sovvenire
Luigi Vanossi
Ricorre nel Fiore e nella Commedia. Nella Commedia sono presenti entrambi i significati fondamentali del verbo: quello di " soccorrere ", " aiutare ", e quello di " venire in [...] , CXCVIII 9 (" Car mout bien d' Ami me souvint, / Qui me dist que bien promeïsse, / Neïs se rendre ne poïsse ", RomandelaRose 14714-16). Anche in questo significato il verbo è ben documentato, specie nel linguaggio poetico (cfr. Notaro Dal core mi ...
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malattia
Luigi Vanossi
Parola usata solo nel Fiore. È presa nel suo valore letterale (di infermità fisica di qualunque natura), in LXVII 1 se tua donna cade in malattia, / sì pensa che la faccie ben [...] ne è il movente reale. " Maladie " è anche nel passo corrispondente del RomandelaRose, senza però l'ambivalenza ironica del Fiore (" Sire, ne sai quel maladie ", v. 14358).
La metafora del male o m. d'amore è diffusa nella tradizione lirica (cfr ...
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avvenente (avvenante)
Federigo Tollemache
Luigi Vanossi
In Vn VIII 6 11 Audite quanto Amor le fece orranza, / ch'io 'l vidi lamentare in forma vera / sovra la morta imagine avvenente, D. narra ai fedeli [...] di Troia (Schiaffini, Testi 159 e 161); Chiaro Così divene 5, La spene 10, Come il castoro 11, ecc. (cfr. glossario nell'ediz Il cliché dittologico bel e avenant ricorre anche nel RomandelaRose (2790, 4226, ecc.).
Nella locuzione avverbiale ‛ ...
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Della Giovanna, Ildebrando
Enzo Esposito
, Letterato (Piacenza 1857 - Roma 1916). Frequentò la Scuola normale superiore di Pisa, dove ebbe a maestri il Piccolomini, il Teza e il D'Ancona; fu professore [...] di ricercare le fonti (dagli Annali piacentini di Muzio da Monza alla Visio Sancti Pauli, da Grisostomo al Romulus, dal RomandelaRose alla Visione di Frate Alberigo, a quella di s. Brandano e al Purgatorio di s. Patrizio) e di utilizzarle a ...
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orgoglio
Vincenzo Valente
La parola ha incontrato la sua maggiore fortuna nella lirica amorosa, specializzata a indicare il disdegno amoroso, l'alterezza inaccessibile della donna verso l'amante (in [...] intendono che freno si riferisca a Elesponto: v. FRENO), la cui rovina è monito per tutti gli uomini superbi (l'astratto ), o. sta per " presunzione e vanità ". Anche nel RomandelaRose si dice a questo stesso proposito che " Orguianz est folie ...
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limosina
Luigi Vanossi
Forma popolare di " elemosina " (con fenomeno di aferesi), usata cinque volte nel Fiore.
Gli esempi sono tutti nel discorso di Falsembiante, che nei sonetti CX-CXV svolge una [...] che nessun dia limosina a uom sano (CX 11); Chi di cota' limosine è 'ngrassato / in paradiso non de' attender pregio (CXI 1; cfr. RomandelaRose 11354 " Ne font pas ce que faire deivent / cil qui teus aumosnes receivent "); Ché le limosine che son ...
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sacramento
Vincent Truijen
I s. sono riti che, almeno quanto alla sostanza, la Chiesa ha ricevuto da Cristo. Egli resta presente in essi, agendo nella Chiesa e in ciascuno dei fedeli, col rendere presente [...] tutti i Santi / ed anche il sacramento della messa, / che ciascuna farai gran baronessa, dove il sacramento della messa è l'eucarestia (cfr. RomandelaRose 7448 " Jurez fort e la fei bailliez "). Il passo rispecchia il gusto dissacratore di Amico. ...
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Dolze-Riguardo
Luigi Vanossi
È figura allegorica che compare due volte nel Fiore. La prima in XIX 1 Per Bel-Sembiante e per Dolze-Riguardo / mi mandò la piacente ch' i' andasse / nel su' giardin, come [...] amato, a lungo preclusa all'Amante.
Questa seconda apparizione di Dolze-R. corrisponde a quella di Douz Regart nel RomandelaRose, che però svolge un ruolo più complesso di mediazione tra Amant e Bel Acueil ed è insomma ipostasi intersoggettiva che ...
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ipocristo
Luigi Vanossi
Deformazione di ‛ ipocrita ' (‛ ipocrito '), che ricorre due volte, in rima, nel discorso di Falsembiante del Fiore: " ... Ché tu mi pari un uom di Gieso Cristo / e 'l portamento [...] nella condizione penale di Caifa e dei sacerdoti del sinedrio.
Non risulta attestata altrove la forma i.; è tuttavia da notare che il ms. Corsini del RomandelaRose reca la variante ypocristes al v. 7796 (" Douz amis, qu'est ce que vous dites ...
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maneggiare
Luigi Vanossi
Il verbo è in Fiore CLXXIV 5 Chi 'l su' amico [non] pensa di pelare, / infin ch'egli aggia penna in ala o in dosso / ... quella cotal dovria l'uon maneggiare; / ché quanto ch'ella [...] costa più di grosso, / più fia tenuta cara, dir lo posso, / e più la vorrà que' tuttor amare (cfr. RomandelaRose 13697 ss. " Fole est qui son ami ne plume / Jusqu'a la darreniere plume; / Car, qui meauz plumer le savra, / C'iert cele qui meilleur ...
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detto
détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; propriamente d.; così d. (v. cosiddetto);...
figurale
agg. [dal lat. tardo e mediev. figuralis]. – 1. Figurato, simbolico, allegorico, soprattutto con riferimento al significato o senso tipico del Vecchio Testamento (v. tipico1), ma anche, nella critica letteraria, riferito a opere non...