m. 1240 ca.), che la compose intorno al 1235, e ha carattere cortese e cavalleresco, narrando le varie prove dell’Amante per giungere a conquistare la Rosa, simbolo della donna; la seconda, di 17.722 versi, [...] 1305 ca.), fra il 1268 e il 1285, con vasto sfoggio di sapere enciclopedico e con l’intento, assente in G. de Lorris, di satireggiare aspetti e costumi della società del suo tempo. Nonostante le evidenti differenze tra i due autori, il R. trova ...
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La Prosa del Duecento – Introduzione
Cesare Segre
I. Quando all'orizzonte della cultura italiana appaiono i primi albori d'una letteratura volgare, il paesaggio che si rivela, sempre più nitido, alla [...] altro ordine di esperienze: quello relativo allo stile e alla sintassi. Al trattato allegorico la tradizione romanza riserbava la forma metrica: e si va dal RomandelaRose, così apprezzato anche in Italia, sino ai poemetti lombardi e veneti, e al ...
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Alle origini delle moderne letterature europee, ampio scritto in lingua volgare, dapprima in versi poi anche in prosa, che narra avventure eroiche in margine alla storia o di pura invenzione; così nel [...] . Ancora nel 12° sec. s’inizia la silloge e, in certo modo, l’epopea animalesca del Romande Renart, e nel corso del 13° sec., per opera di Guillaume de Lorris e Jean de Meung, nasce il RomandelaRose, che comprende tutto l’ideale artistico della ...
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Filologo e critico italiano (Catania 1904 - Napoli 1971). Ha insegnato dal 1938 filologia romanza nell'univ. di Napoli e dal 1961 letteratura italiana nella stessa università. È stato redattore dell'Enciclopedia [...] RomandelaRose di Guillaume de Lorris) e a quella, critica, del Teseida di G. Boccaccio, ha dato saggi di penetrante finezza particolarmente sulla lirica provenzale (P. Vidal, B. de - Rinascimento (1965); La coscienza letteraria del Medioevo ...
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Critico e filologo italiano (Cumiana 1886 - Torino 1966); prof. univ. dal 1914, ha insegnato letteratura francese nelle univ. di Firenze (dal 1914) e di Torino (dal 1950); socio naz. dei Lincei (dal 1946). [...] Il suo nome è soprattutto legato a una magistrale ediz. de Il Milione di Marco Polo (1927). Altre opere principali: Il RomandelaRose e la letteratura ital., 1910; Le origini di Salammbò, 1920; Il "Discorso" di B. Pascal sulle "amorose passioni", ...
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Stato insulare dell’Europa nord-occidentale. Comprende la maggior parte delle Isole Britanniche (precisamente la Gran Bretagna e la parte nord-orientale dell’Irlanda) tra l’Oceano Atlantico, a NO, il Mare [...] anche il Piers Plowman di W. Langland, che rispecchia gli aspetti più foschi del Trecento.
Partito dall’imitazione del RomandelaRose e dei suoi epigoni, Chaucer, attraverso l’esempio dei grandi trecentisti italiani (soprattutto G. Boccaccio), nei ...
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In senso lato, genere poetico cui si possono ascrivere tutte quelle opere che hanno quale fine essenziale l’informazione, come trattati scientifici, manuali divulgativi di varie discipline, esposizioni [...] metri.
Vaste compilazioni didascaliche in versi, di natura enciclopedica, sono caratteristiche dell’epoca medievale: ricordiamo almeno il RomandelaRose e il Trésor di Brunetto Latini. Nel 16° sec. fiorirono le opere didascaliche in versi: tra le ...
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Poeta inglese (n. prob. a Londra tra il 1340 e il 1345 - m. Londra 1400). Era nel 1357 paggio di Lionel, duca di Clarence, terzogenito di Edoardo III, partecipò (1359) alla spedizione di Edoardo III in [...] , nel 1368, certo altre due volte nel 1372-73 (Genova) e nel 1378 (a Milano). Fino allora dominato dall'influsso del Romandelarose e dei poeti francesi minori, conobbe in Italia le opere di Dante, Boccaccio e Petrarca, che ebbero su di lui una ...
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Poeta francese (Cahors 1496 - Torino 1544). Figlio del "rhétoriqueur" Jean, studiò a Parigi sotto la guida del padre; iniziò quindi la carriera di cortigiano e alla morte del padre ereditò la carica di [...] elementi tradizionali, medievali e quattrocenteschi: apprezzò Villon, delle cui opere curò un'edizione (1532); pubblicò anche un'edizione del Romandelarose (1529), da cui aveva tratto motivi e figure per il suo poemetto allegorico Le temple ...
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Poeta francese (n. 1210 circa - m. dopo il 1240), autore (1236) della prima parte del RomandelaRose (4000 versi circa), rappresentazione allegorica dell'amore cortese, continuata con spirito diverso [...] da Giovanni di Meung (v.) ...
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detto
détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; propriamente d.; così d. (v. cosiddetto);...
figurale
agg. [dal lat. tardo e mediev. figuralis]. – 1. Figurato, simbolico, allegorico, soprattutto con riferimento al significato o senso tipico del Vecchio Testamento (v. tipico1), ma anche, nella critica letteraria, riferito a opere non...