ordini religiosi
Raffaele Savigni
Comunità dedite alla preghiera o all’insegnamento religioso
Nel corso della storia gruppi di cristiani hanno deciso di abbandonare i modelli di vita sociale per seguire [...] scritta che precisasse i poteri dell’abate e organizzasse la vita quotidiana dei monaci, con l’alternanza di momenti di preghiera, lavoro e silenzio.
La formazione dei grandi ordini
La regola di s. Benedetto. Per alcuni secoli i monaci seguirono ...
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Nome, dalle parole iniziali, della più popolare preghiera mariana della Chiesa occidentale, composta di due parti, di cui la prima, derivata dal Vangelo (Luca 1, 28, il vero e proprio «saluto dell’angelo», [...] e 1, 42, il saluto di Elisabetta), in uso liturgico fin dal 4° sec., la seconda aggiunta tra il 14° e il 15° sec., probabilmente dapprima in Italia. Presto diffusa, fu introdotta nel breviario romano da ...
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Costruzione a sviluppo verticale dalla quale il muezzin invita alla preghiera i credenti musulmani. Il m., posto generalmente in prossimità della moschea, ha avuto forme diverse secondo i luoghi e i periodi [...] artistici; le moschee più importanti possono averne anche più di uno. I m. più antichi costruiti in tutti i paesi sottoposti alla dominazione arabo-musulmana erano di forma quadrata, coperti a terrazza ...
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Benedetto da Norcia, santo
Chiara Frugoni
Il santo che unì il lavoro alla preghiera
Benedetto fu il fondatore dell'ordine benedettino. Scrisse per i suoi monaci la Regola, che prescrive povertà, obbedienza [...] , in tutta l'Europa medievale. Oltre alla povertà e all'obbedienza, la Regola chiedeva ai monaci di unire il lavoro alla preghiera. Il lavoro non era in prevalenza quello manuale dei campi, come spesso si dice, ma erano previsti altri tipi di lavoro ...
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Nel linguaggio rituale musulmano, la direzione verso cui è obbligo rivolgersi durante la preghiera rituale. Subito dopo l’egira, si usava la stessa q. degli Ebrei, cioè verso Gerusalemme; poi Maometto [...] la sostituì in direzione della Mecca. Nelle moschee la q. viene indicata mediante la nicchia detta miḥrāb ...
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khānqāh Edificio islamico destinato alla fede e alla vita in comune (sala di preghiera, locali di riunione e alloggio). Originario della Persia (10° sec.), molto diffuso in epoca mamelucca in Egitto (12° [...] sec.), talora è collegato con una moschea, una scuola, e con annesso il sepolcro del fondatore ...
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Complesso di dottrine a sfondo mistico diffuse nel 17° sec., incentrate sull’affermazione della necessità della preghiera di quiete, di un atteggiamento cioè di totale e puro abbandono contemplativo in [...] il fedele di fronte a Dio, per adorarlo, amarlo e servirlo, senza alcuna produzione di atti.
Il q. si connette con le concezioni sulla preghiera che cominciarono a divulgarsi durante la Controriforma per svilupparsi nell’età barocca (prevalenza della ...
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Motto con cui la tradizione benedettina sintetizza lo spirito delle prescrizioni del lavoro e della preghiera rivolte da s. Benedetto da Norcia ai suoi monaci. ...
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zelatori Nella Chiesa cattolica, fedeli, di solito organizzati in gruppi e associazioni, che con la preghiera e con l’azione diretta procurano di diffondere particolari forme di devozione e di culto (del [...] S. Cuore, della Vergine Maria ecc.) o pregano per la salvezza delle anime e per impetrare grazie dal cielo a quelli che ne hanno bisogno, o si dedicano a opere di carità ...
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preghiera
preghièra s. f. [dal provenz. preguiera (lat. pop. *precaria, sostantivazione femm. dell’agg. precarius «ottenuto con preghiere; precario»: v. precario1)]. – L’atto del pregare, le parole con cui si prega, secondo i sign. fondamentali...
tappeto
tappéto s. m. [dal lat. tapete e tapetum, e questo dal gr. τάπης -ητος, voce di origine iranica]. – 1. a. Porzione, quadrangolare o di forma varia, di tessuto di lana, o anche di seta, cotone e altre fibre vegetali e artificiali, prodotto...