De Santis, Pasqualino
Stefano Masi
Direttore della fotografia, nato a Fondi il 24 aprile 1927 e morto a L′viv (Ucraina) il 23 giugno 1996. Fratello minore del regista Giuseppe De Santis, è stato un [...] anni Settanta e Ottanta. Fu il primo direttore della fotografia italiano a vincere l'Oscar, per le immagini del film di Franco Zeffirelli Romeo e Giulietta (1968): un premio sorprendente se si considera che D. S. era soltanto al suo terzo film.
Dopo ...
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Kovács, László
Stefano Masi
Direttore della fotografia ungherese, naturalizzato statunitense, nato nei pressi di Budapest il 14 maggio 1933. Uno dei personaggi più rappresentativi della cosiddetta New [...] ridisegnando la propria identità. Dagli anni Ottanta si è dedicato soprattutto al cinema commerciale di qualità. Sebbene non sia mai stato premiato con un Oscar, è considerato tra i maggiori operatori degli ultimi trent'anni e nel 2002 ha ricevuto un ...
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Barry, John (propr. Prendergast, Jonathan Barry)
Nicola Campogrande
Compositore inglese, nato a York il 3 novembre 1933. La sua notorietà è legata soprattutto alle musiche di molti film della serie dell'agente [...] , ha di gran lunga oltrepassato i confini di questo genere cinematografico. Durante la sua lunga carriera ha ricevuto numerosi premi, tra cui cinque Oscar: nel 1967 per la colonna sonora e la migliore canzone di Born free (1966; Nata libera) di James ...
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Howe, James Wong (propr. Wong Tung Jim)
Stefano Masi
Direttore della fotografia cinese, naturalizzato statunitense, nato a Canton il 28 agosto 1899 e morto a Hollywood il 12 luglio 1976. Celebre per [...] , diede il meglio di sé nei film girati in esterni e in quelli di guerra degli anni Quaranta. Candidato all'Oscar per ben dieci volte, ottenne il premio per il cupo bianco e nero del melodramma The rose tattoo (1955; La rosa tatuata) di Daniel Mann e ...
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Fábri, Zoltán
Silvana Silvestri
Regista e scenografo cinematografico ungherese, nato a Budapest il 15 ottobre 1917 e morto ivi il 24 agosto 1994.
Considerato il più autorevole rappresentante della cinematografia [...] culto della personalità, era una metafora del presente. Venne inoltre premiato al Festival di Mosca nel 1965 per Húsz óra (Venti romanzo di F. Molnár, che ottenne una nomination all'Oscar. Anche in questo film non mancano i riferimenti politici, ...
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Allen, Dede
Stefano Masi
Nome d'arte di Dorothea Carothers, montatrice statunitense, nata a Cleveland (Ohio) il 3 dicembre 1925. Negli anni Sessanta e Settanta è stata tra i protagonisti della rivoluzione [...] affidato in quell'occasione anche il ruolo di executive producer. Per questo film è stata nuovamente candidata sia all'Oscar sia al premio Eddie. Robert Redford l'ha voluta invece come montatrice di The Milagro beanfield war (1988; Milagro). Nel 1991 ...
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Gibbons, Cedric (propr. Austin Cedric)
Marco Pistoia
Scenografo cinematografico statunitense, di origine irlandese, nato a New York il 23 marzo 1893 e morto a Hollywood il 26 luglio 1960. Attivo fin [...] sofisticata, reca impresso il segno dello scenografo, il cui nome è legato anche all'ideazione della statuetta dell'Oscar, premio che egli vinse undici volte, ricevendone uno onorario nel 1950.Dopo essersi laureato in arte e architettura presso la ...
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Waxman, Franz (propr. Wachsmann, Franz)
Marta Tedeschini Lalli
Compositore e direttore d'orchestra tedesco, naturalizzato statunitense, nato a Königshütte (Alta Slesia, od. Chorzów, Polonia) il 24 dicembre [...] dei generi di intrattenimento. Vinse per due volte l'Oscar, rispettivamentenel 1951 per Sunset Boulevard (1950; Viale del sole) di George Stevens; ricevette inoltre dieci nominations al premio.
Figlio di un industriale di religione ebraica, dal 1924 ...
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de Havilland, Olivia (propr. de Beauvoir de Havilland Olivia Mary)
Anton Giulio Mancino
Attrice cinematografica inglese, naturalizzata statunitense nel 1941, nata a To-kyo il 1° luglio 1916. Da interprete [...] , da educanda. Le sue interpretazioni come protagonista le valsero due Oscar, nel 1947 per To each his own (1946; A ciascuno all'Oscar, stavolta come protagonista, per Hold back the dawn (1941; La porta d'oro) di Leisen (il premio andò curiosamente ...
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Taradash, Daniel
Patrick McGilligan
Commediografo e sceneggiatore statunitense, nato a Louisville (Kentucky) il 29 gennaio 1913 e morto a Los Angeles il 22 febbraio 2003. A partire dalla fine degli [...] Da qui all'eternità) di Fred Zinnemann, per la quale vinse l'Oscar nel 1954.
Compiuti gli studi di legge alle Harvard University per volere From here to eternity di J. Jones, vincitore del premio Pulitzer. Il romanzo, incentrato sulle vicende di un ...
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oscar
òscar (più com. Òscar) s. m. [der., sembra, dall’esclamazione di una segretaria dell’Accademia sotto citata che notò una straordinaria rassomiglianza fra la statuetta e un suo zio, di nome appunto Oscar]. – 1. Propr., nome della statuetta...
oscarizzato
p. pass. e agg. Insignito di un premio Oscar. ◆ Borbotta [Carlo] Ponti: «Per me, dovrebbe vincere come miglior regista americano Terrence Malick: [Steven] Spielberg è già stato troppo “oscarizzato”. Anche tu, Sofia, la pensi come...