DE MARTINO, Ernesto
Vittorio Lanternari
Nacque a Napoli il 1º dic. 1908 da Ernesto, ingegnere delle Ferrovie dello Stato, e da Gina Jaquinangelo. All'università di Napoli seguì la scuola di Adolfo Omodeo, [...] diretta da C. Pavese e poi dallo stesso D. - egli legava vistosamente i problemi d'interpretazione dei mondi culturali "primitivi" di livello etnologico, con i problemi d'interpretazione riguardanti la realtà dei poteri magici in generale. Qui per la ...
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CORSO, Raffaele
Marina Santucci
Nacque a Nicotera (Catanzaro) l'8 febbr. 1885 da Diego e da Teresa Stilo. Il padre, medico, si interessava di storia e di archeologia ed aveva frequenti rapporti di studio [...] il C., quello di ricercare nell'ambito della vita quotidiana del popolo minuto quelle forme di civiltà remote e primitive ormai scomparse negli altri strati della società evoluta. È, quindi, il concetto di sopravivvenza che informa lo studio dei ...
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Ciò che è connesso, più o meno intimamente, con la divinità, con la religione e con i suoi misteri, e perciò impone un particolare atteggiamento di riverenza e di venerazione (contrapposto in genere a [...] è il tabu (➔), la cui infrazione provoca conseguenze deleterie; queste sono concepite nella maggior parte delle religioni primitive come automatiche e derivanti dalla carica di sacralità inerente all’oggetto dell’interdizione, senza riguardo nemmeno ...
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Il discorso etnologico e le "tradizioni" africane
Gaetano Ciarcia
Tradizione e tradizionalismo
Attraverso l'esperienza della dominazione coloniale e in seguito ai processi detti "di decolonizzazione", [...] sistemi di credenze dove la qualità "vivente" degli oggetti adibiti a pratiche mitico-rituali esprimeva una metafisica primitiva governata da una partecipazione immanente degli individui agli avvenimenti della realtà e ai fenomeni naturali. L'oggetto ...
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Tendenza di una dottrina (religiosa, politica ecc.) a proporsi come valida per tutti gli uomini. antropologia Nei loro studi sulle differenze culturali tra gli esseri umani, gli antropologi si sono posti [...] religioni tipologicamente distinte da quelle cosiddette particolaristiche. Mentre, infatti, queste ultime, che sono le religioni tribali primitive e le religioni nazionali, non hanno alcuna pretesa di validità al di fuori dell’aggregato sociale ...
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Antropologia visiva
Cecilia Pennacini
Il rapporto tra antropologia visiva e mezzo cinematografico
Adottando la definizione semiologica introdotta da C. Geertz (1975) e largamente accettata, si intende [...] la natura della ricerca antropologica. La distanza tra osservatore e osservato e la parallela 'oggettivazione' del 'primitivo', che si percepisce anche nello stile dei primi documenti fotografici e cinematografici prodotti dall'etnografia, verrà così ...
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festa
Cecilia Gatto Trocchi
Celebrazione solenne
Dal latino festus dies ("giorno solenne"), la festa è un periodo di tempo dedicato a celebrazioni particolari, a riti e a liturgie ben distinti dalla [...] per i cristiani, rappresenta il settimo giorno in cui Dio, dopo aver creato il mondo, si riposò. Nel mondo primitivo le feste sono universalmente caratterizzate dalla musica e dalla danza, entrambe dedicate alle potenze divine. Non si balla solo per ...
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Stratificazioni sociali
Talcott Parsons
di Talcott Parsons
Stratificazioni sociali
sommario: 1. Introduzione. 2. Teorie sull'origine delle classi sociali. 3. Momenti rilevanti nella storia della stratificazione [...] 'età dell'oro hanno di continuo posto l'accento sul tema dell'eguaglianza il concetto marxiano e di ‛comunismo primitivo' non è il caso meno significativo. Movimenti sociali e altre forme di pressione in favore di una riduzione delle diseguaglianze ...
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Antropologa sociale inglese, nata a San Remo il 25 marzo 1921. Allieva di E.E. Evans-Pritchard a Oxford, insegnò presso l'University College di Londra (1971-1978), prima di spostarsi negli Stati Uniti, [...] universale di quelle regole di purezza che si applicano sia alla vita religiosa sia a quella secolare, sia alle società primitive sia alle contemporanee. A partire da questo libro, la sua opera si è andata configurando come un'antropologia delle ...
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Mito
JJean-Pierre Vernant
di Jean-Pierre Vernant
Mito
sommario: 1. Introduzione. 2. Μῦϑος e λόγος. a) Parola e scrittura. b) Dal mito alla storia e alla filosofia. c) Forme e livelli del mito. d) Miti [...] e A. B. Cook) non trova difficoltà a opporre un'obiezione capitale: come può accadere che ancora oggi tanti popoli primitivi continuino a raccontare le stesse ‛storie pazze' degli Indiani, dei Greci, dei Romani o dei Babilonesi?
Qui non può trattarsi ...
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primitivo1
primitivo1 agg. [dal lat. primitivus «primo», der. dell’avv. primĭtus «in primo luogo», der. di primus «primo»]. – 1. Che è relativo a, o proprio di, un periodo di tempo anteriore a quello attuale: egli in se stesso faccendo della...
primitivo2
primitivo2 s. m. [dall’aggettivo prec., con riferimento alla maturazione precoce]. – Vitigno pugliese da vino rosso, detto anche primativo, coltivato spec. nelle province di Brindisi e Taranto: ha grappoli cilindrici, di colore...