Filosofo greco (Stagira 384-83 a. C. - Calcide 322 a. C.). Fu, con Socrate e Platone, uno dei più grandi pensatori dell'antichità e di tutti i tempi. Nato da una famiglia di medici, si formò nell'Accademia [...] di metafisica, fisica, biologia, psicologia, etica, politica, poetica, retorica e logica, discipline cui diede veste sistematica, creando una vera e propria "enciclopedia del sapere alla soddisfatta beatitudine di Dio. Ciò non toglie che per A ...
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Filosofo, teologo, mistico e missionario catalano (Palma di Maiorca 1233/1235 - forse Isola di Maiorca 1315), detto doctor illuminatus. Le sue numerose opere sono scritte in catalano, latino e arabo. Elemento [...] secoli seguenti si rifarà alla sua arte) da cui non restano escluse né le scienze fisiche né la teologia (della di una concezione unitaria del sapere, lungo la linea agostiniana, con un esito teologico e apologetico. Di qui anche l'impossibilità di ...
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Filosofo tedesco (Rammenau, Lusazia sup., 1762 - Berlino 1814). Seguace della filosofia kantiana, e in particolare della sua teoria morale, intese costruire l'edificio sistematico del sapere su un principio [...] sorge dall'esigenza di garantire questa autonomia. Ma a ciò non bastano le volontà di assoluto, al di sopra dell'io finito; beninteso è sempre l'io finito che rivela e realizza questo assoluto, ma è l'assoluto che è il primo, e la libertà, il sapere ...
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Teologo, filosofo e scienziato (Cues, Treviri, 1400 o 1401 - Todi 1464). N. è la più compiuta personalità filosofica del sec. 15º. Egli aveva assimilato tutto il sapere del suo tempo e nel corso della [...] tra l'universo e Dio; De coniecturis (1440), vasta sistemazione delle forme disapere concesse all'uomo; Idiota (1450); De beryllo (1458); De possest (1460); De non aliud (1462); De ludo globi. Nella sua opera, che è l'ultima grande sintesi ...
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Pensatore greco (sec. 6º-5º a. C.), massimo rappresentante della scuola eleatica. Il nome di P. è legato alla teoria dell'essere unico, immobile e indivisibile, quale venne più tardi accreditata dalla [...] di fronte alla dea reggitrice del mondo, e sia da essa esortato alla conoscenza tanto del vero sapere, , costituita dalla contemporanea affermazione dell'essere e del non essere. Il valore di quest'«essere» si chiarisce quando si tenga presente ...
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Filosofo inglese (Londra 1561 - ivi 1626). All'astrattezza del metodo sillogistico-deduttivo della scienza aristotelica, B. - che sottolinea le finalità pratiche del sapere - contrappone il metodo induttivo [...] i temi che s'intrecciano nell'opera di B. torna con insistenza il richiamo alla finalità pratica e operativa del sapere, sicché le ricerche di filosofia naturale siano volte non a una disinteressata speculazione di realtà immobili, ma a un diretto e ...
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Filosofo e storico tedesco (Biebrich 1833 - Seis, od. Siusi, 1911). Tra i più importanti esponenti dello storicismo contemporaneo, venne influenzato dalla cultura neokantiana, positivistica, e dalla cultura [...] storica", ossia rinvenire le fondamenta del sapere storico.
Opere e pensiero
Professore a soggetto che lo conosce, il che non accade per il mondo naturale. Questa Rinascimento al secolo XVIII). L'influenza di D. sulla cultura europea e specialmente ...
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Filosofo (Montpellier 1798 - Parigi 1857). Allievo della Scuola Politecnica a Parigi nel 1814 e 1815, segretario di Saint-Simon dal 1817 al 1824, il suo primo interesse, sotto l'influenza appunto di Saint-Simon, [...] è - o deve essere - il sapere positivo, ossia quel sapere che rinuncia alla conoscenza delle cause intime, per limitarsi al verificabile dei fenomeni e delle loro relazioni. Non dunque ricerca di cause ma di leggi. Una seconda caratteristica delle ...
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Filosofo francese (El Biar, Algeri, 1930 - Parigi 2004). Di formazione fenomenologica, studioso di Nietzsche, Heidegger e Levinas, della psicoanalisi e dello strutturalismo, D. fu uno dei protagonisti [...] significazione, la scrittura esibisce esemplarmente la "differenza" dell'essere e l'impossibilità di qualsiasi progetto di totalizzazione del sapere. L'essere appare così non come una "presenza" da cogliere nella sua pienezza, o come quell'orizzonte ...
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Filosofo australiano (Melbourne 1926 - Sydney 2014), secondo la sua teoria la conoscenza non è altro che la formazione di credenze su stati di cose oggettivi provvisti di oggettive proprietà e relazioni, [...] e realista della conoscenza, della mente e del sapere scientifico. Nel suo primo importante lavoro (Perception and the physical world, 1961), sollecitato dall'originario interesse per la teoria della visione di G. Berkeley, ha discusso e criticato le ...
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sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] (pres. indic. so 〈sò〉 [radd. sint.;...
saputo
agg. [part. pass. di sapere]. – 1. letter. a. Che sa, che è informato di quanto è avvenuto o avviene: fare s. qualcuno, fargli sapere, informarlo di qualche cosa. b. Che ha esperienza e conoscenza, sia in genere sia in una determinata...