PITATI, Bonifacio, detto Bonifacio Veronese
Francesco Trentini
PITATI (de’ Pitati), Bonifacio, detto Bonifacio Veronese. – Nacque a Verona, nell’anno 1487 circa, da Marzio de’ Pitati figlio di Bonifacio [...] 9).
D’altra parte, la pitturadi Pitati mostra in questi anni un evidente avvicinamento a temi di ricerca tipicamente lotteschi, e se per dimensione e soggetto a questo genere. Di particolare interesse è la Parabola di Lazzaro e il ricco (Venezia, ...
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CHIOSSONE, Edoardo
Giuliano Frabetti
Nacque ad Arenzano (Genova) il 20 genn. 1833 da Domenico fu Agostino e da Benedetta Gherardi fu Carlo, come risulta dall'atto di battesimo nella locale chiesa parrocchiale [...] attenzione è attratta da uno dei dipinti "digenere" di D. Induno, artista, in fondo, O. Grosso, Storia dell'arte giapponese, Bologna 1925, pp. 9 s.; Id., La pittura giapponese, Roma 1926, p. 53; A. Luxoro, Il Museo giapponese Edoardo Chiossone, in A ...
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BACCIARELLI, Marcello
Stefan Kozayiewicz
Nacque a Roma il 16 febbr. 1731, da Filippo e Ortensia Capazzi. Studiò pittura con Marco Benefial. Nel 1750 (o 1753 ?) fu chiamato a Dresda dal direttore della [...] suo soggiorno in questa città pare sia stato più lungo di quel che in genere si creda, dal 1756 fino al 1764 (o al merito di istruire allievi polacchi e diede un particolare contributo allo sviluppo del ritratto e della pitturadi soggetto storico ...
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FISCHETTI (Fischetti Gioffredo), Fedele
Francesca Bertozzi
Nacque a Napoli il 30 marzo 1732 da Francesco e Cannina Severino.
A volte al primo cognome aggiungeva l'altro di Gioffredo (Goffredo o Coffredo): [...] più felici dipittura rocaille.
In occasione del primo tentativo importante di riforma della R. Accademia del disegno e pitturadi Napoli F. dimostra anche in questo genere la partecipazione alle nuove istanze di gusto classicista, riassumendo sia l' ...
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GARGIULO, Domenico, detto Micco Spadaro
Matteo Lafranconi
Pittore napoletano attivo principalmente nei due decenni a cavallo della metà del XVII secolo, dotato di un talento brillante, è scarsamente [...] individuati in una coppia di tondi con scene digenere, già nella collezione del principe di Fondi e oggi 65-68, 104-108; S. Ortolani, La pittura napoletana del sec. XVII, in La Mostra della pittura napol. dei secc. XVII, XVIII, XIX (catal ...
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PASTORIS, Federico
Matteo Piccioni
– Nacque nel maggio del 1837 ad Asti, da Paolo e da Giulia Teresa Micheletti, figlia di Irene Lagrange, nipote del noto matematico. Suo nonno Carlo Luigi Pastoris, [...] » (Martelli, 1867, p. 322). In quegli anni, Pastoris continuò a dividersi tra pitturadi paesaggio, più legata a ricerche di tipo realista, e soggetti digenere come Incamminiamoci, dipinto a Rivara nel 1869 ed esposto nel 1870 alla Promotrice ...
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D'ORSI, Achille
Luciana Soravia
Nacque a Napoli il 6 ag. 1845 da Giovanni e Giovanna Feola. Nel 1857 si iscrisse al Reale Istituto di belle arti di Napoli, dove frequentò la scuola di scultura allora [...] soggetto volutamente sgradevole, un preciso intento polemico: "Protesta contro che? Contro un genere d'arte, - pittura o scultura, - il cui solo scopo è di piacere, di essere graziosa ad ogni costo. Era dunque tanto necessario protestare? Fino a un ...
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GALLORI, Emilio Pasquale
Rita Bernini
Nacque a Firenze il 3 apr. 1846 da Gaetano, bottegaio, e Assunta Raddi. Studiò all'Accademia delle belle arti della sua città, dove ebbe come insegnanti A. Costoli [...] continuò a dedicarsi a statuette digenere, ritratti, busti veristi: all'Esposizione nazionale di Torino del 1880 presentò con successo s. 2, VI (1874), pp. 180 s.; C. Boito, Scultura e pittura d'oggi, Roma-Torino-Firenze, 1877, pp. 331, 333 s.; J.J. ...
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FARUFFINI, Federico
Anna Finocchi
Nacque il 12 ag. 1833 a Sesto San Giovanni (Milano) da Paolo, farmacista, che vi si era stabilito dal 1822, e da Giuseppa Albini. Nel 1848 fu mandato dal padre a studiare [...] , il breve saggio di M. Miraglia, F. fra pittura e fotografia, in F. F. [cat.] 1985, pp. 30-34).
Nei dipinti e nelle incisioni di quest'ultima fase, là dove il F. non cede alle piacevolezze e alla leziosaggine della scena digenere, ma si concentra ...
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BLOEMEN, Jan Frans van, detto Orizzonte
Andrea Busiri Vici
Figlio di Pieter, nacque ad Anversa il 12 maggio 1662 e fu in pari data battezzato secondo il rito cattolico nella cattedrale di Notre-Dame.
Suoi [...] dipinti intorno al 1710, costituirebbero il primo esempio di questo generedi collaborazione. In due pendants della collezione Caraceni, III (1932), pp. 142-146 passim; R. Buscaroli, La pitturadi paesaggio in Italia, Bologna 1933, p. 87; I. Haumann, ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante una nozione che comprende in sé più specie...
genio1
gènio1 s. m. [dal lat. Genius, nome proprio della divinità tutelare, e fig. (come nome comune, genius) «inclinazione, disposizione»]. – 1. a. Nella mitologia pagana, lo spirito, buono o cattivo, che presiedeva al destino degli uomini...