FILIASI CARCANO, Paolo
Maria Virginia Borruso Geremia
Nacque a Napoli il 21 marzo 1911. Il padre Mariano, di antica nobiltà napoletana, divenne duca di Montaltino in seguito al matrimonio con Maria [...] anni immediatamente successivi alla tesi di laurea in filosofia lo videro impegnato non solo ad ampliare l'orizzonte Per merito di tali contributi la crisi della cultura occidentale è giunta alla consapevolezza di sé: lo stesso sapere scientifico ...
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BRESSANI, Gregorio
Ugo Baldini
Nato a Treviso il 3 febbr. 1703 da Bartolomeo e Giovanna Trento, studiò dapprima nel locale collegio dei somaschi, poi a sedici anni entrò nel seminario di Ceneda, ove [...] alla tradizione, non peccava di arcaismo, dandone di fatto o di metodo a quella scienza che esaltava. Ma, sulla base di simili rilievi e del presupposto della necessità di approfondire le categorie metafisico-gnoseologiche implicite nel sapere ...
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riduzione
riduzióne [Der. del lat. reductio -onis "atto ed effetto del ridurre e del ricondurre", dal part. pass. reductus di reducere (→ ridotto)] [ALG] [ANM] I vari signif. particolari del termine [...] ., nel campo complesso una forma quadratica non degenere, cioè con determinante dei coefficienti non nullo, si può sempre ridurre a una somma di quadrati). ◆ [FAF] Il riportare a unità la complessità del sapere, particolare o generale, e, in termini ...
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Condizione per cui ogni individuo o collettività deve essere considerato alla stregua di tutti gli altri, e cioè pari, soprattutto nei diritti civili, politici, sociali ed economici. L'eguaglianza di tutti [...] esisteva una gerarchia 'naturale' (fondata sull'intelligenza e sul sapere) tra chi è adatto al comando e chi è adatto delle risorse economiche e non dal possesso di 'diritti astratti'.
Tra questi diversi tipi di eguaglianza, la differenza più ...
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Nella filosofia contemporanea, orientamento che, negando la possibilità di un sapere certo e definitivo, sottolinea la problematicità di ogni concezione metafisica. Per il p., il compito della filosofia [...] ), dall’altra che ogni determinazione del sapere e della vita spirituale può e deve essere colta e individuata nel suo libero sviluppo, rinunciando alla pretesa d’inquadrarla in un sistema di categorie soprastoriche. Di qui il suo peculiare carattere ...
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Filosofo (Leonberg, Württemberg, 1775 - Ragaz, Svizzera, 1854); studiò nel seminario teologico protestante di Tubinga, dove strinse amicizia con Hegel e Hölderlin e dove conseguì il titolo di magister [...] come sapere dell'Assoluto (di qui la qualifica di idealismo "estetico" a volte attribuita al pensiero di S. diretta o indiretta, che è stata ampia e penetrante già nell'Ottocento, non solo in Germania, ma in Francia, secondo una linea che va da ...
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Concezione fondata sul riconoscimento del valore soltanto relativo, e non oggettivo o assoluto, sia della conoscenza, dei suoi metodi e criteri (r. gnoseologico), sia dei principi e dei giudizi etici (r. [...] , come nel caso di Montaigne, che, sotto le suggestioni dei radicali mutamenti intervenuti nel sapere scientifico e delle recenti le forme più diverse che l’umanità può assumere, non avvertendo in ciò un pericolo, ma semmai un arricchimento ...
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Filosofo e pedagogista ceco (Nivnice, Moravia, 1592 - Amsterdam 1670). Pensatore tra i più incisivi e influenti del sec. 17°, K. è insieme un prodotto del clima spirituale europeo, e soprattutto nazionale, [...] costruire una pansofia. Enciclopedista avant la lettre, in senso cristiano, K. sogna una sintesi di tutto il sapere che non sia semplice rassegna e giustapposizione di tutte le cognizioni, ma ricerca della loro intrinseca unità e insieme anatomia che ...
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Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico la ragione e la razionalità.
Architettura
Corrente di pensiero e di ricerca che si delineò [...] deismo inglese per indicare la tendenza ad accogliere le verità religiose non in quanto rivelate, ma solo in quanto possano essere fondate o conseguimento di un sapere certo e indubitabile rappresenta l’atto di nascita di questo tipo di razionalismo ...
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Diritto
Si chiama c. fortuito qualunque accadimento che renda inevitabile il verificarsi di un evento, costituendo l’unica causa efficiente di esso. Non ha valore concreto la distinzione tra c. fortuito [...] fortuito e impossibilità sopravvenuta della prestazione per causa non imputabile. L’esistenza del c. fortuito risultato di una carenza della nostra conoscenza, e in Leibniz che, distinguendo fra contingenza del sapere umano e necessità di quello ...
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sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] (pres. indic. so 〈sò〉 [radd. sint.;...
saputo
agg. [part. pass. di sapere]. – 1. letter. a. Che sa, che è informato di quanto è avvenuto o avviene: fare s. qualcuno, fargli sapere, informarlo di qualche cosa. b. Che ha esperienza e conoscenza, sia in genere sia in una determinata...