità, le...