Percorsi introduttivi - La forma cinema nella sua evoluzione storica
Francesco Casetti
La forma cinema nella sua evoluzione storica
Una realtà al plurale
Il cinema va pensato al plurale. È infatti [...] .Lo sguardo tautologico. ‒ Sul piano dei modi della visione, la formula che contrassegna il cinema della tarda modernità o della postmodernità è 'ciò che si vede è ciò che c'è'. L'immagine filmica sembra infatti affermare la pura e semplice presenza ...
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Documentario
Adriano Aprà
Il dilemma vero/falso
Con il termine documentario si intende, nell'uso comune, un film, di qualsiasi lunghezza, girato senza esplicite finalità di finzione, e perciò, in generale, [...] (territorio che meriterebbe una trattazione a parte, anche solo per quanto riguarda la sua utilizzazione nel d. tradizionale, moderno e postmoderno) è entrato in scena con Godard in commistione con la pellicola in Numéro deux (1975) e poi da solo in ...
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Jodorowsky, Alejandro
Bruno Roberti
Regista e attore cinematografico e teatrale, drammaturgo e sceneggiatore cileno, di origine russa, nato a Iquique il 7 febbraio 1929. Dotato di una fantasia scatenata, [...] progetto visivo si contaminavano visioni orientali, esotiche e neosurrealiste, e un cifrario magico-religioso in anticipo sui tempi del postmoderno e della New Age. L'impresa passò nelle mani di Dino De Laurentiis, che affidò la regia a David Lynch ...
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Stalling, Carl
Nicola Campogrande
Compositore, pianista e direttore d'orchestra statunitense, nato a Lexington (Missouri) nel 1888 e morto nel 1974. Considerato il più prolifico e geniale autore di [...] di genere e provenienza, S. diventò di fatto una sorta di nume tutelare della composizione statunitense di orientamento postmoderno, anche se il primo disco con le sue colonne sonore venne pubblicato soltanto nel 1990.
Bibliografia
G. Michelone ...
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Pulp Fiction
Altiero Scicchitano
(USA 1994, colore, 154m); regia: Quentin Tarantino; produzione: Lawrence Bender per A Band Apart; soggetto: Quentin Tarantino, Roger Avary; sceneggiatura: Quentin Tarantino; [...] è che dentro ci sia il cinema, ossia ‒ rubando l'espressione a Douglas Sirk ‒ lacrime e velocità. Perché giunto al capolinea del postmoderno, Tarantino si è reso conto di avere ancora una storia da raccontare. E un'altra. E così via, all'infinito ...
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Jarmusch, Jim
Daniela Daniele
Regista cinematografico statunitense, nato ad Akron (Ohio) il 22 gennaio 1953. Autore di gusto europeo, ha mostrato sempre un profondo interesse per l'incontro tra le culture [...] di Neil Young. Ghost Dog (film basato su Le Samouraï, 1967, di Jean-Pierre Melville) presenta un altro titano postmoderno destinato a soccombere: il samurai dai solidi principi Zen che si muove in un mondo incomprensibile. Il regista ne traccia un ...
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di Renato Venturelli
Il cinema di genere a partire dagli ultimi anni del 20° sec. è stato sempre più dominato dalla politica hollywoodiana del blockbuster, vale a dire film ad alto budget lanciati con [...] man, 2000, L'uomo senza ombra) e molti altri, mentre il rapporto con i generi in chiave apertamente problematica e postmoderna è cruciale per J. Demme (The Manchurian candidate, 2004), i fratelli Coen (The Ladykillers, 2004) o per Q. Tarantino, che ...
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Leone, Sergio
Sir Christopher Frayling
Regista e produttore cinematografico, nato a Roma il 3 gennaio 1929 e morto ivi il 30 aprile 1989. Figura originale del panorama cinematografico a partire dagli [...] dai film amati). Con le parole di Jean Baudrillard, si potrebbe dire che egli sia stato "il primo regista postmoderno". Nonostante abbia diretto soltanto sette film, la sua influenza sul cinema contemporaneo è stata profonda: sul moderno film d ...
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Scrittura
Antonio Costa
Il rapporto tra scrittura e cinema
Forse nessuno come François Truffaut ha saputo rappresentare al cinema l'atto dello scrivere. Si pensi, in particolare, a due film interpretati [...] Ciò vale sia per opere che, pur appartenendo ad aree geografico-culturali diverse, vengono accomunate sotto la definizione di postmoderno (Ropars-Wuilleumier 1990), sia per autori come l'ultimo I. Calvino, il cui Palomar (1983) non solo privilegia l ...
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Horror
Federico Chiacchiari
Il film horror affonda le sue radici nella letteratura di fine Settecento e Ottocento, in particolare nel romanzo gotico (il cui capostipite è The castle of Otranto, 1764, [...] ‒ la serialità innanzitutto, e la citazione, fino al gusto di prendersi gioco dello spettatore stesso ‒ del cinema postmoderno. È stato Wes Craven il precursore di questa tendenza, a partire dalla serie Nightmare (cominciata nel 1984) che ...
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postmoderno
postmodèrno (o pòst-modèrno) agg. [dall’ingl. postmodern, comp. di post- e modern «moderno»]. – Termine usato a partire dagli anni ’60 del Novecento, inizialmente negli Stati Uniti e poi in Europa, per definire le varie tendenze...
postmodernismo
s. m. [dall’ingl. postmodernism, der. di postmodern «postmoderno»]. – Termine con cui, nella critica artistica, si indica una serie di esperienze teoriche e pratiche svolte nel campo architettonico (e analogam. anche in altri...