I verbi sintagmatici sono verbi polirematici (cioè composti da più elementi; ➔ polirematiche, parole) come andare giù, tirare su, venire fuori, mettere sotto, ecc., che hanno la struttura verbo + particella. [...] sono parte di un verbo sintagmatico sono tonici, tendono a formare parola fonologica con la parte verbale del verbo sintagmatico e, in posizione finale, portano il rilievo maggiore» (Simone 1997: 167), come illustrano sia l’esempio (25), in cui il ...
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I numerali sono considerati l’espressione simbolica dei numeri (ovvero delle entità che si usano per contare, classificare, accumulare, raggruppare) nel linguaggio (Pannain 2000; Gvozdanović 20062: 736). [...] con il modello latino (it. undici; fr. onze; spagn. once; port. onze; romeno unsprezece, letteralmente «uno sopra dieci», ecc.), per 17 numerale interno inizia con una vocale, la vocale finaledel numerale precedente generalmente si elide tra decina e ...
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La Corsica, seconda isola del Tirreno per estensione (8569 kmq), è situata a nord della Sardegna a una distanza di sole 7 miglia (Bocche di Bonifacio). Dista dalla costa toscana circa 50 miglia, e le isole [...] del toscano, poi e in misura minore del genovese, scritta (o meglio trascritta) per la prima volta nell’Ottocento quando l’attenzione alla cultura tradizionale portò , a quello morfosintattico. La finale u del maschile singolare, per esempio, ...
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L’italiano di Milano si può definire come una sottovarietà galloitalica dell’➔ italiano regionale settentrionale (che esclude cioè l’italiano regionale del Triveneto). La sua fisionomia va collegata ai [...] .) e [koˈlːeːga] collega (voce del verbo collegare), che nell’italiano di Milano si pronunciano peschereccio.
Per quanto riguarda la posizione tonica finale, come si è detto, si avverte di / indicativo (mai che mi porti al cinema), usi particolari di ...
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Le lingue delle arti sono collocabili entro il confine delle lingue speciali o settoriali (cfr. Bellucci 1997 per l’architettura; ➔ linguaggi settoriali). Tradizionalmente, soprattutto in Italia, le arti [...] alto, diffuso a livello nazionale e così maturo alla fine del Cinquecento da estendersi anche in molte lingue d’Europa. L altri tempi, l’analogia di funzione portò alla scelta di pelle, per patina «strato finale di assestamento dei pigmenti di una ...
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Posta al centro del bacino occidentale del Mediterraneo, la Sardegna trae dalla posizione geografica e dall’accentuata diversificazione interna del territorio i fattori che caratterizzano la sua storia [...] L’innalzamento vocalico della finale non modifica la tonica, che si mantiene aperta; ne derivano nel campidanese distinzioni oppositive del tipo c[o] nuorese e logudorese; anche la resa del concetto di «portare» è affidata nei due dialetti ...
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Lionardo Salviati (1539-1589) fu uno dei protagonisti della ➔ questione della lingua del Cinquecento. Appartenente a un’illustre famiglia fiorentina le cui vicende si intrecciano con quelle dei Medici [...] cominciò a impegnare Salviati fin dalla giovinezza e lo portò a scrivere opere molto rilevanti; alcune furono edite durante linguistiche del Cinquecento, Torino, UTET (il cap. finale, pp. 793-896, è dedicato a Salviati e a un’edizione parziale del I ...
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Le parlate dei diversi gruppi zingari in Italia sono riconducibili al romanes (o lingua romani, romani čhib), una lingua ben definibile storicamente e strutturalmente, ma comprendente varietà dialettali [...] di ripercorrere il cammino che portò in Europa gruppi indiani che giorni dicendosi diretta a Roma per impetrare il perdono del papa. Tale gruppo non lasciò altre tracce di condivisione di tratti come:
(a) s → h finale di sillaba: vas(t) → vah «mano»; ...
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L’accento grafico è il segno diacritico che si pone sopra le vocali per evidenziarne la maggiore intensità fonica e, talvolta, il grado di apertura (➔ vocali). L’italiano ha tre tipi di accento grafico: [...] odio ~ odi voce del verbo odiare).
Tutte le parole italiane, esclusi i ➔ clitici, hanno almeno un accento tonico che viene indicato graficamente solo nei seguenti casi:
(a) sulla vocale finale dei polisillabi tronchi (bontà, portò), anche quando sono ...
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L’agiotoponimo è il nome di luogo derivato dal nome di un santo, cioè da un agionimo. Il complesso dei nomi di luogo che traggono origine da agionimi è detto agiotoponomastica. Denominazioni derivanti [...] Mare (Fermo) e Porto Sant’Elpidio (Fermo); sembra, però, che il culto di sant’Elpidio, abate del Piceno, sia anche all agionimi hanno assunto un genere diverso per influsso della vocale finale: Santo Saba è diventato Santa Saba (Reggio Calabria), da ...
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finale
agg. e s. m. e f. [dal lat. tardo finalis, der. del sost. finis «fine2» e «fine3»]. – 1. agg. a. Della fine, che viene alla fine, cioè al termine di qualche cosa, quindi ultimo, conclusivo: pezzo, scena f.; esito f.; prova, esame f.;...
porta1
pòrta1 s. f. [lat. pŏrta, affine a pŏrtus -us «porto3»] (pl. -e; pop. ant. le pòrti). – 1. a. Vano aperto in un muro o altra struttura per crearvi un passaggio costituito da un elemento orizzontale (soglia) posto a livello del pavimento,...