Semitista (Merecz, Vilnius, 1866 - Filadelfia 1932). Si trasferì dalla Polonia negli Stati Uniti, dove insegnò in varî istituti superiori e fu direttore di riviste di studî biblici e orientalistici. Tra [...] le sue opere sono notevoli una grammatica del talmudico babilonese (1910) e una storia del popoloebraico (1927). ...
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Le ricerche per sapere quando fu sostituito il nome di filosofo e quindi filosofia al termine sofo (o sofista) e sofia, hanno un interesse puramente filologico, poiché quel che importa alla filosofia è [...] . C.-50 d. C. circa) definisce il Dio ebraico con categorie platonico-aristoteliche. Identifica Dio e l'essere, Grecia né Roma, ma l'Europa, fusione di popoli differenti e incolti con popoli che dello splendore dell'Impero romano serbavano solo l' ...
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Parte introduttiva di Stanisław Tabaczyński
Nell'ultimo decennio l'evoluzione delle impostazioni filosofiche, teoriche e metodologiche delle scienze umane ha subito una marcata accelerazione. Alcuni autori [...] regresso. Nel caso dell'insorgere del monoteismo etico ebraico, è proprio nell'ambito della dialettica storica del periodo più antico (1° sec. a.C.-3° d.C.), popolazioni proto-Bantu di coltivatori e pescatori occuparono la costa del Kenya e della ...
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VICO, Giambattista
Fausto Nicolini
Filosofo, storico, giureconsulto e critico letterario.
1. Primi anni (1668-1686). - Terzultimo degli otto figliuoli di Antonio, figlio d'un contadino maddalonese e [...] ebreo, esce proprio dall'ortodossia, qualora soggiunga che, nei casi ordinarî, cioè nei rispetti di tutti i popoli diversi dall'ebraico, Dio, volendo aiutare l'uomo soltanto per cause seconde, ossia in guisa indiretta, mediata, naturale, gli lasci ...
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Cardinale, nato a Sora il 30 ottobre 1538 da Camillo Barone (questo il cognome prima che Cesare lo latinizzasse in Baronius) e Porzia Febonia. Conseguì la laurea in giurisprudenza a Roma il 20 maggio 1561 [...] Neri l'incarico, assolto fino al 1584 sei volte, di narrare al popolo, prima in S. Girolamo alla Carità, poi in S. Giovanni dei vecchi critici rimproverarono sempre al B. la sua ignoranza dell'ebraico, la scarsa conoscenza del greco (la quale gli fece ...
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Cristianesimo
Bruno Forte
Sommario: 1. Introduzione. 2. Il Nord del mondo: la crisi della modernità occidentale e la teologia come riserva di senso: a) Europa: verso la sintesi teologica e i ‛sistemi [...] l'Islam, nato in Arabia non senza continuità con la tradizione ebraico-cristiana, e teso sin dalle origini a una missione universale; solo di classi o gruppi sociali, ma di interi popoli (come è evidente nella questione del debito internazionale). D ...
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ghetto
Elena Loewenthal
Il luogo simbolo della segregazione
Il ghetto è un episodio della storia del popoloebraico, un lungo episodio durato più di cinquecento anni. Ma è anche qualcosa di più: è la [...] del ghetto di Venezia sono fra le più alte di tutta la città, perché la popolazione cresceva, nascevano bambini, arrivavano profughi (di cui la storia ebraica è sempre molto generosa: c'era sempre qualche gruppo di ebrei cacciati da un paese, una ...
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Ecumenismo
Thomas F. Torrance
di Thomas F. Torrance
Ecumenismo
sommario: 1. Ecumenicità e cattolicità. 2. Il problema ecumenico. 3. Il movimento ecumenico. 4. Ecumenismo cattolico-romano. 5. L'ecumenismo [...] problema della trasposizione della struttura della Chiesa dal suo contesto originario, costituito dalla cultura non dualistica del popoloebraico, a un contesto caratterizzato dal dualismo radicale della cultura greco-romana; b) come problema dell ...
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Etica
Carlo Augusto Viano
Il termine e le origini
'Etica' è parola di derivazione greca (da ἔθοϚ, che significa 'costume', 'carattere') equivalente al termine di derivazione latina 'morale' (da mores, [...] indipendente dalla città reale, debba seguire. Anche i cristiani avevano problemi con le leggi: la loro Chiesa, erede del popoloebraico che pretendeva di aver ricevuto direttamente da Dio la propria legge, si era dovuta adattare alle leggi pagane e ...
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Le stagioni della fiaba, le regioni del racconto
Fabio Mugnaini
«C’era una volta...»: racconto, storia letteraria e industria culturale
Secondo Max Müller (1823-1900), indologo e fondatore della scuola [...] riconoscimento culturale. Sono grandi storie di lungo periodo, come quelle che accompagnano gli uomini e le donne del ‘popoloebraico’ cui dà voce Ovadia, e grandi tragedie, autentici hallmarks nel paesaggio temporale di una nazione, come il disastro ...
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sionismo
s. m. [der. di Siòn o Sìon (ebr. Siyyōn, gr. Σιών, lat. Sion), nome di una collina di Gerusalemme e, per estens., di Gerusalemme stessa; la parola è stata coniata, nella forma Zionismus, dallo scrittore ted. N. Birnbaum nel 1882]....
maledetto
maledétto (ant. o tosc. maladétto) agg. [part. pass. di maledire]. – 1. a. Colpito da maledizione: un uomo m. da Dio (cui spesso si aggiunge: e dagli uomini); le anime m. dell’Inferno; anche come sost.: andate via da me, maledetti,...