BELLI, Giuseppe Gioachino
Giovanni Orioli
Nacque a Roma il 7 sett. 1791. Il padre, Gaudenzio, di professione computista, apparteneva a famiglia benestante; la madre, Luigia Mazio, a famiglia agiata [...] poeta a darle una durevole fisionomia, a farne strumento d'arte. Senonché il B. non è un pedissequo ripetitore della parlata plebea della sua città né si limita a riprodurla fedelmente come era nelle sue intenzioni, ma al contrario interviene, se con ...
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FOLENGO, Teofilo
Angela Piscini
Al secolo Girolamo, nacque l'8 nov. 1491 a Mantova, in contrada Monticellì Bianchi, nella casa che la madre Paola Ghisi, di ricca stirpe mercantile, aveva portato in [...] delle indulgenze: ma tutto con prudente ambiguità. I proclami evangelici di Berta, ad esempio, sono accompagnati da un'ironia plebea che ne attenua il significato eversivo. Certamente l'Orlandino non è un libro composto a tavolino, in un attento ...
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BRACCIOLINI, Poggio (Poggius, Poggius Florentinus)
Armando Petrucci
Emilio Bigi
Nacque a Terranuova nel Valdarno Superiore (oggi Terranuova Bracciolini) l'11 febbr. 1380 da Guccio, speziale, e da Iacoba [...] segno della loro origine pratica nella malignità e nella ferocia delle accuse, spesso false, nella volgarità degli insulti, nella plebea virulenza del linguaggio. Bisogna però riconoscere che anche in questo genere il B. si distingue tra gli umanisti ...
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CIELO d'Alcamo
Niccolò Mineo
La prima notizia di un poeta di nome "Cielo" proviene dall'umanista Angelo Colocci, che, non sappiamo' in base a quali testimonianze, a lui assegna la paternità del famoso [...] propria realtà culturale e linguistica e anzi non possono fare a meno, per esigenze espressionistiche, di ricorrere alla vividezza plebea del vernacolo. Una costruzione pensata ed elaborata per il divertimento, certo, di un pubblico intendente. Ma il ...
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GALIANI, Ferdinando
Silvio De Majo
Nacque a Chieti il 2 dic. 1728, da Matteo, regio uditore in quella città, e da Anna Maria Ciaburri.
Dopo aver seguito gli spostamenti professionali del padre a Lecce, [...] italiana dei primi secoli, da Jacopone a Dante, e che poi si era corrotto, venendo sopraffatto da una lingua volgare e plebea, quella di G.B. Basile e G.C. Cortese. Per questo motivo bisognava recuperare tale lingua e renderla magari quella ufficiale ...
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ELLERO, Pietro
Cristina Vano
Nacque a Cordenons (presso Pordenone), nel Lombardo-Veneto austriaco, l'8 ott. 1833 da Sebastiano e da Anna Poletti. La famiglia, friulana e cattolica, le cui origini secentesche [...] a cavallo tra la fine del secolo e gli inizi del Novecento, sferrò un duro attacco contro la "tirannide plebea". Suoi interventi sporadici ma coerenti si udirono ancora per qualche anno fino addirittura a risuonare in un'aula parlamentare ormai ...
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BOCCACCIO, Giovanni
Natalino Sapegno
Frutto di una libera relazione di Boccaccio, o Boccaccino, di Chellino con una donna di cui nulla sappiamo, nacque, forse a Certaldo, ma più probabilmente a Firenze, [...] sue profferte, ma si è fatta beffe di lui anche in pubblico, schernendo la sua età ormai matura e la sua origine plebea. Dapprima disperato, fino al punto di meditare il suicidio, ha poi lasciato a poco a poco prevalere nel suo animo il risentimento ...
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plebeo
plebèo (ant. raro plebèio) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. plebeius, der. di plebs plebis «plebe»]. – 1. Della plebe, appartenente alla plebe dell’antica Roma: le magistrature p.; i consoli p.; persona di origine p.; come sost.: le lotte...
smaccato
agg. [etimo incerto; non sembra possa considerarsi un part. pass. di smaccare]. – Esagerato, eccessivo, quasi esclusivam. nell’espressione dolce s., stucchevole, e per estens., assol.: un vino s., troppo dolce. Più com. in senso fig.:...