Come indicò Saussure (1916), la lingua si può studiare in due modi: o lungo l’asse della simultaneità, descrivendo il sistema di fenomeni esistente in un momento dato, in una certa comunità di parlanti, [...] soprattutto nell’onomastica: aquil. e romanesco ant. P(i)etri «Pietro», R(i)enzi «Renzo», Firenze < Florentiae, Rimini < Arīmĭnī in cui la prima persona plurale è rimasta rizotonica (lucchese dìssimo, èbbimo, fécimo, ecc.; sicil. àppimu «avemmo ...
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Alfabeto
A. Petrucci
G. Tamani
A.M. Piemontese
H. Gustavson
PARTE INTRODUTTIVA
di A. Petrucci
Ogni a. è un sistema di segni dotato, in quanto tale, di una forte valenza simbolico-figurativa, e quindi [...] l'arte tessile (per es. palermitana, quindi lucchese), per vaste ripercussioni che si estendono fino all -231.
E. Baer, s. v. Ma'din. IV, ivi, pp. 981-988.
G.R. Cardona, Storia universale della scrittura, Milano 1986, pp. 144-147, 290-294, 297, 301- ...
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Il saggio programmaticamente intitolato Dialettologia toscana (Giacomelli 1975) inaugura una serie di ricerche che applicano i metodi della dialettologia allo studio delle parlate in un territorio generalmente [...] /je/. Nella morfologia, in senese, pisano-livornese, lucchese e garfagnino è molto diffuso l’articolo determinativo maschile plurale es. il rotacismo della laterale preconsonantica, reso graficamente con ‹r› (carza «calza»), o gli esiti aretini di a, ...
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Con speciale riferimento all’Europa medievale romanza, si indica con il nome di scripta il sistema, diverso da una zona all’altra, con cui si rende nella scrittura la lingua: tali forme di realizzazione [...] i testi geolinguisticamente e culturalmente. Si veda la consuetudine pisano-lucchese di ‹z› o ‹ç› per l’alveolare fricativa (rist. in Italia linguistica delle origini, a cura di V. Coletti, R. Coluccia & P. D’Achille, Lecce, Argo, 1996, pp. ...
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Gergo è un termine usato comunemente per indicare una varietà di lingua (o dialetto) dotata di un lessico specifico che viene utilizzato da particolari gruppi di persone, in determinate situazioni, per [...] di Vico Pancellorum, sull’Appennino lucchese;
(i) nelle Marche, in Abruzzo e nel Lazio: la rəvareska dei ramai di Force e Mondadori.
Geremek, Bronislaw (1979), Gergo, in Enciclopedia, diretta da R. Ruggiero, Torino, Einaudi, 16 voll., vol. 6º, pp. ...
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Per monolinguismo si intende l’uso di un solo codice o varietà linguistica, e più specificamente nell’uso letterario di un unico registro stilistico o modulo espressivo omogeneo e selezionato da parte [...] issa «adesso» (Purg. XXIV, 55) per il lucchese Bonagiunta, vero blasone linguistico che si appaia al sardo donno Summa artis rithimici vulgaris dictaminis, edizione critica a cura di R. Andrews, Bologna, Commissione per i testi di lingua.
Petrarca ...
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Il raddoppiamento sintattico è un fenomeno di ➔ sandhi esterno (o di ➔ fonetica sintattica), di natura assimilatoria (almeno in origine: cfr. § 3; ➔ assimilazione), che si verifica nell’➔italiano standard [...] al fiorentino; il pisano, un tempo più affine al lucchese, e dunque meno prono al prodursi del processo in esame in Scritti linguistici e filologici in onore di Tristano Bolelli, a cura di R. Ajello & S. Sani, Pisa, Pacini, pp. 393-438.
Marotta ...
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L’espressione italiano dell’emigrazione designa tutte le forme di italiano parlate, nei paesi di destinazione, da emigrati italiani e dai loro discendenti. Questa nozione esclude le forme di italiano apprese [...] in maniera sempre più selettiva. Nella comunità lucchese emigrata nella California nord-occidentale il logorio languages, in Pidginization and creolization as language acquisition, edited by R.W. Andersen, Rowley (MA), Newbury House, pp. 181- ...
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La dissimilazione è un processo per il quale due suoni situati nella stessa parola o in parole contigue, e aventi uno o più tratti in comune, mutano al fine di differenziarsi tra loro. Diversamente dal [...] in italiano la dissimilazione di nessi contenenti le polivibranti [r - r] mediante la sostituzione del primo suono con [l], . volg. auturno ~ it. autunno
pisano fermina ~ it. femmina
lucchese fanciurlo ~ it. fanciullo
roman. embè ~ it. ebbene
sicil. ...
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Il termine anafonesi (composto del gr. ana- «sopra, indietro» e phṓnēsis, da phōnḗ «voce, suono», attestato per la prima volta nelle Meraviglie d’Italia, 1939, di Carlo Emilio Gadda, poi specializzato [...] ad es., le forme tenche del senese, longo del lucchese, gionto del pisano annotate da Girolamo Gigli nel suo Storia linguistica dell’italiano, Bologna, il Mulino, 1998).
Palmer, Leonard R. (1954), The Latin language, London, Faber and Faber, 1954 ...
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indirigere
indirìgere v. tr. [comp. di in-1 e dirigere], ant., raro. – Dirigere, indirizzare; si trova usato solo nel part. pass. ind(i)ritto (o indirètto) e nei tempi composti: fu dal padre indiritto al disegno (R. Borghini); una polita canzone...
s, S
(èsse) s. f. o m. – Diciottesima lettera dell’alfabeto latino; della sua forma originaria nella scrittura si hanno scarse notizie per la fase anteriore al greco, non sapendosi con certezza quale delle sibilanti fenicie i Greci prendessero...