Inventore dell'alfabeto cherokee (n. Taskigi, Tennessee, 1770 circa - m. nello stato di Tamaulipas, Messico, 1843). Figlio dell'unione tra una donna cherokee e un commerciante tedesco di pellicce, da cui [...] prese il nome di George Gist. Si dedicò, pur essendo analfabeta, a elaborare un alfabeto sillabico di 86 segni in parte tratti dall'alfabeto latino, adatto alla lingua cherokee, che fu approvato dal Congresso generale dei Cherokee nel 1821; nel 1824 ...
Leggi Tutto
Col termine abbreviazione (o, più anticamente, abbreviatura) si indica l’accorciamento (o compendio) di una parola. Come si legge nel Vocabolario della Crusca (1612), l’abbreviazione è una «parola abbreviata [...] con e cum (9cedo per concedo, cir9 per circum e anche isolatamente 9 poteva stare per cum; è uno dei più antichi segni di abbreviazione, già presente tra gli esempi raccolti dal grammatico Valerio Probo nel I sec. d.C.), 7 e & indicavano la ...
Leggi Tutto
Linguistica
In fonetica, la fine della frase fonetica (che quindi non coincide necessariamente con la fine della frase sintattica), cioè l’arresto dell’attività fonatoria che intercorre tra sequenza e [...] all’entrata di nuove figure di note brevi sorsero nuovi valori di p. e si alterava anche la forma primitiva dei segni: ai tratti verticali si aggiunsero i tratti uncinati con i quali erano rappresentati i valori più piccoli e dalla fusione delle ...
Leggi Tutto
Si può definire gesto qualsiasi movimento fatto con le mani, le braccia o le spalle. Ma esistono gesti pratici (quelli che si fanno per afferrare o per costruire un oggetto, aprire una porta, appoggiarsi [...] e la mano a tulipano («ma che vuoi?» o «ma che dici?»). Spesso tuttavia, come è stato mostrato per le lingue di segni dei sordi (Radutzky 1981), i gesti arbitrari sono nati come iconici e poi hanno perso la loro iconicità.
Alcuni gesti sono autonomi ...
Leggi Tutto
ITALIA (XIX, p. 693; App. I, p. 742; App. II, 11, p. 72)
Mario Cataudella
Giuseppe de Meo
Giovanni Spadolini
Ignazio Baldelli
Alessandra Briganti
Fortunato Bellonzi
Carlo Melograni
Confini. - Con [...] (1922) la quale non si risolve però nel solo vigore grafico o nella pura materia; ma al di là della materia e del segno, che sono dunque mezzi e non fini, tende ad oggettivare un mondo oscuro e grave, che affiora faticosamente dall'io profondo. Tra i ...
Leggi Tutto
Nona lettera dell’alfabeto latino.
Linguistica
La forma primitiva della lettera i nell’alfabeto fenicio era ✂ e il suo valore fonetico era quello di un i semiconsonante. La forma si venne via via semplificando: [...] i minuscolo senza punto fu rinnovato nel 16° sec. da C. Tolomei e da P.F. Giambullari, in via sperimentale e solo come segno ortofonico, per distinguere l’i non vocale dall’i vocale.
La lettera i del latino non era esclusivamente vocale come l’ι del ...
Leggi Tutto
Espressione linguistica significativa.
Informatica
Ciascuna delle istruzioni di un programma applicativo formulato con un linguaggio simbolico evoluto (detta più comunemente, con termine ingl., statement).
Musica
Parte [...] musicale che costituiscono un periodo di senso compiuto, cioè una frase. Concorrono a questo fine i segni messi in partitura dal compositore o dall’editore (legature, segni dinamici ecc.) come traccia per la comprensione del pensiero musicale. ...
Leggi Tutto
tifinagh Nome («i caratteri», probabilmente «le [lettere] fenicie») della scrittura dei Tuareg (➔), verosimilmente elaborata sotto l’influsso dell’alfabeto fenicio, e forse anche della scrittura sudarabica. [...] uso soltanto presso i Tuareg, i quali vi ricorrono a scopi pratici, ornamentali o ludici, ma non letterari. È formato da segni geometrici e registra unicamente le consonanti.
Le altre popolazioni berbere del Maghrib hanno perso da secoli l’uso del t ...
Leggi Tutto
I puntini (detti anche puntini sospensivi) sono una piccola serie di punti (di solito tre: ‹...›) che, nella scrittura, segnalano il luogo in cui un discorso è stato interrotto o lasciato in sospeso (da [...] stesso nome si riferisce al punto e virgola (cfr. Maraschio 2008: 125).
In nessuno dei casi citati il valore del segno è riconducibile a quello dei puntini sospensivi: le attestazioni con forme e valori attuali risalgono soltanto al XVII secolo (cfr ...
Leggi Tutto
Il termine fonosimbolismo (o simbolismo fonetico) si riferisce a una serie di fenomeni di varia natura e tipologia nei quali da un suono o una sequenza di suoni si riconosce il valore semantico in modo [...] governato dall’uso della lingua nella società, dall’altro.
La teoria linguistica moderna è basata sul principio dell’arbitrarietà del segno: nelle lingue, il legame tra il significato e il significante non è motivato in modo diretto e naturale, ma è ...
Leggi Tutto
segnare
v. tr. [lat. signare «segnare, sigillare, indicare, esprimere», der. di signum «segno»] (io ségno, ... noi segniamo, voi segnate, e nel cong. segniamo, segniate). – 1. a. Notare, distinguere, rilevare mediante uno o più segni: s. gli...
segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...