("La commedia del baule") Commedia del commediografo latino Plauto (250 a.C. circa - 184 a.C.), ultima di quelle dette varroniane, derivata forse da Difilo, della quale ci sono giunti solo frammenti. L'argomento [...] è affine a quello del Rudens ...
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("La commedia della cassetta") Commedia del commediografo latino Plauto (250 a.C. circa - 184 a.C.), di derivazione menandrea, rappresentata probabilmente nel 203 a.C. Deriva il titolo dalla "cesta" (lat. [...] cistella, dim. di cista) in cui viene esposta la piccola Selenio che, dopo parecchi anni e intrighi, ritroverà il padre e sposerà il giovane che ama.
Sulla Cistellaria fu modellata la Cassaria di L. Ariosto ...
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("La commedia della pentola") Commedia del commediografo latino Plauto (250 a.C. circa - 184 a.C.). Ritenuta comunemente posteriore al 195, viene datata al 194 o al 191 a.C.; deriva il titolo da una pentola [...] (lat. aulŭla, dim. di aula "olla") al centro della storia, giuntaci priva della conclusione.
Euclione, un vecchio avaro, ha trovato una pentola piena d'oro che custodisce gelosamente nel timore che gli ...
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(“Il bugiardo”) Commedia (191 a.C.) del commediografo latino Plauto (250 a.C. circa - 184 a.C.), che deriva il nome dal protagonista.
Pseudolo è uno schiavo furbo e scaltro che aiuta, con trucchi e raggiri, [...] il proprio giovane padrone, Calidoro, a sottrarre al lenone Ballione la fanciulla di cui è innamorato e che è stata promessa, dietro versamento di denaro, a un soldato ...
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("il Gorgoglione" o " il Curculione") Commedia del commediografo latino Plauto (250 a.C. circa - 184 a.C.), databile forse al 193 a.C.
Grazie all'opera d'un parassita, Curculio, il giovane Fedromo [...] riesce a sottrarre la fanciulla Planesio al lenone che ne è il proprietario e che l'ha promessa a un soldato. Nel finale Planesio è riconosciuta libera e sorella del militare; può essere sposata dal giovane ...
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PATAGIARIUS
I. Calabi Limentani
Il termine p. si trova solamente in Plauto (Aul., 509), in un elenco di artigiani e mercanti di oggetti di lusso dell'abbigliamento femminile, e nella definizione di [...] patagium che dà Festo (s. v. Patagium, ed. Lindsay, p. 246). L'esistenza e l'uso del patagium, ornamento della veste femminile analogo al clavus della tunica maschile è attestato dal III sec. a. C. (Naev., ...
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QUEROLUS
Massimo Lenchantin De Gubernatis
. È una commedia rifatta sull'Aulularia di Plauto e scritta non per le scene, ma fabellis atque mensis. Il Rutilio, vir illustris, a cui fu dedicata, non si [...] risalire l'opera al sec. IV-V. Quel particolare miscuglio di elementi prosastici e metrici è dovuto all'imitazione di Plauto e Terenzio, i cui versi non erano più sentiti come tali. In realtà nel Querolus periodi di struttura prosastica si chiudono ...
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("La commedia degli spettri") Commedia (forse del 188 a.C.) del commediografo latino Plauto (250 a.C. circa - 184 a.C.), che probabilmente deriva da Φάσμα del comico greco Filemone. È la commedia [...] degli spiriti (da mostellum, dim. di monstrum "spettro") da cui Tranione, il servo imbroglione, dice infestata la casa del vecchio Teopropide, tornato in Atene dopo anni di lontananza per affari; ma ...
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VELITI (velĭtes)
Plinio Fraccaro
Al termine rorarii, con cui ancora all'età di Plauto s'indicavano i soldati romani armati alla leggiera, si sostituì nel sec. II a. C., quello di velites (sing. veles-itis, [...] da velox: per analogia con pedes ed eques). Una legione normale di 4200 fanti contava 1200 veliti, scelti fra le reclute più giovani delle classi inferiori per censo; essi erano assegnati in numero di ...
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Titolo («il brontolone») di un’anonima commedia latina in prosa ritmica, rifacimento dell’Aulularia di Plauto. Composta alla fine del 4° o al principio del 5° sec. d.C., è dedicata a un Rutilio identificato [...] con il poeta Rutilio Namaziano ...
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varroniano
agg. – Di M. Terenzio Varrone (116-27 a. C.), detto Reatino perché nativo di Rieti (lat. Marcus Terentius Varro Reatinus), erudito, scrittore e uomo politico romano dell’ultima età repubblicana, autore di varie opere, pervenuteci...
arpagone2
arpagóne2 s. m. – Propr., nome (fr. Harpagon) del protagonista dell’Avare (1668) di Molière, usato antonomasticamente per indicare persona molto avara, cupida di guadagno. La parola è connessa con la voce prec.; già in Plauto, infatti,...