Arbusto (Manihot esculenta; v. fig.) delle Euforbiacee originario dell’America Meridionale ed estesamente coltivato nei tropici, in numerose varietà che si distinguono in m. amare e m. dolci, benché alcune [...] quelle amare) per cui sono velenosi; tale componente tossico viene eliminato con lavaggi, con la cottura o con l’arrostimento. Le radici di m. vengono essiccate (su aie, su graticci, entro essiccatoi) fino a contenere 80-90% di amido e in tale stato ...
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Zingiberali Ordine di piante Monocotiledoni, precedentemente chiamato Scitaminee da alcuni autori, comprendente circa 1980 specie classificate in 8 famiglie, tra le quali Cannacee, Marantacee e Zingiberacee. [...] DNA. Alcuni caratteri morfologici sinapomorfi (➔ cladismo) riguardano i fasci vascolari, che sono più o meno limitati alle radici, la presenza di cristalli di silicio, le foglie chiaramente differenziate in lamina e picciolo e con nervature pennate ...
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Tillandsia Genere di piante della famiglia Bromeliacee, con foglie spesso convolute, disposte in fitta rosetta e fiori riuniti in spighe, con petali violacei, azzurri o rossi all’ascella di brattee solitamente [...] piante xerofile che crescono sul terreno o, più spesso, su rocce o come epifite. Molte T. sono prive di radici e l’assimilazione di nutrienti viene svolta da speciali peli papilliformi che ricoprono gli apparati vegetativi, facendoli apparire sericei ...
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Botanica
Germoglio assai raccorciato con l’aspetto d’una grossa gemma, di forma spesso ovata, sotterraneo; i b. sono frequenti nelle Monocotiledoni (giacinto, tulipano ecc.). Il fusto del b., chiamato [...] (squame del b. o catafilli) più o meno carnose per le riserve che contengono. Dalla base del disco spuntano numerose radici avventizie, mentre gli scapi fiorali si formano dalla parte opposta, in diretta prosecuzione con l’apice del disco. Quando le ...
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Anatomia
Tunica a. La guaina esterna dei vasi sanguiferi, composta di tessuto connettivo con fibre collagene ed elastiche.
Botanica
Si dice a. un organo che si forma lontano dall’apice vegetativo di asse [...] e quindi su parti adulte; contrapposto a normale. Il fusto è a. se trae origine da una foglia (Bryophyllum), da una radice (pioppo bianco), dal callo d’innesto o dalla corteccia di un fusto reciso, sviluppandosi in tutti questi casi da una gemma, che ...
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Biologia
Gruppo di individui allevati in laboratorio, selezionati per uno o più caratteri e derivati da un progenitore comune. Per es.: c. di mutanti di Drosophila, c. cellulare, formato da cellule derivate [...] .
Botanica
Parte inferiore delle piante legnose, da cui si alza il tronco e da dove si diramano le radici e spesso nascono molti polloni. Possiede rigonfiamenti di forma mammellonare, ovoidale (ovoli nell’ulivo), che possono essere adoperati ...
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traspirazione
Laura Costanzo
Il vapore acqueo che esce dalla pianta
La maggior parte dell’acqua che le piante assorbono dal terreno ritorna all’atmosfera sotto forma di vapore: tale processo si chiama [...] gran parte dell’acqua che assorbono dal suolo, dove essa cade sotto forma di pioggia o di neve. L’acqua assorbita con le radici serve per veicolare i sali minerali dal terreno verso le diverse parti della pianta e, dato che solo in minima parte viene ...
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Erba (Cichorium intybus; fig. 1) annua, bienne o perenne, delle Asteracee. Ha radice a fittone, foglie basali a rosetta, dentate o frastagliate; più o meno pubescenti; il fusto, ramoso, è alto fino a 1 [...] terreni non umidi, di preferenza sabbiosi. È coltivata (fig. 2), per le foglie, che si mangiano sia crude sia cotte, e per le radici, che torrefatte danno un surrogato del caffè; si raccolgono anche le foglie delle piante selvatiche, più amare. Le ...
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Apparato con il quale molte piante parassite assumono il nutrimento dal corpo dell’ospite. Si conoscono forme assai diverse di a.: nei funghi parassiti con micelio intercellulare (fig. A) le ife specializzate [...] che sporgono più o meno nell’interno delle cellule parassitate. Nelle piante superiori, gli a. derivano generalmente da radici metamorfosate: sono costituiti da una parte dilatata, che si adatta alla superficie dell’ospite, il disco d’adesione ...
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In botanica, si dice del legno secondario del fusto (detto anche tardivo) che nelle piante legnose si forma verso la fine del periodo vegetativo (variabile secondo il clima); di norma è più compatto e [...] questo tipo di legno con quello primaverile rende possibile la distinzione delle cerchie annuali del legno nei fusti (non nelle radici, nelle quali il legno e. ha caratteri quasi uguali a quello primaverile).
La pianta annua e. è quella che germina ...
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radica
ràdica s. f. [lat. *ràdica, estratto da *radicla (class. radicŭla), dim. di radix «radice»]. – Forma region. per radice, in senso proprio, usata, spec. a Roma, soprattutto nella denominazione di alcuni ortaggi: r. gialla, la carota,...
radicamento
radicaménto s. m. [der. di radicare]. – Il mettere radici, il fatto di radicarsi: r. di una pianta; in senso fig.: r. di una persona, di una famiglia, in un nuovo ambiente; mutamenti di costume che rivelano il r. di nuove concezioni...