BONAVENTURA da Bagnoregio, santo
Raoul Manselli
Nacque a Civita di Bagnoregio, nella Tuscia romana, da un medico di elevata condizione familiare, Giovanni di Fidanza, e da Maria di Ritello. Battezzato [...] nel mondo laico che al contrasto si appassionò vivacemente, come provano le poesie di Rutebeuf e quella parte del RomandelaRose ove sono proprio i mendicanti, anzi precisamente i francescani, a far da modello alla figura di Falsembiante.
In questo ...
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GIARDINO
M. Bernardini
Il g., una volta abbandonato, soggetto alle incursioni degli estranei e del tempo, si cancella facilmente; anche le strutture più consistenti che lo caratterizzano (fontane, bacini, [...] detto Gioia della Corte, quale si presenta nel romanzo Erec et Enide di Chrétien de Troyes (seconda metà del sec. 12°), sia soprattutto nel RomandelaRose (sec. 13°), che avrebbe imposto 'prato' e 'verziere' come scenari obbligati degli incontri ...
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CONTINI, Gianfranco
Paola Italia
Nacque a Domodossola il 4 gennaio 1912 da Riccardo (nato a Chiari, provincia di Brescia), impiegato ferroviario, e da Maria Cernuscoli (nata a Rivolta d’Adda, in provincia [...] italiana. Storia e Testi». Tale dimostrazione tuttavia, nello scavo entro l’enorme tradizione manoscritta del RomandelaRose alla base del testo (che ne sviluppa il rifacimento), ampiamente utilizzato in sede di commento, permette il restauro ...
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TOURNAI
J. Dumoulin
D. Vanwijnsberghe
(lat. Turnacum, Tornacum; Tournay nei docc. medievali)
Città del Belgio sudoccidentale, nella prov. di Hainaut, attraversata dal fiume Schelda.
Fondata nel sec. [...] origines, RBAHA 13, 1943, pp. 117-122; L. Fourez, Le psautier de Louis le Hutin, 1315, ivi, 15, 1945, pp. 101-115; id., Le RomandelaRosedela Bibliothèque dela ville de Tournai, Scriptorium 1, 1946, pp. 213-239; H. Bober, Flemish Miniatures ...
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EQUICOLA, Mario
Paolo Cherchi
Nacque ad Alvito (Frosinone) verso il 1470.
Della sua famiglia e del suo vero cognome non abbiamo notizie sicure. Secondo il Santoro - a tutt'oggi il maggior biografo dell'E. [...] le teorie sull'amore degli autori delle origini da Guittone a Boccaccio (l'unica eccezione non italiana è il RomandelaRose), dei filosofi umanistici (Ficino, G. e F. Pico della Mirandola, Cattani) e dei trattatisti contemporanei, dal Fregoso all ...
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Venere
Giorgio Padoan
Luigi Vanossi
Emmanuel Poulle
Marcello Aurigemma
Divinità della mitologia classica (identificata dai Romani nella greca Afrodite), che godette di particolare culto nell'antichità; [...] , Pg I 19).
Il personaggio del " Fiore " e del " Detto " (Venus; Venusso; Veno). - Nel Fiore, Venus corrisponde a Venus del RomandelaRose, ed è uno dei principali agenti allegorici. Assieme al dio d'Amore, di cui è madre (cfr. XV 12, CCXIV 10, ecc ...
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FRANCESCO da Barberino
Emilio Pasquini
Figlio di Neri di Ranuccio, nacque a Barberino Val d'Elsa, tra Firenze e Siena, nel 1264 da una famiglia nobile ma di censo modesto. Il padre, un austero ghibellino [...] tratta, ancora una volta, di un trattato scritto per ammaestramento, folto di personificazioni di entità astratte, al modo del Romandelarose, ligio per il "genere" a una ben nota tradizione francese, ma, per i temi, legato anche ad altri modelli ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Silvia Serventi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Alla fine del XV secolo nelle più importanti corti e città italiane si sviluppano esperienze [...] topos della rosa in chiave allegorica, secondo una modalità propria della tradizione medievale (si pensi al RomandelaRose), ma contaminata da più recenti spunti della lirica cortigiana (ad esempio attraverso l’abbondante impiego di ossimori ...
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Livio, Tito
Antonio Martina
La città di Verona, per due volte soggiorno di D., rappresenta un anello fondamentale per la trasmissione di L.: nel periodo di transizione dall'età carolingia al risveglio [...] al fratello Giuseppe Billanovich (in " Italia Medioev. e Uman. " VIII [1965] 39), che D. si fosse ricordato che Jean de Meung nel RomandelaRose (v. 5634) aveva detto " se Titus Livius ne ment " (cfr. vv. 6324 ss. " Si cum dist Titus Livius / Qui ...
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MUSICA
P. Scarnecchia
Il termine trae origine dal gr. μουσιϰή ('arte delle muse') e designa, in un senso più largo, ogni forma d'arte in grado di generare ordine e armonia. Da questa definizione originaria [...] del sec. 14° (Heidelberg, Universitätsbibl., Pal. germ. 848, cc. 398v399r), dei menestrelli di diversi esemplari del RomandelaRose di Jean de Meung e Guillaume de Lorris, dello stesso secolo (Oxford, Bodl. Lib., e.Mus. 65, c. 3v), o di quelli dei ...
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detto
détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; propriamente d.; così d. (v. cosiddetto);...
figurale
agg. [dal lat. tardo e mediev. figuralis]. – 1. Figurato, simbolico, allegorico, soprattutto con riferimento al significato o senso tipico del Vecchio Testamento (v. tipico1), ma anche, nella critica letteraria, riferito a opere non...