GEREMIA (ebr. Yirmĕyāhū, o abbreviato Yirmĕyah; greco ‛Ιερεμῖας; Vulgata Jeremias; scrittori cristiani anche Hieremias)
Giuseppe RICCIOTTI
Alfredo Vitti
Profeta israelita, autore del libro della Bibbia [...] affrontò direttamente la corruzione morale e religiosa che infierivano nel popolo (V, 7 segg., e passim nei primi capitoli) richiamando di più sono disposti in serie differente dall'ebraico. Probabilmente i Settanta, collocando tali oracoli verso ...
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PIETISMO
Giovanni NECCO
Giovanni CALO'
. Corrente religiosa, d'indirizzo sentimentale-edificativo, formatasi in seno al protestantesimo nella seconda metà del Seicento. Da quando Melantone avvertì [...] insegnamenti: religione; lingue (latino, greco, ebraico, francese); scienze, cioè le discipline letterarie influire su tutta la vita spirituale e su tutti gli strati del suo popolo. Di fronte ai quali meriti si attenuano i rilievi, non certo infondati ...
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SIBILLA
Alberto PINCHERLE
Nicola TURCHI
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. La Sibilla (l'etimologia del nome è sconosciuta) è una vergine, giovane ma talora pensata anche come decrepita, la quale quando viene ispirata e quasi posseduta [...] sviluppo preso dall'astrologia caldea nel mondo ellenistico. È detta anche Ebraica; il suo nome è Saba o Sambete.
I libri sibillini la sua legge. Ma in questa letteratura, parenetica e popolare, il problema che si poneva non era tanto quello di ...
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RE, Libri dei
Giuseppe Ricciotti
Con questo termine si designa un numero differente di libri storici della Bibbia, a seconda che di questa si segue il testo originale ebraico, ovvero quello della versione [...] di Samuele. I libri I-II Samuele e I-II Re del testo ebraico corrispondono quindi per ordine ai libri I-II-III-IV Re dei Settanta e XV è narrata la storia di Saul, unico re. Il popolo, invidiando le circonvicine genti monarchiche, chiede un re a ...
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TARGŪM (aramaico e neoebraico targūm: plurale neoebraico targūmīm "traduzione", poi la "traduzione" per eccellenza)
Umberto Cassuto
Questo nome designa le traduzioni della Bibbia in aramaico giudaico.
A [...] e la cui precisa cronologia sono difficilmente determinabili, la lingua aramaica venne a sostituirsi a quella ebraica come lingua d'uso, e il popolo non comprese più i testi biblici nell'originale, si sarà cominciato a spiegare nella lingua parlata ...
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TABERNACOLO
Gioacchino MANCINI
Giuseppe RICCIOTTI
Celso COSTANTINI
. La voce latina tabernaculum è diminiutivo di taberna e sta propriamente a indicare una baracca posticcia eretta con tavole di [...] usati in certi culti.
Il tabernacolo nella religione ebraica.
Fu il santuario portatile degli Ebrei durante la loro è costituito dall'altare per il sacrificio in cospetto del popolo adunato (ecclesia). In esse il Santissimo non si conservava, ...
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SAMARITANI
Giuseppe Ricciotti
Quando, nel 721 a. C., la città di Samaria fu distrutta dagli Assiri, gli abitanti israeliti della città e del regno omonimo furono deportati in massima parte in Assiria [...] Pasqua in maniera che ha notevoli divergenze dall'analogo rito ebraico. Sembra che nei tempi antichi la Pasqua fosse celebrata da sarà un riformatore sul tipo di Mosè, ricondurrà iI suo popolo sulle vie divine e ristabilirà per 1000 anni dopo la sua ...
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GIONA (lat. Ionas; ebr. Jonah)
Alberto Vaccari
Profeta ebreo, sotto il cui nome va uno dei libretti compreso nel volume "profeti minori" (il 5° nell'ordine dell'ebraico e della Volgata, 6° nell'ordine [...] . - Solo fra tutti i libri profetici non contiene discorsi, ma sì il racconto di una missione del profeta, e missione a un popolo straniero, alla lontana capitale dell'Assiria. Sono quattro capi e come quattro atti di un dramma. I. Dio ordina a G. di ...
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LAMENTAZIONI
Giuseppe Ricciotti
Libro della Bibbia, che contiene carmi elegiaci sulla distruzione di Gerusalemme fatta da Nabucodonosor.
Nome e posizione nel Canone. - Nei manoscritti e nelle edizioni [...] i carmi che porta il loro autore ad accomunarsi con lo stato miserando del popolo (cfr. I, 5, 8, 14; III, 40, 42; V di 4 a 2); il primo emistichio ha circa la lunghezza del verso ebraico ordinario, mentre il secondo non di rado è ridotto a due o tre ...
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RAZZA (XXVIII, p. 910)
Virginio GAYDA
La politica fascista della razza. - La politica demografica del Regime fascista, definita da Mussolini fin dai primi anni di governo come uno dei compiti elementari [...] ostili e nella formazione dell'impero, dovesse creare nel popolo italiano, sempre più profondi, una coscienza e un orgoglio impone l'esodo, entro sei mesi, degli stranieri di razza ebraica che si trovano in questi territorî e vi abbiano iniziato il ...
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sionismo
s. m. [der. di Siòn o Sìon (ebr. Siyyōn, gr. Σιών, lat. Sion), nome di una collina di Gerusalemme e, per estens., di Gerusalemme stessa; la parola è stata coniata, nella forma Zionismus, dallo scrittore ted. N. Birnbaum nel 1882]....
maledetto
maledétto (ant. o tosc. maladétto) agg. [part. pass. di maledire]. – 1. a. Colpito da maledizione: un uomo m. da Dio (cui spesso si aggiunge: e dagli uomini); le anime m. dell’Inferno; anche come sost.: andate via da me, maledetti,...