Uomo politico statunitense (Trenton 1741 - Filadelfia 1785); avvocato, studiò a Londra. Durante la guerra d'indipendenza fu (dal 1776) aiutante generale di G. Washington. R. si distinse come presidente [...] (1778) del Supremo consiglio esecutivo di Pennsylvania, dove abolì la schiavitù e perseguì la corruzione amministrativa. ...
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WILMOT, David
Henry Furst
Uomo politico e giurista americano, nato a Bethany (Pennsylvania) il 20 gennaio 1814, morto a Towanda (Pennsylvania) il 16 marzo 1868. Sedette nella camera bassa dal 1845 al [...] , discutendosi un trattato con il Messico, il W. propose che nel territorio eventualmente comperato non dovesse "mai esistere né schiavitù né servitù involontaria". La sua proposta non ottenne mai il voto del senato; ma con il nome di "Wilmot proviso ...
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Stato federato degli USA (180.516 km2 con 5.911.605 ab. nel 2008); capitale Jefferson City. È limitato a E dal fiume Mississippi, mentre parte del confine occidentale è segnato dal fiume omonimo, che poi, [...] tra schiavisti e abolizionisti. Con il compromesso del M., che nel 1820 veniva accettato dal Congresso, si riconosceva la schiavitù nel M., purché fosse interdetta in modo assoluto negli altri territori oggetto del Louisiana Purchase a N del 36° 30 ...
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Uomo politico e giurista (Bethany, Pennsylvania, 1814 - Towanda, Pennsylvania, 1868). Deputato democratico al Congresso (1845-51), sostenne la guerra contro il Messico, proponendo durante la discussione [...] del trattato di pace (1846) che nel territorio eventualmente comperato non dovesse "mai esistere né schiavitù né servitù involontaria". La sua proposta, nota come W. proviso, non ebbe il voto del senato, ma rimase famosa; su di essa si fondò il ...
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Servaggio
Francesco Panero
Premessa
Nella Grecia antica e nel mondo ellenistico-romano furono sempre presenti - in forme più o meno diffuse, a seconda dell'epoca e della regione - gruppi di persone [...] regie o appartenenti a un santuario, a una comunità o a un grande proprietario. Non erano individui in condizione di schiavitù, ma gli obblighi cui erano vincolati li ponevano in uno stato di libertà limitata, che è opportuno definire 'servaggio'. L ...
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George Tupou I
(propr. Siaosi Taufa’ahau Tupou Maeakafaua) Capo delle tribù polinesiane dell’arcipelago di Tonga (m. 1893). Dopo un lungo periodo di lotte intestine, nel 1845 assunse il potere, grazie [...] anche all’appoggio dei missionari cristiani. Nel 1862 abolì la schiavitù in tutto il regno; nel 1875 promulgò la Costituzione tuttora vigente nello Stato insulare. Diede origine alla dinastia Tupou, tuttora regnante (con George Tupou V, re dal 2006). ...
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Schiavo affrancato, poi re di Haiti (is. di Granada, Antille inglesi, 1767 - Port-au-Prince 1820); scoppiata l'insurrezione dei neri di Santo Domingo (1791), abbracciò in un primo tempo (1793) il partito [...] (1802), abbandonato insieme con quest'ultimo il Louverture, passò dalla parte francese. Tuttavia ben presto il ristabilimento della schiavitù lo spinse ancora contro i Francesi, che furono obbligati (1803) ad abbandonare l'isola; e dopo essere stato ...
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Riformatore sociale (Earl's Colue, Essex, 1786 - Bath 1845). Uomo d'affari, ebbe un'improvvisa notorietà per la sua inchiesta (1818) sui sistemi disciplinari delle prigioni inglesi: deputato (1818-37), [...] si batté con abilità di politico e sorprendenti doti di oratore per l'abolizione della schiavitù nelle colonie inglesi; il merito della legge dell'agosto 1833 spetta in gran parte a lui. Creato baronetto (1840), si dedicò a un piano per migliorare le ...
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Storico belga (Saint Gilles, Bruxelles 1907 - Bruxelles 1996), già prof. di storia medievale e moderna nell'univ. di Gand; socio straniero dei Lincei (1977). Oltre che di storia del Belgio, si occupò di [...] storia economica, di storia delle scoperte geografiche, di storia coloniale, di storia della schiavitù. Tra le sue opere: Robert Ier le Frison, comte de Flandre. Étude d'histoire politique (1935); Les empereurs belges de Constantinople (1948); ...
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Filantropo e uomo politico inglese (Hull, Yorkshire, 1759 - Londra 1833). Deputato ai Comuni dal 1780, convertitosi alla confessione evangelica nel 1784, si impegnò totalmente in iniziative filantropiche; [...] in parlamento condusse dal 1787 al 1825, quando lasciò la camera dei Comuni, una incessante battaglia per l'abolizione della schiavitù; nella sua azione ebbe l'appoggio del primo ministro W. Pitt, di cui fu amico intimo e leale sostenitore. Ai suoi ...
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schiavitu
schiavitù s. f. [der. di schiavo, sul modello di servitù]. – L’essere schiavo; condizione di schiavo: ridurre in s., e riduzione in s. (anche, in diritto penale, come delitto commesso da chi riduca una persona in schiavitù o in una...
ciber-schiavitu
ciber-schiavitù s. f. inv. Condizione di schiavitù causata dalla dipendenza dal computer. ◆ viene data la possibilità di «sognare» una vita normale con un programma di computer impiantato nel cervello. Una ciber-schiavitù conosciuta...