Z
Z (insieme dei numeri interi) insieme numerico che estende l’insieme N dei numeri naturali. È l’unione dell’insieme dei numeri interi positivi
dell’insieme dei numeri interi negativi
e dell’insieme [...] nel xvi secolo, ne parla come di numeri surdi (cioè «assurdi») e anche Cartesio, che peraltro formula la regola dei segni che porta il suo nome (→ Cartesio, regoladi), chiama false le soluzioni negative di un’equazione. La motivazione algebrica dell ...
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Filosofo (Napoli 1668 - ivi 1744). Terzultimo degli otto figli di Antonio, modestissimo libraio, e di Candida Masullo, dotato di un carattere che egli stesso definiva "melanconico ed acre", di debole e [...] e civili e polemizzando contro il primato da Cartesio riconosciuto alle scienze matematiche e fisiche. Temi senso che il principio e la regoladi verità sta nel conoscere la genesi delle cose e quindi nella capacità di produrle. Ciò posto, Dio solo ...
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Particolare forma di energia (energia termica) che si trasmette, si trasferisce, si propaga da un punto a un altro di un corpo, da un corpo a un altro, da un sistema a un altro per il solo effetto di una [...] . è un moto di espansione, trattenuto e impedito, il quale opera per parti minime; per Cartesio (Principia philosophiae, 1644 il c. molecolare (o molare). Secondo la regoladi Neumann e Kopp il c. molecolare di un composto allo stato solido è la somma ...
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Le ricerche per sapere quando fu sostituito il nome di filosofo e quindi filosofia al termine sofo (o sofista) e sofia, hanno un interesse puramente filologico, poiché quel che importa alla filosofia è [...] e pratica del problema della destinazione umana, regoladi vita fondata sulla certezza. Le correnti hegeliane dalla soggettività dell'esse si passa alla sua oggettività. Il Dio diCartesio è un Dio illuminante la coscienza ab intra, cioè secondo la ...
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(A. T., 22-23, 24-25-26, 24-25-26 bis, 27-28-29, 29 bis).
Il nome. - Secondo Antioco di Siracusa (Dion. Halic., I, 35), il nome d' Italia derivava da quello di un potente principe di stirpe enotrica, Italo, [...] suo maggiore rappresentante. E col Vico abbiamo la critica diCartesio, che è la critica anticipata dell'illuminismo. La sua . La casa è divisa verticalmente in due parti congiunte ma diregola non comunicanti: l'una con la cucina al terreno e ...
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(dal gr. ἀστρονομία) - Le origini dell'astronomia presso i popoli primitivi si confondono con quelle della civiltà e della religione. Non è da pensare tuttavia che la psiche collettiva degli aggregati [...] e autore di una teoria delle maree, che il Duhem trova concordante con le vedute diCartesio. Più centrale), 2h λ 30° (Europa orientale), ecc. fino a 23h. La zona in cui gli orologi son regolati su Greenw. va da λ 7° 30′ W a λ 7° 30′ E (fuso 0), da λ ...
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Il termine aritmetica fu usato per la prima volta dai pitagorici per distinguere la scienza dei numeri dalla mera pratica del calcolo per mezzo di operazioni elementari, o logistica (λογιστική). Secondo [...] , Cardano, Cartesio, Leibniz, ecc., era presa dal Vieta e da altri nel senso di quinta potenza. a coefficienti interi sono gl'immaginarî di Galois, e su di essi si opera secondo le ordinarie regoledi calcolo aritmetico e algebrico.
La teoria ...
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MATEMATICA
Federico Enriques
Matematica, o matematiche (gr. τὰ μαϑηματικά da μάϑημα "insegnamento") significa originariamente "disciplina" o "scienza razionale". Questo significato conferirono alla [...] , si rivolgerà esclusivamente al fine morale di prescrivere all'uomo una regoladi vita e un ideale della condotta.
in Cartesio e nel Fermat; ma più ampia consapevolezza del fatto mostra E. Torricelli e, dopo di lui, J. Barrow, il maestro di Newton ...
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LOGICA
Guido Calogero
. Il termine di "logica" λογικὴ τέχνη, ἀρετή "arte abilità logica": oppure τὸ λογικόν, sottinteso μέρος τῆς ϕιλοσοϕίας "la sezione logica della filosofia") entrò nell'uso specialmente [...] : di qui la metodologia diCartesio e lo sperimentalismo di Galileo, e tutta l'analisi dell'esperienza che, nel senso di una in fondo mai fornire altro che esemplificazioni di tali processi, e non mai regole assolute che li dominassero, così a tutta ...
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permanenza
permanènza s. f. [der. di permanere]. – 1. L’esser permanente, il persistere nel tempo (riferito a cose, è l’opposto di provvisorietà o temporaneità): la p. della febbre, della nuvolosità, ecc., il perdurare della febbre, della...
segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...