L’uso letterario del dialetto va considerato in rapporto alla scrittura nella lingua letteraria comune, così come la stessa nozione di dialetto è complementare a quella di lingua. Nella storia linguistica [...] e volgare rustico si concretizza nella Nencia da Barberino di Lorenzo de’ Medici, mentre gli gliommeri napoletani, monologhi recitativi, alludono alla ➔ variazione diastratica tra letterati di corte e popolo cittadino.
Tra le Prose di Bembo (1525) e ...
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La lingua del testo teatrale è un tipo di ➔ lingua scritta in cui gioca un ruolo primario la dimensione dell’oralità: il testo si realizza infatti nel divenire di un evento, lo spettacolo teatrale, caratterizzato [...] tempo. I dialoghi scritti e le didascalie contengono già alcuni di questi elementi, altri vengono introdotti mediante la recitazione dell’attore.
Per la particolare natura della lingua teatrale, tra scrittura e oralità, il testo drammaturgico è stato ...
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Il melodramma è un genere teatrale nato in Italia a cavallo tra Cinquecento e Seicento che, sulla base della riflessione teorica sulla musica (e sul suo rapporto con la poesia) svolta nel tardo Rinascimento, [...] della verità drammatica dell’opera in atto (Telve 1998: 431)
Quanto alla metrica, ai versi più prosastici dei recitativi (di solito endecasillabi sciolti), si alternano più o meno tradizionali schemi strofici delle arie e degli altri pezzi chiusi ...
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recitabile
recitàbile agg. [der. di recitare]. – Che si può recitare: mi sembra una commedia se non eccellente almeno r.; non so se questo dramma è r. davanti a bambini.
recitare
v. tr. [dal lat. recitare, comp. di re- e citare, propr. «fare l’appello delle persone citate in tribunale», poi «leggere a voce alta»] (io rècito, ecc.). – 1. Dire, pronunciare a voce più o meno alta, con una certa ricerca di espressività...